ARTE NEI LEPINI. ALLA SCOPERTA DEL BELLO CHE VI CIRCONDA (E CHE FORSE NON CONOSCETE)

Il Giudizio Universale, affresco di Pietro Colaberti presso l'oratorio dell'Annunziata di Cori (1420)

Il mese di dicembre del 2019 verrà ricordato a Latina per l’impegno
dell’amministrazione per il rilancio del territorio. Siamo partiti dalla presentazione della Guida edita dalla Repubblica (ne abbiamo parlato qui:
Cantami o guida le eccellenze della terra pontina…) presentata il 2 dicembre scorso, passati per i due giorni di studio sul destino del Museo Cambellotti (La cultura fa sistema. Sette città di fondazione….)  del 6 e 7 dicembre, per chiudere con la presentazione del libro Arte nei Lepini, di
Vincenzo Scozzarella e Ferruccio Pantalfini edito da Il Levante libreria editrice e Compagnia dei Lepini.

Nonostante Giove Pluvio e i danni del maltempo che si è abbattuto su Latina in serata, il Museo Cambellotti si è riempito – circa 100 persone – per ascoltare la breve lezione di arte tenuta dal professor Scozzarella e dal professor Pantalfini.

Vincenzo Scozzarella, direttore del Museo di Fossanova e Bassiano

Effettivamente la notazione del sindaco Damiano Coletta fa capire quanto questa serie di eventi significhi per un’amministrazione spesso accusata di non fare nulla. Questo libro è il completamento della guida presentata agli inizi del mese. Se nella guida di repubblica troviamo la cartografia essenziale per muoversi sul territorio, mangiare e dormire, le eccellenze e non solo, in questo libro troviamo le stazioni dove fermarci.

Perché, solo per questa occasione, possiamo immaginare che i paesi a cui si fa riferimento siano un enorme, unico, museo che parte dal Medioevo fino ai giorni nostri, passando per Orazio Zecca ad Artena, Pietro Colaberti e il Pomarancio a Cori, Giovanni Cingolani a Maenza, Nicolas Poussin a Roccasecca dei Volsci fino a Duilio Cambellotti a Priverno.

Quirino Briganti, Presidente della Compagnia dei Lepini

Forse non ci avete mai pensato a quante cose da vedere ci sono sui Monti Lepini, piccole perle, forse mal comunicate, alle volte con orari impossibili per essere visitate. Da questa autocritica collettiva bisogna partire per parlare finalmente di cultura, quella vera, non di mostre pop-up nei bar di provincia.

Personalità colte come Vincenzo Scozzarella e Ferruccio Pantalfini, unite alla spinta propositiva della Compagnia dei Lepini (che in molti, ieri, in sala non conoscevano) sono poi la chiave di volta per rilanciare questo territorio. Se come ha sottolineato il sindaco Damiano Coletta, la Guida di Repubblica sta vendendo bene, contro ogni aspettativa, ora sta agli operatori della cultura di iniziare un percorso per dotare Latina di un museo che ne descriva l’identità che non sia più un feudo per pochi sporadici eventi, ma che sia memoria, educazione, prospettiva. Aspettando un direttore, uno studio sulla didattica e un apparato comunicativo degno di un museo di un artista che si è sentito accolto e ne è diventato cittadino e che per questo territorio ha dato moltissimo.

“La Madonna delle cerase”, anonimo, presso la Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo a Maenza (XV secolo)

Il libro

Una brossura comoda da portare in viaggio, possiamo iniziare così. Le opere sono raccontate come in una buona didascalia ragionata che non troverete (forse) in tutti i posti elencati. Scoprirete che nell’Oratorio dell’Annunziata di Cori, nella zona di Porta Romana c’è un bellissimo affresco del Colaberti, del 1420 -30, che raffigura il Giudizio Universale. Una piccola Cappella Sistina, ma nel nostro territorio, a cui è stata scalpellata la figura di Satana e cancellate le facce dei demoni, che incutevano timore. Oppure che la bontà delle ciliegie di Maenza erano note già nel XV secolo e le ritroviamo nell’ affresco della Madonna delle Cerase, che potete trovare nella Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, dove la Vergine nutre il Bambino con queste ciliegie rosso sangue, preludio al martirio. Se pensavate di aver visto affreschi sulle storie della Genesi solo a Firenze ad opera di Masaccio vi stupiremo dicendovi che ci sono anche a Sezze,
nella Chiesa di S. Lucia. Sicuramente più recenti di quelle di Masaccio, ne
conservano la funzione educativa e narrativa. Chiudiamo con una stranezza: il Suonatore di Viella del XV secolo che potete trovare nella Chiesa di San Michele Arcangelo di Sonnino, un unicum: vi divertirete tantissimo a trovare somiglianze, anche con giocatori di tennis.

Perché comprare questo libro:

Oltre ad essere ben fatto di facile consultazione, unito alla Guida (che trovate ancora in edicola) vi farà passare le prossime domeniche di primavera lontani dalla tavola, dalla TV e forse dal vostro smartphone. Perché si fa presto a riempirsi la bocca di revisionismo storico, ma si fa anche presto a scoprire l’ignoranza che si cela dietro. Conoscere la vera storia, anche quella artistica, di un territorio e farne parte davvero. Sentirlo. Viverlo al di fuori di pregiudizi. Con meno di 40euro potete fare un bellissimo regalo a tutte le persone che vi dicono che a Latina (e dintorni) non c’è nulla oltre Fossanova. Fateli ricredere.

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