Il Comune di Anzio, insieme a quello di Nettuno, ha impugnato il verbale dell’Assemblea straordinaria dei soci del 31 ottobre 2025 e mosso causa contro Acqualatina
La decisione nasce dopo l’acquisizione del verbale dell’assemblea, documento che – secondo la Giunta di Anzio – presenta diverse criticità.
Con la delibera n. 221/2025, Anzio afferma infatti che vi è la necessità di “promuovere un’apposita azione a tutela degli interessi e ragioni dell’Ente”, spiegando che l’obiettivo è l’impugnazione dell’atto societario «date le criticità ivi ravvisate». Per avviare l’azione, il Comune di Anzio ricorda anche il quadro normativo di riferimento che permette di impugnare le delibere ai soci che detengono almeno il 5% del capitale sociale. Una percentuale raggiungibile soltanto attraverso un’azione condivisa con il comune di Nettuno, che il 4 dicembre aveva già approvato la propria deliberazione per procedere legalmente.
Già a novembre scorso, i due Comuni avevano ventilato il ricorso. Sebbene fosse stato bocciato dai Consigli Comunali di oltre il 70% delle Amministrazioni comunali, l’aumento di capitale da 30 milioni non era stato bocciato nell’assemblea dei soci del 31 ottobre e si era rinviato tutto a data da destinarsi. A dicembre un’altra assemblea dei soci si era chiusa con un nulla di fatto.
I sindaci di Anzio e Nettuno, Aurelio Lo Fazio e Nicola Burrini si sono dimostrati sin da subito come quelli più agguerriti contro la decisione proposta dal Comune di Latina. “L’aumento di capitale non è stato ritirato dall’ordine del giorno ma, con una decisione illegittima del Cda e del Presidente Marzoli, – spieganvano – è stato rinviato alla prossima riunione”.
“La Marzoli, con una presa di posizione senza precedenti, – dichiaravano Lo Fazio e Burrini – ha stabilito che la riunione convocata come straordinaria fosse ordinaria e, senza avere i numeri necessari, ha rinviato la discussione su una proposta già, di fatto, bocciata. Contestualmente è stata ignorata, e al momento neanche discussa nella prossima riunione, la proposta dei Sindaci su un maggiore impegno economico da parte del socio privato”
“Uno scollamento completo tra l’attuale Consiglio di Amministrazione, una presidenza che non rappresenta i Comuni e la maggioranza dei Sindaci che non si riconoscono in questa gestione. Faremo ricorso in tribunale sulla delibera – annunciavano – e chiederemo, come Sindaci, le dimissioni del consiglio di nomina pubblica”.
Le due amministrazioni hanno scelto l’avvocato Antonio Giuseppe Pititto del Foro di Roma, definito munito di “specifica professionalità e competenza”.
