BADANTE KILLER, LE VERIFICHE DELLA PROCURA DI LATINA

I primi indizi delle due vittime del badante “killer”: si tratterebbe di un uomo di 91 anni e di una donna, anche se sarà difficile ricostruire i casi

Sarà un’inchiesta complessa quella affidata alla Procura di Latina, dopo che dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere sono stati trasmettere gli atti per accertare cosa dice il 48enne napoletano Mario Eutizia, assistito dagli avvocati Gennaro Romano e Antonio Daniele, che lo scorso 22 agosto davanti ai Carabinieri si è autoaccusato di quattro omicidi di altrettanti anziani. L’uomo, ora un senza fissa dimora, lavorava come badante e sostiene di aver ucciso, tramite il sovradosaggio di farmaci, quattro anziani, di cui i primi due, nel 2014, a Latina. Al momento Eutizia è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla minorata difesa. Peraltro, l’uomo deve rispondere anche di appropriazione indebita di circa 70mila euro per un procedimento penale distinto a Latina che non ha nulla a che vedere con la storia degli omicidi. L’uomo avrebbe prelevato i soldi dal conto di due anziani coniugi novantenni, negli anni tra il 2017 e il 2018. Per questo procedimento, il Tribunale fisserà una udienza preliminare.

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Tornando al caso dei quattro anziani deceduti a causa dei sovra-dosaggi dei farmaci, dopo l’arresto, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, davanti al giudice per le indagini preliminari campano, Eutizia ha risposto alle domande, sostenendo di non avere molto da aggiungere rispetto alla confessione autoaccusatoria già resa, confermando quindi di non ricordare tutti i dettagli sull’identità delle due vittime di Latina (mentre sono già state individuate le altre due residenti in Campania).

A Latina, il caso è stato affidato al sostituto procuratore Marco Giancristofaro che ha incaricato il medico legale Gianluca Marella per svolgere l’esame autoptico su una delle vittime: si tratta dell’anziano, Gerardo Chintemi, deceduto nel Cilento la cui salma verrà riesumata. Come noto, infatti, entrambe le presunte vittime di Latina sono state cremate ed è impossibile condurre degli accertamenti.

Nel corso dell’interrogatorio di Eutizia avvenuto in Campania, qualcosa è emerso anche se, in un caso, le date non coincidono. Per quanto riguarda la prima vittima, sarebbe un’anziana di Latina, di cui Eutizia ricorda appena il nome, ma non il cognome. Secondo quanto dichiarato a verbale, Eutizia, alle domande del pubblico ministero Annalisa Imparato, ha risposto di ricordare la sofferenza della donna di Latina: “Quanto soffriva quella donna lei non immagina, aveva avuto un ictus con un blocco renale, è morta in ospedale, a casa le somministravo le medicine per non farla soffrire e ho esagerato diciamo. Io non volevo che morivano affogati, capito quando soffrivano e si riempivano i polmoni di acqua e si fa una brutta morte, io non volevo che facevano questo, infatti se chiedi ai figli non l’hanno fatta, perché erano presenti pure loro quando si sono spenti”.

Avrebbe ucciso per pietà, Eutizia. Un racconto che ha lasciato di sasso anche il figlio dell’altro anziano di Latina che potrebbe essere stato la seconda vittima del 48enne. Il problema, in questo caso, è che le date non coincidono. Il figlio dell’anziano, morto a 91 anni, spiega che il padre è morto nel 2017, e non nel 2014 come Eutizia sostiene. Il che lascia qualche dubbio sulla identità della seconda vittima, anche in ragione del fatto che riesumare la salma del 91enne pontino sarà impossibile in quanto è stata cremata. Stesso destino peraltro che parrebbe essere toccato alla salma dell’altra vittima.

È lo stesso Eutizia ad aver dichiarato che il 91enne era il padre di un Vigile del Fuoco. Il figlio della vittima ha riconosciuto Eutizia nei telegiornali ed è incredulo in quanto l’uomo si era sempre comportato bene, tanto da essere un badante premuroso e gentile. “Ha lavorato da noi – ricorda il figlio della vittima – era una persona professionale. Ma non ha lavorato da noi nel 2014. Mio padre non era malato oncologico e non era cieco e non prendeva quei farmaci che sono usciti sui giornali e in tv”. Secondo il racconto di Eutizia, infatti, le vittime sarebbero state uccise con dosi massicce di Trittico e Talofen, potenti sedativi che erano stati prescritti per le loro patologie e che lui stesso assumeva perché, come loro, paziente oncologico.

Il 91enne di Latina, però – ricorda il figlio -, è morto a 91 anni il 13 agosto del 2017. Una data diversa da quella del 2014, come indicato da Eutizia. “Mio padre era una persona imponente e di grande stazza e c’era bisogno di un badante in grado anche di sollevarlo. Ha lavorato per poco di due mesi. Ha prestato servizio se non ricordo male da metà maggio o forse erano i primi di giugno, fino a quando poi mio padre p morto. Era professionale e affettuoso, comprava a mio padre le creme per idratare la pelle, lo cambiava molte volte al giorno, lo abbracciava”.

“Dopo che mio padre è morto, mi pare sia andato a lavorare da un’altra persona sempre come badante a Latina”. Un racconto sofferto, quello del figlio del 91enne, anche alla luce del fatto che Eutizia si era legato alla sua famiglia, tanto da venire anche al funerale del padre.

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