Attentato al giornalista Sigfrido Ranucci. Il giornalist aha raccontato di aver subito un tentativo di effrazione nella casa pontina
“Hanno tentato di forzare l’ingresso di un’altra mia abitazione in provincia di Latina. Non l’ho mai detto a nessuno, tranne che alla polizia, infatti la Digos sta indagando”, così ha rivelato al Corriere della Sera il giornalista di Report, che insieme con il pm Carlo Villani della Dda e i carabinieri del Nucleo investigativo di Roma e di Frascati sta mettendo insieme i pezzi per risalire agli attentatori che hanno fatto saltare in aria la sua auto e quella della figlia sotto casa, a Campo Ascolano (Pomezia).
Chi indaga sta allargando il raggio delle verifiche con gli apparati di videosorveglianza, sia verso Roma sia verso Torvajanica, poco distante da Campo Ascolano e dall’abitazione di Ranucci. Territorio dove sono molto attivi fra gli altri anche i clan albanesi che gestiscono il traffico e lo spaccio di stupefacenti, uno dei filoni sui quali si concentrano le indagini sull’attentato al giornalista.
Riguardo ai proiettili calibro 38 scoperti nell’erba dal capo scorta del giornalista. “Non me li hanno lasciati, sono caduti a qualcuno appostato forse con un’arma vicino al cancello di casa dietro una bouganville. Sapeva che, come giovedì, sarei tornato a casa dopo qualche giorno di assenza. All’epoca, come prima, cosa ho fatto subito tagliare quella pianta”.