L’Azienda Speciale Terracina è l’ente strumentale del Comune di Terracina, costituita ufficialmente con deliberazione consiliare il 2.9.2009 per la gestione dei servizi sociali, tecnologici e manutentivi, in autonomia contabile e gestionale, ma anche e soprattutto per la gerenza degli asili nido, l’assistenza sociale nell’area adulti, minori e disabilità. Assistenza scolastica specialistica per gli alunni diversamente abili, segretariato sociale, trasporto scolastico per portatori di handicap e disabili, e tanto altro ancora.
Da qualche settimana il CdA è costituito dal presidente Stefano Favali, dal suo vice Giuseppe Di Pinto e dal consigliere Piero Rossi.
Presidente, è soddisfatto dell’approvazione dal parte del Consiglio comunale del nuovo Statuto dell’Azienda Speciale? Secondo lei si poteva fare meglio ed eventualmente cosa dovrà essere corretto nell’immediato?
Sicuramente si tratta di un notevole passo avanti rispetto allo statuto preesistente che, in diversi punti, era ormai superato ed in altri prevedeva disposizioni ormai contra legem.
Gli uffici e le commissioni si sono impegnati in un lavoro meticoloso che consegna alla azienda e all’ente uno strumento al passo con i tempi. Ovviamente come tutti gli statuti andrà testato sul campo e se emergeranno delle criticità o vi saranno mutamenti normativi provvederemo a segnalarle all’ente l’esigenza di ulteriori modifiche.
Che eredità lascia al presidente e al direttore che verrà la dott.ssa Carla Amici dai suoi anni di gestione, in solitaria, dell’Azienda?
Indubbiamente l’eredità che lascia la Dottoressa Amici è importante. È stata Lei a seguire l’azienda sin dalla sua nascita, la promotrice di tutti i servizi messi a disposizione dei cittadini terracinesi e ha fatto si che i servizi venissero erogati con costanza e puntualità. L’eredità è sicuramente importante che il CDA della azienda ha intenzione di valorizzare ed accrescere quanto fatto adottando però uno stile di governance differente.
Ha ricevuto dalla dott.ssa Amici tutte le credenziali per poter iniziare ad operare fattivamente, e ad oggi ha una struttura logistica e tecnica che la possa assistere degnamente nel suo diuturno lavoro?
Personalmente devo dire che la Dottoressa Amici si è dimostrata estremamente disponibile nell’agevolare il passaggio di consegne mettendosi a mia disposizione e del CDA assecondando le poche richieste fatte. Certamente l’Azienda oggi non è dotata di uffici amministrativi in grado di gestire la contabilità e il settore paghe ed è proprio questo il compito di maggior impegno del CDA in questo momento. Impegnativo ma non impossibile per la precisione. Comunque quello che non ci sarà comunque avremo.
Il 13 dicembre prossimo, la dott.ssa Amici terminerà dunque il suo contratto e vi saranno delle incombenze di gestione alle quali dover provvedere: pensiamo alla redazione delle buste paga e il pagamento degli emolumenti delle risorse umane. Come si sta organizzando?
Non bisogna esagerare né creare allarmismi. Abbiamo già predisposto il bando per il nuovo direttore e quello per il direttore provvisorio che andrà a supplire alle funzioni del Direttore uscente sino all’insediamento del nuovo direttore, quindi, ritardi nella corresponsione degli emolumenti e pagamenti ordinari riteniamo non ve ne saranno.
Per la elaborazione delle buste paga stiamo valutano alcune possibilità anche in ottica di spending review e per la gestione contabile stiamo valutando alcune opzioni ma, sempre nell’ottica di una gestione in house e cercando di contenere i costi per questa nuova incombenza. Riteniamo che la contabilità interna e il servizio di elaborazione paghe in house debbano essere svincolate dalle funzioni del Direttore al fine di consentire una continuità della gestione aziendale libera dalle singole figure amministrative nell’ottica di una governance maggiormente allineata con gli orientamenti normative e politiche aziendali attuali.
I sindacati hanno espresso perplessità sul loro mancato coinvolgimento nella stesura dello Statuto, ma soprattutto sono preoccupati per la sorte degli 85 attuali dipendenti. Quali eventuali rassicurazioni offrire loro?
