“Acqualatina socializza costi e rischi, mentre i benefici restano bloccati nella società: La Politica deve scegliere se difendere i cittadini e i Comuni, oppure piegarsi a logiche estranee. Presentata una mozione messa a disposizione di tutti i Comuni soci: ci auguriamo che venga valutata con serietà, oltre ogni appartenenza politica, perché in gioco ci sono l’interesse pubblico e la tutela economica delle comunità locali”
“Il MoVimento 5 Stelle, porta avanti da sempre una politica di opposizione costruttiva, e le critiche, spesso anche aspre, sono sempre accompagnate da possibili soluzioni. Così anche sulla questione di Acqualatina, vogliamo entrare nella querelle che da giorni anima la stampa locale con giuste critiche e denunce da parte di tantissimi comuni, con una proposta concreta che riteniamo possa rappresentare una possibile soluzione.
Rispetto alla richiesta di Acqualatina di un incremento di capitale sociale di 30 milioni di euro, con pesantissime ripercussioni economiche su tutti i Comuni soci, abbiamo elaborato una proposta che consentirà da un lato di raggiungere l’obiettivo di aumentare il capitale sociale e dall’altro ai Comuni di non dover tirare fuori neanche un euro e, anzi, ancor di più, di andare verso una riduzione delle bollette.
In questi giorni è stata diffusa l’idea di una presunta crisi economico-finanziaria di Acqualatina, con l’ipotesi di aumento di capitale avanzata dal socio privato e ripresa da dichiarazioni politiche che prevederebbe un esborso complessivo di 30 milioni di euro, di cui il 51% a carico dei Comuni e il 49% a carico del socio privato. Il Comune di Latina, che detiene il 10,8% della società, sarebbe così chiamato a sostenere un contributo particolarmente rilevante.
La richiesta di liquidità è peraltro arrivata ai comuni non solo priva di qualsiasi dato economico-finanziario attestante questa presunta crisi societaria, ma soprattutto senza una progettazione e un dettagliato crono-programma degli investimenti che si intendono fare con questi 30 milioni.
Nonostante ciò il 30 agosto scorso la sindaca di Latina Matilde Celentano ha dichiarato alla stampa locale che l’aumento di capitale sarebbe indispensabile per “salvaguardare e salvare l’azienda, per garantirne la continuità”. Una ricostruzione allarmistica, del tutto smentita dai dati ufficiali del bilancio 2024 di Acqualatina, già approvato, depositato e pubblicato presso il Registro delle Imprese di Latina.
La realtà infatti è ben diversa: i numeri certificati dimostrano che Acqualatina non è un’azienda in difficoltà, bensì una realtà solida, capace di generare utili e cassa. Nel 2024 ha registrato un utile lordo di circa 17 milioni e un utile netto di 11 milioni, disponibili per i soci sotto forma di dividendi. Il fatturato è lievemente salito rispetto al 2023 arrivando a 139 milioni di euro, con un EBITDA pari a 52,1 milioni, ossia il 37,5% del fatturato, uno dei margini più elevati del settore. C’è stata maggiore capacità di incasso con 7 milioni in più di crediti arretrati rispetto al 2023, le disponibilità liquide ammontano a 22,5 milioni e le riserve patrimoniali al 31 dicembre 2024 sono arrivate a 101 milioni di euro. Parte degli investimenti strutturali sono coperti da ingenti fondi PNRR. Numeri che parlano da soli: Acqualatina è un’azienda solida e in utile, altro che “azienda da salvare”.
Continuare a evocare scenari di crisi e a invocare nuovi conferimenti onerosi da parte dei Comuni significa diffondere informazioni non veritiere, con il rischio di ingenerare paure ingiustificate e di mettere ancora una volta le mani nelle tasche dei cittadini, che oggi sono doppiamente penalizzati perché pagano bollette già elevate – bollette che hanno generato utili per 7 milioni nel 2023 e 11 milioni nel 2024 – e allo stesso tempo vedono richieste di nuovi soldi pubblici nonostante ci siano ampie riserve disponibili, nonostante l’utile 2024, nonostante gli investimenti già finanziati con fondi PNRR. Ai Comuni non arrivano dividendi, non si riducono le tariffe, non si utilizzano le riserve per alleggerire i bilanci degli enti locali: il risultato è un’asimmetria intollerabile, in cui i cittadini pagano due volte mentre il socio privato beneficia di una società solida senza assumersi rischi reali.
La soluzione corretta, se davvero vi fosse l’esigenza di rafforzare il capitale sociale, non è chiedere nuovi sacrifici agli enti locali ma procedere con un aumento gratuito di capitale sociale attingendo alle riserve già disponibili, compreso l’utile 2024, che ammontano a 101 milioni di euro. Più che sufficienti a coprire un aumento ipotizzato di 30 milioni. Quelle stesse riserve possono inoltre coprire eventuali future perdite da investimenti, purché vi sia una governance trasparente, con bilanci previsionali triennali e un crono-programma chiaro che tenga conto anche delle risorse pubbliche già disponibili. Così facendo si garantirebbe: nessun aggravio sui bilanci dei Comuni, un rafforzamento patrimoniale reale e immediato, la tutela degli interessi pubblici e dei cittadini, una gestione prudente, trasparente e responsabile, nonché la possibilità di ridurre le tariffe, ad oggi insostenibili.
Va ricordato che la concessione di Acqualatina scade nel 2032, un orizzonte temporale che impone di utilizzare in modo accorto e trasparente le risorse già esistenti nell’interesse esclusivo del territorio.
Acqualatina non ha bisogno di essere salvata, ma ha bisogno che i suoi soci agiscano con senso di responsabilità e trasparenza, evitando allarmismi e scelte che graverebbero inutilmente sui bilanci comunali. Non è accettabile che i cittadini continuino a pagare tariffe elevate mentre restano immobilizzate riserve e utili che potrebbero essere messi a frutto per rafforzare la società senza pesare sulle comunità locali.
La verità è semplice: Acqualatina è un’azienda solida. La Politica deve scegliere se difendere i cittadini e i Comuni, oppure piegarsi a logiche estranee.
Per questo ho presentato una mozione, con la quale illustro nel dettaglio la proposta del Movimento 5 Stelle per uscire dall’impasse di Acqualatina. Una mozione che come M5S mettiamo a disposizione non solo di Latina, ma di tutti i Comuni soci, della provincia di Latina e degli altri Comuni interessati, affinché possano valutarne la bontà ed eventualmente condividerla, con spirito propositivo nell’interesse unico della collettività, che come amministratori rappresentiamo. Mi auguro in particolare che il Presidente del Consiglio Raimondo Tiero possa calendarizzare nel più breve tempo possibile la discussione di questa mozione in Aula e soprattutto che la Sindaca Celentano voglia valutare con attenzione questa proposta insieme all’intero Consiglio comunale, lasciando da parte le appartenenze partitiche per entrare nel merito e assumendo una decisione utile a difendere i cittadini e l’interesse pubblico”.
Così, in una nota, Maria Grazia Ciolfi, Capogruppo Consiliare M5S e Coordinatrice Provinciale.