Vertenza Arescosmo: la FILCTEM CGIL e la FEMCA CISL chiedono chiarezza sul futuro e proclamano lo stato di agitazione
I sindacati Filctem CGIL e Femca CISL hanno ufficialmente proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori dell’azienda Arescosmo, attiva nel settore strategico della difesa, a seguito di un’assemblea interna segnata da profonda tensione e preoccupazione. Da oltre due anni e mezzo, l’azienda è sottoposta a procedura di concordato preventivo in continuità, ma secondo le sigle sindacali, la gestione attuale non sta offrendo risposte concrete in merito al futuro dell’azienda e dei suoi dipendenti.
Gli amministratori, che gestiscono la società, non hanno ancora fornito un piano strategico chiaro e garantito sul futuro del sito. “Non possiamo continuare a navigare a vista — affermano i sindacati —. Serve trasparenza su ogni passaggio e chiarezza sulle intenzioni del management. Nonostante l’esistenza di commesse acquisite per milioni di euro e la manifestazione d’interesse ufficiale da parte di un soggetto industriale per l’acquisizione, l’operazione risulta bloccata e ancora al vaglio dei commissari giudiziali, nell’ambito della procedura di concordato preventivo in continuità, avviata già da tempo e non ancora omologata. Durante un recente incontro, l’azienda ha confermato alla nostra organizzazione l’interesse dell’investitore. Tuttavia, non sono state fornite risposte né sui tempi né sulle reali motivazioni che stanno ostacolando la cessione delle quote azionarie, passaggio imprescindibile per garantire la ripresa dell’attività produttiva e la continuità industriale”.
“Se c’è davvero un potenziale acquirente — dichiarano Filctem CGIL e Femca CISL —, perché non si conclude la trattativa? E soprattutto, chi tutela oggi il futuro industriale e occupazionale di Arescosmo?”
È necessario che venga convocato con urgenza un tavolo, con la partecipazione dei rappresentanti dell’azienda e delle organizzazioni sindacali, affinché venga presentato il piano industriale dello società o quello del papabile soggetto interessato all’acquisto.
“Ares Cosmo opera in un settore strategico per il Paese, con competenze e tecnologie che non possono andare disperse per mancanza di coraggio decisionale o per inerzie procedurali – dichiara Antonio Parente, Segretario Generale della FILCTEM CGIL –. È arrivato il momento di dire con chiarezza cosa sta rallentando il percorso di acquisizione e chi ne è responsabile. Non possiamo più accettare il silenzio.”
Ares Cosmo è impegnata in progetti di alta tecnologia per il comparto aerospaziale e difesa, tra cui sistemi per la missione ExoMars dell’Agenzia Spaziale Europea, dispositivi di protezione per il programma F-35, tutte attività di valenza strategica nazionale. Eppure, nonostante questo ruolo di rilievo, l’azienda si trova in una situazione di paralisi: ritardi nei pagamenti degli stipendi e assenza di chiarezza sui reali margini di ripartenza.
Va sottolineato che un tempo quello che era parte della stessa realtà industriale, oggi sono due aziende formalmente distinte. Infatti diversi anni fa ci fu una procedura di separazione societaria, tra Arescosmo e Aero Sekur, che ha oggi però, avuto esiti profondamente divergenti: Aero Sekur ha rafforzato la propria presenza sul mercato, mentre Arescosmo ha ereditato una situazione finanziaria già fortemente appesantita, che nel tempo si è ulteriormente deteriorata, compromettendone la stabilità. Una distinzione solo formale, dunque, che non cancella del tutto la continuità e la contiguità tra le due realtà, né mette completamente al riparo da interrogativi sulla portata e le conseguenze dell’operazione societaria nel caso in cui il concordato non dovesse avere esito finale positivo.
A rendere il quadro ancor più complesso, la proprietà di Aero Sekur fa capo a una società di diritto inglese, extra UE, la cui struttura non consente di conoscere con certezza chi siano i reali azionisti, né di perseguirli in caso di esito negativo del concordato. Il legale rappresentante è Mark Richard Butler, cittadino britannico extra-UE, che — secondo quanto riferito dagli stessi amministratori — è intervenuto più volte, tramite tale società, per sostenere finanziariamente Arescosmo. Un elemento che lascia intuire un rapporto ancora operativo tra le due aziende, ma che solleva anche interrogativi sul piano della trasparenza e della direzione strategica.
In questo contesto, i sindacati chiedono chiarezza: che tipo di rapporto lega oggi le due imprese? Chi guida davvero le scelte aziendali? E soprattutto, quali azioni sono state messe in campo — o trascurate — per garantire la continuità dell’attività e la tutela dei lavoratori?
La situazione genera forte tensione tra i circa 40 lavoratori coinvolti, da tempo privi di risposte certe. Gli amministratori, ciclicamente, avanzano l’ipotesi della presentazione dei libri in tribunale, una minaccia che contribuisce ad aggravare il clima di instabilità e sfiducia. Un’eventuale liquidazione giudiziale cancellerebbe know-how, capacità produttive e valore industriale in un settore considerato strategico per il Paese, tanto più nella situazione contingente in cui il Governo italiano ha appena dichiarato di volere intraprendere il c.d. piano di “Riarmo” italiano.
La paventata liquidazione giudiziale non può e non deve rappresentare una comoda via d’uscita per chi, oggi, si trova al timone dell’azienda o ne detiene la proprietà, eludendo così ogni assunzione di responsabilità. Affidare al tribunale il destino di Arescosmo senza aver tentato con serietà ogni strada percorribile di salvataggio industriale è un atto di abbandono inaccettabile.
Ma non ci fermeremo qui, afferma il segretario della Femca CISL Salvatore Rocco, siamo disposti a percorrere tutte le strade al fianco dei lavoratori per vedere Arescosmo riprendere attivamente e completamente la propria attività. I lavoratori e le lavoratrici di Ares Cosmo non intendono restare in silenzio mentre viene compromesso il loro futuro.
“Abbiamo proclamato lo stato di agitazione con responsabilità ma anche con determinazione – aggiungoni I Segretari –. Se non arriveranno risposte entro tempi brevi, siamo pronti a mobilitare tutto il territorio. Questa vertenza non riguarda solo un’azienda, ma il valore industriale del nostro Paese.
Le organizzazioni sindacali ritiengono inaccettabile che un’azienda di alta rilevanza strategica venga lasciata nel limbo decisionale, senza trasparenza né garanzie. Ribadiamo la necessità immediata di interventi istituzionali e richiamiamo ogni soggetto coinvolto alle proprie responsabilità. Il lavoro, la dignità delle persone e la continuità industriale non possono più aspettare”.
FILCTEM CGIL – Segretario Generale Antonio Parente
FEMCA CISL Segretario Salvatore Rocco.