Non avendo io partecipato direttamente alla stesura dello statuto né avendo partecipato al percorso all’interno delle commissioni in quanto, non in carica, non posso esprimermi sulle scelte fatte da altri. In merito alla sorte degli 85 dipendenti della azienda mi sento di rassicurarli sul loro futuro. Purtroppo, non ho ancora potuto incontrare con i colleghi del CDA, i dipendenti, se non alcuni, è sin da subito ho cercato, al pari degli altri membri del CDA, di far capire loro che, il nostro impegno è volto alla crescita dell’azienda di valorizzarla e di rendere loro operatori ed i cittadini orgogliosi della loro azienda.
Per troppo tempo l’azienda speciale è stata vista come un assumificio politico ed un inutile peso per i bilanci comunali, dimenticando i fondamentali servizi erogati alla cittadinanza, ai primi e agli ultimi, ed andando incontro a chi vive situazioni di difficoltà e disagio.
Lei, informalmente, ha dichiarato che ha grandi progetti per il rilancio dell’Azienda Speciale quali, ad esempio?
Sicuramente siamo obbligati ad essere ambiziosi. Le esigenze sociali e la evoluzione della società, la denatalità e l’invecchiamento della popolazione creeranno sempre più la necessità di dover offrire soluzioni ai cittadini, altrimenti stritolati dal lato economico e molte volte preda di speculazioni economiche e scarsi servizi.
La politica locale pensa che le lascerà il necessario spazio di manovra per farle portare a termine le sue previste progettualità, con tutti gli strumenti, anche economici?
La politica sa bene come la penso e chi sono, quali sono i miei pregi ed i miei difetti, come sa bene che non ho appartenenze politiche. Alla politica abbiamo chiesto di essere ambiziosa come lo siamo noi, nient’altro.
Ho già spiegato a quasi tutti i consiglieri e, con gli altri mi scuso se non ho potuto condividere i miei propositi, che ci troviamo di fronte ad un cambiamento epocale all’interno della azienda poiché, la stessa ha avuto sempre lo stesso management e la stessa struttura gestionale. Questo cambiamento comporterà l’impiego di nuove risorse, poche, e la valorizzazione della azienda nel suo complesso al fine aumentarne l’efficienza e la produttività. Tutto questo, non si fa in una notte e neanche in una giornata, è un percorso che l’azienda nelle sue componenti essenziali CDA, Direttore e dipendenti e cittadini dovranno fare insieme e siamo convinti che il nostro unico socio, il Comune, ci sosterrà. Questo abbiamo detto al colloquio per la selezione prima di accettare l’incarico. Sappiamo anche che, un minuto dopo che la Dottoressa Amici avrà lasciato l’incarico i responsabili di tutto saremo noi ed il sottoscritto in particolare ma ce ne importa il giusto, come si dice.
Il neonato Consorzio Sociale LT4 è per la città di Terracina, in virtù dell’esperienza trentennale nel settore dei servizi sociali, un valore aggiunto o una forte penalizzazione su quelle che poteva essere le legittime ambizioni di governare, attraverso proprio l’Azienda Speciale i Comuni consorziati?
Non conosciamo le dinamiche che hanno portato alla creazione del Consorzio Sociale LT4 né conosciamo ad oggi quali saranno i programmi del consorzio. Certamente riteniamo che l’esperienza della azienda speciale maturata negli anni, non possa assolutamente andare sminuita o sottovalutata o addirittura dispersa. Nostro compito sarà quello di vigilare affinché ciò non accada e che, l’ente strumentale del Comune di Terracina, città più importante del consorzio, non sia in posizione di sudditanza nei confronti di nessuno ma anzi eventualmente estenda i propri servizi attraverso il Consorzio anche ai comuni limitrofi.
Possibile e praticabile l’acquisizione dell’ex casa di riposo Curzio Salvini?
Come ho già accennato in precedenza il nostro è un progetto ambizioso. Io e i miei colleghi del CDA stiamo valutando alcune proposte importanti da sottoporre al nostro Socio. Sicuramente la struttura dell’IPAB è una di queste. Dai sogni occorrerà poi passare ai business plan e ad un’accurata analisi costi benefici.
Sicuramente avere una struttura pubblica, con standard elevati di servizio, potrebbe venire incontro alle necessità delle famiglie terracinesi. Più che una sola RSA noi la vediamo come un polo multiservizi sociali, in grado di sopperire alle tante carenze del Centro Storico Alto della città. Ci lavoreremo e ci stiamo lavorando, ma per ora, le esigenze di rinnovamento delle strutture amministrative della azienda non ci consentono altro.
