AUMENTO DI CAPITALE IN ACQUALATINA, I CONSUMATORI: “BENE I SINDACI, MA ORA SIA FATTA CHIAREZZA”

Acqualatina Spa, i consumatori: “Soddisfazione per la decisione assunta dai Sindaci ma ora chiediamo verità”

“Le associazioni dei consumatori Assoconfam, Codacons, Codici e Fedicons esprimono soddisfazione per la decisione assunta dai Sindaci dell’ATO 4 di prendere tempo per approfondire le richieste del management di Acqualatina circa la richiesta di aumento del capitale sociale da 26 a 56 milioni di euro.

Una richiesta che, dopo 23 anni di gestione del sistema idrico integrato assegnato alla società a partecipazione mista pubblico/privato ed a soli 7 anni dal termine dell’incarico assunto nel 2002, appare davvero a dir poco singolare ma anche preoccupante.

La singolarità è ancor più evidente ove si consideri che la richiesta proviene da un socio privato (NEPTA, che fa capo ad Italgas) subentrato a Veolia neppure due anni or sono.

Viene da chiedere: cosa può essere accaduto di così grave in questo relativamente poco tempo? Una delle risposte che possiamo solo ipotizzare è: NEPTA non aveva adeguatamente approfondito la situazione al momento di liquidare Veolia? Ma sembrerebbe sin troppo strano che con uno staff di professionisti di alto livello, come quello che sicuramente ha a disposizione Italgas non siano state effettuate tutti i riscontri del caso.

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Comunque, il problema non può essere riversato sui cittadini ed utenti dei 38 comuni del territorio di competenza di Acqualatina i quali, grazie al sistema tariffario, stanno già pagamento una delle tariffe in assolute più alte d’Italia, senza avere un servizio all’altezza dei costi sopportati, come ha rilevato la stessa Corte dei Conti. Ed ora Acqualatina dopo aver ricevuto la garanzia di poter applicare un adeguamento annuale (ripetiamo annuale) a partire dal 2024 del 3,5% fino alla fine al 2029. Il che significa che, a fine gestione, ben che vada gli utenti del servizio idrico pagheranno circa il 20% in più rispetto al 2023.

A questo si devono aggiungere tutti gli altri quesiti che da anni stiamo ponendo e che, sino ad ora, da Acqualatina non hanno avuto risposta: a) in base a quali dati scientifici si può affermare che il livello delle dispersioni di acqua è di oltre il 70%, persino superiore a quello dichiarato nel 2016-2017? nonostante i milioni entrati con gli aumenti sistematici dal 2017 al 2024, b) Quale impiego si sta facendo delle somme delle morosità recuperate, visto che agli utenti non vengono ancora rimborsati, dopo averli prelevati con le tariffe? c) A quanto ammontano i soldi recuperati?; d) quali nuove opere sono state effettuate grazie alle somme accantonate nel FoNI, ossia il Fondo Nuovi Investimenti? e)  quale impiego la società sta facendo delle somme da corrispondere annualmente ai comuni (canoni concessori) per l’utilizzo delle loro infrastrutture e che non risulta siano stati pagati? f) quale impiego si sta facendo degli utili multimilionari dichiarati nei vari bilanci a partire dal 2003?

Queste sono soltanto alcune delle domande, che, nello svolgimento delle nostre funzioni di tutela dei diritti dei consumatori, così come ci sono riconosciute dalle leggi, stiamo ponendo e sulle quali Acqualatina continua a non fornire risposte o le fornisce in modo lacunoso, tanto da far ipotizzare la volontà di non voler rendere noti i dati.

Ebbene, dopo la decisione assunta dai Sindaci ieri 3 settembre, ora per loro è arrivato il momento di assumere le giuste decisioni in merito a queste e ad altre domande che, a nostro avviso, devono rivolgere al Gestore.

Tuttavia, le scriventi Associazioni ritengono che ormai i Sindaci non possano più accontentarsi delle risposte che fornisce Acqualatina ma che essi debbano mettere in piedi un sistema di controlli e di verifiche certe ed effettive sulle carte del gestore, sul sistema degli appalti, sul sistema del recupero dei crediti e sulle sue casse, oltre che sulle sue procedure interne ed esterne nel rispetto delle deliberazioni di ARERA, così come devono fare ogni anno per la gestione dei rispettivi comuni, prima di far approvare i loro bilanci. Un sistema simile al controllo analogo che tutti loro, nessuno escluso, deve sentirsi chiamato ad attivare, al fine di assumere le decisioni più opportune rispetto alle richieste di Acqualatina, ma che, da una parte non risenta di alcuna influenza ideologica e, dall’altra, li metta al riparo da possibili conseguenze civili, contabili e persino penali, eventualmente anche ricorrendo a società specializzate in materia.

Abbiamo il dubbio che sino ad ora questi approfondimenti siano mancati o che siano stati molto superficiali, ma ora è giunto il momento delle decisioni da prendere con responsabilità.

Infatti, prima ancora che per la legalità degli atti è ormai diventata una questione di legittima richiesta di trasparenza che chiediamo con forza a chi, sia per la sua funzione elettiva che per il dovere di tutelare i diritti degli utenti, deve rispondere ai tanti dubbi che tutti gli utenti si stanno facendo da anni e che non sono stati mai chiariti a sufficienza e per fugare ogni dubbio a coloro che, pur essendo i soci veri (perché pagano il servizio) stanno sopportando i costi economici della gestione dell’acqua, che, comunque, non lo si scordi, è sempre classificata quale bene pubblico indispensabile”. 

Così, in una nota, Assoconfam, Codacons, Codici e Fedicons.

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