AUTOSTRADA ROMA-LATINA, ANCHE I COSTRUTTORI ROMANI SONO CONTRARI: “MEGLIO L’ADEGUAMENTO IN SICUREZZA”

Nicolò Rebecchini, Presidente Acer
Nicolò Rebecchini, Presidente Acer

Autostrada a pedaggio Roma-Latina, il Presidente del Costruttori romani Nicolò Rebecchini la boccia su Edilizia e Territorio (IlSole24ore): “Utilizziamo i 468 milioni di euro per l’adeguamento in sicurezza”

Stavolta sarà difficile per i fautori dell’opera più sconclusionata e inutile della storia recente del Lazio e di Latina poter bollare Rebecchini, Presidente dell’Acer, come un retrogrado uomo della pietra, incapace di vedere l’isolamento di Latina. Sì perché Rebecchini tutto può essere tranne che un Nimby (not in my backyard), né un estremista di qualche comitato, puntualmente emarginato dal sistema integrato stampa-partiti riuniti dal cemento.

È sul quotidiano “Edilizia e Territorio“, del gruppo Sole24ore, non proprio “Lotta Continua” o una fanzine modello Figli dei Fiori, che Rebecchini si esprime, interpellato da Giorgio Santini che firma l’articolo, in merito al progetto di Autostrade del Lazio, già bocciato dal Consiglio di Stato: “Un calvario delle procedure farraginose e degli intoppi, l’emblema dell’immobilismo del Paese nel campo infrastrutturale“.

Ecco perché “risulta difficile – continua il Presidente dell’Associazione dei Costruttori Edili di Roma e Provincia – credere che la remunerabilità dell’abnorme investimento privato venga garantita tramite il pagamento del pedaggio autostradale. Si potrebbe allora ipotizzare di utilizzare i 468 milioni resi disponibili dal Cipe e già salvati dalla perenzione una volta, per l’adeguamento e la messa in sicurezza dell’attuale tracciato della Pontina con gara ordinaria suddivisa in lotti per consentire la partecipazione delle Pmi“.

Niente più e niente meno che la posizione proposta da anni dal Comitato No Corridoio Roma-Latina, con la conferma, dove ce ne fosse bisogno, che probabilmente, di questa autostrada a pedaggio, hanno bisogno solo qui a Latina: i politici per la propaganda sulla stampa amica, i lobbisti per l’ennesimo spreco pubblico quando già un danno erariale è stato consumato e certificato dalla Corte dei Conti (circa 20 milioni di euro).

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