Le Associazioni dei Consumatori A.E.C.I., Associazione Consumatori e Famiglie, CODACONS, CODICI e FEDICONS apprendono che la Conferenza dei Sindaci, cioè l’organismo che riunisce i 38 sindaci dell’ATO4, ossia l’Ambito Territoriale Ottimale che riguarda la competenza di Acqualatina, nella seduta del 2 dicembre scorso ha approvato a maggioranza l’adeguamento della tariffa idrica nella misura del 3,5%.
Anche se tale adeguamento è stato deliberato in misura inferiore a quello del 9% o del 6%, come era stato proposto, quale soluzione mediana dal Gestore, ciò non induce ad alcun commento favorevole in merito.
“Infatti, non solo l’adeguamento del 3,5% sarà attivato ogni anno dal 2025 al 2029 (e ciò con un aumento di 150,00 euro medie per ciascuna utenza), ma anche perché questo adeguamento è stato giustificato con il mantenimento dell’equilibrio finanziario della società, che, tuttavia, tranne una o due annualità all’inizio della gestione ha chiuso i propri bilanci con diversi milioni di euro all’attivo e senza che si abbia notizia di sindaci che abbiano chiesto la ripartizione di questi utili nella misura spettante ai rispettivi comuni oppure la riduzione della tariffa, così come non si ha notizia della finalizzazione di questi utili milionari.
Allo stesso modo non si ha notizia della effettiva utilizzazione dei fondi messi a disposizione del Gestore sia per gli interventi da attivare in occasione della crisi idrica del 2016/2017 sia di quelli relativi al PNRR.
Riteniamo opportuno chiederci e chiedere a chi dovrebbe dare risposte, se, ad esempio, non sarebbe stato più utile ed efficace un piano degli investimenti per la raccolta delle acque o per il riciclo delle acque al fine di non trovarci più impreparati per i noti problemi di approvvigionamento in caso dì scarsità della risorsa e senza che si aspetti che le criticità già vissute accadano un’altra volta per deliberare ulteriori milioni di euro per cercare di correre ai ripari.
Riteniamo che i sindaci che hanno approvato tale aumento (ma anche quelli che si sono astenuti perché avrebbero voluto un aumento persino maggiore, ovvero del 6%), rendessero noti i dati forniti da Acqualatina per motivare e loro per approvare una richiesta di adeguamento di tale portata economica.
In base a quanto risulta alle Associazioni firmatarie, i dati forniti sarebbero ben pochi e, comunque, privi di ogni oggettività scientifica, per cui sarebbe stato come l’averli approvati in maniera fideistica e, probabilmente soltanto in ossequio a “superiori volontà politiche”, nonostante che a pagare saranno i loro concittadini, dei quali i sindaci favorevoli e quelli astenuti dovrebbero difendere al meglio i diritti.
Come queste Associazioni stanno mettendo in evidenza, sono troppi i dati che non ci vengono resi noti, a partire da quelli relativi alla effettiva quantità di acqua che si disperderebbe a causa della fatiscenza delle infrastrutture, perché più volte è stato evidenziato che nel 2016 venne approvato un adeguamento di importo rilevantissimo dal 50 al 30% circa per la riduzione delle perdite ed oggi tali perdite sarebbero persino aumentate al 75%, ma senza avere una dichiarazione formale ed oggettivamente valutabile del perché.
Da anni stiamo chiedendo quali siano gli impieghi effettivi del denaro fatto versare dagli utenti (considerati veri e propri bancomat) ad Acqualatina senza ottenere alcuna risposta in merito e questo non induce certamente a pensieri positivi.
E le risposte non le fornisce soltanto Acqualatina ma neppure la Segreteria Tecnica Operativa che per legge e per mandato è tenuta a vigilare sull’operato del Gestore.
Appare evidente che la vera banca, per Acqualatina, sono i propri utenti, dai quali ottenere denaro in quantità sicuramente impressionante, senza ricorrere al sistema bancario, quindi senza versare interessi e, soprattutto, senza restituire nulla. Certamente un modo molto sicuro per essere imprenditori.
Le associazioni dei consumatori firmatarie pretendono risposte convincenti a quanto su esposto, ribadendo che chiederemo risposte ai vari livelli istituzionali e di controllo al fine di venire a capo di questa incomprensibile e non condivisibile decisione”.