Era il maggio del 2015, una mattina prima delle otto, quando i tre fratelli indiani, Sandeep Kaur (19 anni), Amandeep Singh (21) e Gagandeep Sidhu (all’epoca minorenne di 17 anni) aspettavano, come ogni mattina, l’autobus Cotral proveniente da Anzio per andare a scuola ad Aprilia. All’improvviso, sbucò un’auto guidata da un uomo di 40 anni, Joseph Avarello, anche lui di Aprilia, il quale, sulla sua Fiat Uno, li investì uscendo fuori strada e schiantandosi contro un muro di cinta sulla Nettunense allo svincolo per via dei Giardini.
Persero la vita due su tre: i più sfortunati Sandeep Kaur e Amandeep Singh, entrambi studenti all’Istituto Rosselli di Aprilia. Il fratellino scampò miracolosamente, subendo anche un ricovero presso la clinica di Aprilia per via di gravi fratture al bacino e alla gambe.
Sul posto dell’incidente intervennero Polizia Stradale di Albano e Aprilia.
Da subito, riemerse, con la tragedia, la pericolosità delle fermate dell’autobus sulla Nettunense e la questione annosa della sicurezza pubblica, non esistendo uno spazio dove attendere l’arrivo del pullman su quel rettilineo che va da Aprilia a Campo di Carne.
Ecco perché, il sostituto procuratore di Latina, Valerio De Luca, ha chiesto il processo, nella giornata di ieri, non solo per chi guidava – l’oggi 44enne Avarello – ma anche per gli allora vertici della Cotral e il responsabile di Regione Lazio per la Nettunense, rispettivamente gli ex amministratori delegati Vincenzo Surace (ex Presidente) e Arrigo Giana (consigliere di amministrazione in prorogatio), il dirigente Walter Volpe oltreché al dirigente della Pisana. Tutti ritenuti responsabili di aver contribuito all’omicidio colposo dei due poveri giovani.