Sabaudia, incendia le autovetture della Polizia Municipale di Sabaudia e di un privato cittadino a San Felice Circeo. Arrestato dai Carabinieri
Ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Barbara Cortegiano, il 40enne di Sabaudia, Alessandro Corni, difeso dall’avvocato Maria Verdiana Petrucci. L’interrogatorio di convalida, svolto stamani, 5 dicembre, nel carcere di Latina, è stato per certi versi drammatico. L’uomo, originario di Sabaudia, accusato di aver bruciato due auto della Polizia Locale di Sabaudia e un’auto a San Felice Circeo, ha ammesso tutti gli addebiti, dicendosi consapevole del grave danno provocato, ma escludendo qualsiasi gesto intimidatorio nei confronti dei Vigili Urbani della città delle Dune. Il rogo, infatti, sarebbe servito unicamente per finire dietro le sbarre.
Corni ha detto a chiare lettere di aver compiuto il gesto eclatante perché voleva finire in carcere, confermando di aver agito in quella maniera per farsi arrestare e sottrarsi al suo complicato ambiente famigliare. Problemi con la moglie, con cui è in via di separazione e con la quale ha due bambini, e problemi con la famiglia di origine. “Se io non mi facevo arrestare, mi sarei fatto del male”, ha detto Corni al Gip Cortegiano, facendo intendere che sarebbe stato tentato da un gesto suicida.
Corni, che ha precedenti per droga, lavora fuori e torna a Sabaudia il fine settimana. Il 40enne ha raccontato la notte dei roghi (lo scorso 2 dicembre), quando pioveva a dirotto ed è stato assalito dalla disperazione, bruciando prima l’auto di un parente della moglie a San Felice Circeo che aveva provato a mettersi in mezzo nei loro guai famigliari, dopodiché si è recato a Sabaudia dando fuoco alle due Renegade della Polizia Locale. Un gesto rivolto alle auto dei Vigili Urbani perché, secondo quanto da lui raccontato, avrebbe sollevato l’attenzione e sarebbe scattato l’arresto. Se non fosse finito dietro le sbarre, il passo successivo sarebbe stato quello di togliersi la vita, così ha spiegato Corni al magistrato.
Al termine dell’interrogatorio, il giudice per le indagini preliminari Cortegiano ha convalidato l’arresto e disposto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Lo scorso 2 dicembre, sono stati i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Latina e della Stazione di Sabaudia ad arrestare il 40enne in quanto ritenuto essere il responsabile di incendio plurimo di autovetture in sosta su via Inghilterra a Sabaudia e a San Felice.

In particolare, intorno alle 3 di notte, su richiesta pervenuta al 112, i Carabinieri della Stazione di Sabaudia erano intervenuti in Via Inghilterra dove si era verificato l’incendio che aveva provocato la distruzione di due Jeep Renegade della locale Polizia Municipale, che erano parcheggiate innanzi al Comando, a ridosso delle colonnine di ricarica, essendo entrambe elettriche.
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Nell’ambito degli accertamenti preliminarmente condotti, i militari dell’Arma, con la collaborazione di personale della locale Polizia Municipale, attraverso la visione delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza comunale, avevano avuto modo di riscontrare come un uomo travisato avesse cosparso i veicoli di liquido infiammabile, per poi appiccare l’incendio e allontanarsi a bordo del veicolo in suo uso.
Le conseguenti verifiche, effettuate sulla scorta degli elementi inizialmente raccolti, avevano permesso di identificare l’indagato e di avviare, nell’immediato, le ricerche dei Carabinieri, all’esito delle quali, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Latina avevano rintracciato e arrestato l’indagato in una località boschiva del Comune di Sabaudia, mentre si stava spostando in direzione del lago di Paola.
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Contestualmente, nel corso delle indagini, erano stati raccolti presunti elementi di reità nei confronti dell’indagato anche in ordine ad un ulteriore incendio di autovettura verificatosi, sempre nella nottata, a San Felice Circeo, dove era stata presa di mira l’autovettura di proprietà di parente della moglie.
Corni è il fratello di Leonardo e Francesco Corni, coinvolti in indagini per spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare Leonardo Corni, diventato sorvegliato speciale a marzo 2024, in qualità di imprenditore con la società Rapida, è a processo anche per il pesticida pericoloso utilizzato nelle scuole di Sabaudia. Corni è stato rinviato a giudizio per il reato di delitto colposo contro l’ambiente, in quanto la sua ditta fece la disinfezione negli 11 plessi scolastici di Sabaudia del Cencelli e del Giulio Cesare a settembre del 2019. Molti giorni dopo, grazie ai rilevamenti dell’Arpa, sarebbero state trovate tracce del pesticida organofosfato del Clorpifiros metile (CPS), notoriamente utilizzato in agricoltura contro vermi e parassiti. Una famiglia complessa con cui Alessandro Corni avrebbe rapporti difficili.
