AUTORITÀ IDRICA DEL LAZIO: PRESENTATA LA PROPOSTA IN REGIONE LAZIO

“Com’è noto sui 357 Comuni del Lazio ben 254 hanno sino a 5000 abitanti, e ciò contrassegna un fattore di debolezza e fragilità quando si parla di economie di scala e di gestione di sistemi complessi come quello idrico integrato, nel quale oggi la captazione, distribuzione e depurazione dell’acqua potabile si svolgono in modo difforme e diseguale.

C’è ora una grande novità che potrebbe regolamentare meglio il servizio, renderlo più equo ed efficiente per tutti i cittadini della Regione: è stata presentata una proposta di legge, la 106 del 12 maggio, da 4 Consiglieri Regionali di FI, Mitrano, Della Casa, Tripodi e Colarossi, dal titolo “Istituzione dell’Autorità idrica del Lazio”, che propone un ambito unico regionale e quindi una gestione unificata del SII.

Se ne parla da molti anni, almeno sin da quando con l’applicazione della legge Galli, la n°36 del 1994, si passò dall’”acqua del Sindaco”, cioè dalle gestioni Comunali, a quelle degli Ambiti Territoriali Ottimali, che furono ritagliati sulle 5 province laziali.

Il bilancio sinora non è stato positivo, perché si è assistito ad un meccanismo di gestione articolato in Ambiti senza personalità giuridica, allocati presso le Province, con un assemblea dei Sindaci che decideva le forme gestionali da adottare, cioè l’affidamento con gara a società private o miste, o il cosiddetto sistema in house, in cui il controllo rimaneva all’Ambito attraverso una ulteriore assemblea di una società interamente pubblica.

Insomma sistemi complessi che hanno reso diseguale il costo dell’acqua e reso deboli gli Ambiti con problematiche, come ad esempio quelli con presenza di arsenico nell’acqua.
Del resto la diversità è palese se confrontiamo l’ATO di Roma con circa 3,9 milioni di abitanti con quelli delle altre province con qualche centinaia di migliaia.

Si istituisce quindi, se il PL verrà approvato, un ambito unico, con una unica Autorità di gestione, articolata in organi triennali, Presidente, Consiglio Direttivo, Direttore Generale, Collegio Revisori, Assemblea.

L’Autorità, con personalità giuridica, si doterebbe di una struttura tecnico amministrativa per l’attuazione del Piano d’Ambito e l’affidamento della gestione regionale avverrà allo scadere delle singole 5 gestioni in essere. Le tariffe, che oggi sono dissimili nei vari ambiti, saranno gradualmente allineate a quella unica regionale e di ciò beneficeranno gli ambiti che oggi superano la media tariffaria e sicuramente i piccoli Comuni che vi appartengono.

Alla copertura dei costi provvederanno contributi regionali, la parte vincolata per le funzioni di ciascun attuale ambito, contributi statali, ed i proventi di specifiche attività e progetti, come la dissalazione e la produzione idroelettrica. È prevista l’istituzione dell’Autorità Idrica entro il corrente anno.

Certamente non sarà un iter semplice, ma omologare i 5 SII di oggi, porterà dei benefici di semplificazione e chiarezza, e per gli ambiti deboli, dove il basso numero delle utenze non consente tariffe agevoli e soprattutto non consente investimenti nella rete o laddove necessitano dearsenificatori o importanti opere di depurazione.

I Piccoli Comuni, che dal sistema attuale sono i più penalizzati, se tutto va nelle aspettative dei firmatari, ne trarranno sollievo e potranno godere di un servizio essenziale e vitale come quello idrico, con modalità moderne ed economiche”.

Così, in una nota, la Coordinatrice della Consulta Regionale Piccoli Comuni, Lubiana Restaini.

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