AUTO IN FIAMME NEL QUARTIERE EUROPA: FILMATO IL RESPONSABILE

Auto in fiamme nella notte a Latina: il rogo ha preso piede intorno alle 4:30 del 29 novembre, in via Islanda, nell’area residenziale vicino al centro commerciale “Millepiedi”.

L’incendio è a poca distanza da viale Kennedy dove, sabato 22 novembre, di sera, è stata esplosa una bomba carta all’interno di un condominio. Sulle cause dell’incendio doloso non ci sono più dubbi: una telecamera della video-sorveglianza di un privato cittadino, piazzata all’esterno, ha ripreso un’auto arrivare vicino alla Mercedes, fermarsi e poi ripartire. Prima di andare via, l’inquadratura riprende alcuni movimenti e anche il bagliore delle fiamme.

Immagini che saranno valorizzati dalla Polizia di Stato che lavora all’identificazione dell’uomo, sebbene la targa dell’auto non sia chiaramente visibile.

Sul posto, lo scorso sabato notte, erano intervenuti i vigili del fuoco per spegnere le fiamme, dopo che qualcuno dei residenti aveva chiamato il numero d’emergenza. Una volante della Polizia di Stato aveva provveduto a fare tutti i rilievi del caso prima di far rimuovere i resti della vettura incendiata. Ad andare a fuoco una Mercedes Classe “B” di proprietà di un ristoratore che gestisce un locale nel centro di Latina.

L’uomo, in passato, quando era co-gestore di un ristorante al Centro dell’Orologio, subì l’incendio di tavolini e sedie di plastica che si trovavano fuori dal locale. Era il dicembre del 2023 e lo sgarro rimase senza colpevoli.

In questo caso, il rogo dell’auto, in una zona attenzionata, vista la bomba di sabato 22 novembre, non può che destare sospetti e le verifiche della Polizia di Stato, benché la vittima dell’incendio avrebbe già chiarito di non aver subito alcuna minaccia.

Rimane di difficile risoluzione il caso di questo incendio, dal momento che non ci sono testimoni e non sono stati trovati inneschi. Ad ogni modo il gesto ha tutto il sapore dell’intimidazione o del gesto di ritorsione. I motivi, però, rimangono oscuri. Non può essere scartata l’ipotesi di uno sgarro nei confronti del ristoratore nato da contrasti sul lavoro, anche se questi sarebbero stati esclusi dalla vittima.

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