Asl di Latina: il Direttore Generale ha firmato la delibera con cui viene approvato il nuovo atto aziendale che regola la sanità pontina
Polemiche e accuse, soprattutto tra Sindaci e consigli comunali dei talune città, non sono mancate nell’iter di approvazione dell’atto aziendale dell’Asl di Latina. Solo oggi, dopo qualche rinvio, è stato approvato con delibera firmata dal Dg Asl Silvia Cavalli la delibera che rende ufficiale il nuovo indirizzo sanitario, dopo le quattro consultazioni avvenute a novembre con la Conferenza locale dei Sindaci per la Sanità. L’atto aziendale, ora, verrà trasmesso alla Regione Lazio.
Nella delibera, la Asl specifica che la Direzione Aziendale, in funzione del perseguimento dei fini istituzionali, ha ritenuto di attuare una profonda revisione del macro livello dell’assistenza territoriale, riconducendo nell’ambito delle funzioni dei cinque Distretti il coordinamento delle cure primarie e della specialistica ambulatoriale, la gestione delle Case della Salute, che a breve diventeranno Case della Comunità, luoghi della presa in carico della popolazione con patologie croniche.
Tra le linee approvate, anche la trasformazione del Dipartimento di Assistenza primaria in Dipartimento delle fragilità. La vocazione del Dipartimento – spiega la Asl – è il governo dei bisogni sanitari delle fasce di popolazione debole ad elevato svantaggio sociale e sanitario, dove maggiormente è necessario garantire una risposta globale efficace ed appropriata, assicurando equità e presa in carico.
Sono state riorganizzate, inoltre, le Aree tecnico-amministrative, revisionando e ottimizzando i processi gestionali e amministrativi dell’Azienda, in piena aderenza ai principi contenuti nel Piano attuativo di certificazione dei Bilanci delle aziende sanitarie e i principi contenuti nella normativa di prevenzione della corruzione.
Soppresso il Dipartimento interaziendale a struttura con la ASL di Frosinone denominato “Dipartimento Operation” e le due unità operative complesse interaziendali “Provveditorato” e “Tecnico patrimonio e sistema informatico”. È stato parzialmente modificato il Dipartimento degli Staff di Direzione Strategica.
All’atto aziendale che si compone di oltre 130 pagine definendo struttura e vertici dell’azienda sanitaria, modello gestionale e assetto organizzativo, sono allegati anche i diversi emendamenti presentati dai molti dei Comuni della provincia pontina, tra cui quelli degli enti di Terracina e Fondi che, proprio ultimamente, avevano generato una serie di scontri tra parti politiche.
Tra gli emendamenti allegati all’atto, quello dei Comune di Fondi, Castelforte, Lenola, Monte San Biagio e Gaeta sulla riattivazione della terapia intensiva in un’area adiacente alla sala operatoria del San Giovanni Di Dio, con una dotazione di almeno 4 posti letto, apparecchiatura e personale.
Da Sezze, l’emendamento sulla Casa di Salute dove si vuole creare, sul modello di Gaeta, un centro di diagnostica strumentale dotato di apparecchiature e personale.
Richieste ulteriori dai Comuni del sud pontino in riferimento al suddetto centro di diagnostica specialistica presso l’ex ospedale Mons. Di Liegro: gli enti chiedono tecnologia e personale, oltreché ai macchinari per radiologia, risonanza magnetica, scintigrafia, pet, elettromiografia ecc.
Passa l’emendamento del Comune di Terracina per evitare il ridimensionamento della UOSD di Traumatolotogia e Ortopedia. Era stato il Consiglio comunale di Terracina a ribadire unitamente che fosse il Presidio Centro Autonomo.
Altri emendamenti da Bassiano, Sermoneta e altri centri lepini. Infine, anche l’emendamento del Comune di Ponza per permettere alle donne isolare di avere un’estensione dell’assistenza al parto presso il presidio ospedalieri del “Dono Svizzero” formiano.