ASPAL LAZIO: “NON PARTECIPIAMO PIÙ A FESTE E SAGRE”

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Il consiglio direttivo dell’Aspal Lazio ha deciso di non partecipare a nessuna iniziativa da parte dei comuni del territorio dei Castelli e della provincia di Latina

“Questa decisione – spiegano in una nota ufficiale -, è maturata dal fatto che la situazione dall’inizio del 2022 è degenerata;  (dopo le difficoltà spesso elencate nei due anni precedenti dovuti alla pandemia);  per l’ innalzamento spropositato dei costi di gestione e di produzione, a cominciare dalle bollette della corrente elettrica, dal gasolio agricolo,  dai concimi e le sementi, e da tutte le altre materie prime in generale, oltre che dalle difficoltà a trovare manodopera per i lavori agricoli stagionali, ed invece i prezzi dei nostri prodotti agricoli al campo, non hanno avuto nessun adeguamento ai costi sostenuti.  

Purtroppo tutto ciò è avvenuto a causa di tutte le speculazioni che ci sono state, e non certo solo per lo scoppio del conflitto in Ucraina, come vorrebbero farci credere. Nonostante tutte le iniziative di protesta e di proposta che abbiamo fatto noi agricoltori, sia in forma associativa che individuale, non è stato preso fino ad ora nessun provvedimento efficace a livello istituzionale, per far fronte alle nostre emergenze spesso elencate.                 

Ci teniamo a ricordare, che in questi 13 anni di vita, l’Aspal Lazio ha sempre partecipato alle varie iniziative di valorizzazione delle nostre produzioni locali, in tutti i comuni del nostro territorio, tanto è vero che abbiamo anche registrato un marchio al ministero dello sviluppo economico, denominato TERRE E SAPORI DEL LAZIO, collegandolo alla nostra associazione Aspal.  Visto e considerato però, che del nostro settore agricolo, e delle nostre  emergenze , non importa niente a nessuno, e nessuno ancora ha capito che dietro ogni festa o sagra di ogni prodotto alimentare c’è il lavoro e il sacrificio di un agricoltore,  riteniamo al tempo stesso inutile al momento, partecipare a qualsiasi evento, sagra e festa nel nostro territorio, dove le finalità siano quelle di valorizzare i nostri prodotti e le nostre eccellenze territoriali; fin quando la politica in generale e le istituzioni,  non capiranno che l’ unico modo di valorizzare le nostre produzioni, è quello di riconoscere un costo di produzione annuale su tutti i nostri prodotti agricoli coltivati, al di sotto del quale non si deve scendere con il prezzo, altrimenti il nostro settore primario è destinato a soccombere e a fallire definitivamente, anche se la legislazione europea prevede attualmente sanzioni pesanti, contro le pratiche sleali .  

Ovviamente ci dispiace tantissimo per i comuni del nostro territorio per aver preso questa decisione, anche perché noi non abbiamo nulla contro le nostre  amministrazioni locali, concludono dal direttivo Aspal, ma anche loro debbono capire il nostro stato d’animo, visto che noi agricoltori non viviamo con lo stipendio garantito e assicurato, né tanto meno disponiamo di apparati burocratici redditizi  e proficui, ma viviamo solamente del nostro duro lavoro quotidiano nelle nostre campagne,  e abbiamo il diritto di essere rispettati per quello che facciamo .   

A queste condizioni, con questi costi e con queste regole, per noi è e sarà, impossibile continuare a produrre, e di conseguenza sarà anche impossibile, valorizzare e promuovere tutte le nostre eccellenze”.

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