Spiagge veramente sociali, con lei può essere giunto il tempo per aprire un vero percorso che permetta ai tanti cittadini in difficoltà di potersi godersi delle ludiche e salutari giornate di mare?
Quando le accennavo alla necessità di un nuovo slancio che il settore del sociale di questa città deve avere nei confronti soprattutto di sé stessa mi riferivo proprio a questo tipo di progettualità. Una spiaggia sociale, come la “Salvini” sono una esigenza, per noi del CDA imprescindibile, la spiaggia ovviamente la più immediatamente realizzabile.
Pochi comprendo quanta frustrazione c’è dietro la condizione delle persone diversamente abili nel non poter usufruire anche di piccole cose come passare qualche ora sulla battigia del mare o fare un bagno. Quanta volte abbiamo assistito a scende di frustrazione dei familiari e al rammarico di molti costretti a rinunciare.
Certo l’amministrazione e l’azienda negli anni hanno avviato un discorso di inclusione e sarebbe ingiusto dire che nulla si è fatto ma questo, non giustifica che l’azienda e l’ente sinergicamente non possano fare molto di più per i propri cittadini e per i turisti che visitano la nostra città.
Questione farmacia comunale, se ritorna in capo al Comune chi la dovrebbe veramente gestire?
Sono scelte della politica. Noi siamo favorevoli a tutto ciò che può essere utile alle famiglie terracinesi a patto che vi sia una sostenibilità economica.
Pensare che oggi l’azienda possa gestire una farmacia comunale appare assai improbabile, pensare di poterla gestire una volta completato il percorso di ristrutturazione amministrativo della azienda è un’altra cosa.
Presidente, ha letto i bilanci dell’Azienda Speciale degli anni 2024 e 2025?
No, ho visionato solo il preconsuntivo 2024. Abbiamo sollecitato il Direttore alla predisposizione del consuntivo 2024 affinché possa essere approvato e depositato, al fine di consentirci corrette valutazioni sulle reali condizioni della azienda, anche se dal preconsuntivo non apparivano grossi segnali di allarme. Ci riserviamo di aggiornare il nostro giudizio col sostegno dei dati definitivi.
Lei ha accettato questo gravoso incarico, mica per i lauti 30 euro di gettone che incassa per ogni riunione? E se non è per questa iperbolica cifra, cosa l’ha spinta a farlo?
Guardi, io e i miei colleghi abbiamo accettato questo incarico perché crediamo che tutelare l’azienda per quello che fa per le fasce più deboli sia sufficiente remunerazione. L’assumere questo incarico vale enormemente di più di 30 euro.
Per quanto mi riguarda è il raggiungimento di un obbiettivo che da sempre ho desiderato di raggiungere. Molti da piccoli sognano di fare l’astronauta o il pompiere io, il Presidente del CDA della azienda speciale.
Alleggerisco con questa battuta l’intervista perché da troppo tempo il nome azienda speciale è stato abbinato a chiacchiericci i più diversi e questa cosa mi ha sempre creato un profondo disagio da cittadino.
Ho sempre sostenuto associazioni del terzo settore e di qualcuna sono stato membro o fondatore ma, non è mio costume apparire oltre il minimo indispensabile. Questa volta, finalmente se me lo consentite, ci ho messo la faccia.
Già oggi i cittadini terracinesi dovrebbero essere orgogliosi della propria Azienda Speciale e dei servizi che eroga. Certo occorre modificare alcune cose per rendere maggiormente intellegibile l’azione della stessa ma, tanto è stato fatto in questi anni, tanti operatori con passione hanno lavorato nella azienda al servizio dei nostri bambini e dei più bisognosi che sminuire tale impegno non è giusto.
Il compito del CDA della azienda e del nuovo direttore sarà quello di valorizzare quanto fatto e programmare il futuro della azienda per raggiungere nuovi traguardi. Ho sempre pensato che il metro morale di una città si misuri in quello che fa nei confronti dei suoi cittadini più bisognosi, più che per le sue bellezze, comunque assai importanti. Ho sempre pensato che avere una rete sociale importante aiuti il cittadino a vivere un minimo più sereno e che possa renderlo orgoglioso della sua città. Speriamo di essere all’altezza“.
