APRILIA: SEQUESTRATO E PICCHIATO QUASI A MORTE, SCATTANO TRE ARRESTI

Comando Reparto Territoriale Carabinieri di Aprilia
Comando Reparto Territoriale Carabinieri di Aprilia

Aprilia, sequestrato e picchiato da tre persone: scattano gli arresti eseguiti dai militari del Reparto Territoriale

Un uomo, di 52 anni, è stato sequestrato e successivamente picchiato, da tre persone, per poi essere colpito ripetutamente con una spranga di metallo e persino costretto sotto la minaccia di una pistola. La vittima, che il giorno dell’aggressione fu soccorso sulla strada da un automobilista, ha riportato lesioni al cranio, naso e al torace con una prognosi di oltre 40 giorni.

È quanto emerge da un’operazione dei Carabinieri del Norm di Aprilia che hanno dato seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Latina, Giuseppe Molfese, su richiesta del sostituto procuratore Simona Gentile. I fatti risalgono a ottobre scorso, dopodiché, il 20 dello stesso mese, è scattata la denuncia da parte della vittima. L’uomo sarebbe stato sequestrato e picchiato violentemente tanto da perdere i sensi.

Per tale ragione, i carabinieri di Aprilia hanno tratto in arresto tre persone: si tratta del 30enne Fausto Franco e del 34enne Gianmarco Pedrazzi finiti in carcere e della donna di 35 anni Valentina Massi Santafede (compagna di Pedrazzi) agli arresti domiciliari. Sono accusati di tentato omicidio, sequestro di persona, violenza privata e minaccia. La vittima ha raccontato di essere stato rapito dai tre uomini, costretto a salire su un’auto, e condotto in periferia tra Aprilia e Nettuno dove sarebbe stato commesso il reato di tentato omicidio.

Grazie alle indagini dei Carabinieri, è stata rinvenuta anche l’auto utilizzata per il sequestro di persona: un veicolo carbonizzato, dato alle fiamme qualche giorno dopo l’aggressione, ritrovato sotto un cavalcavia della SS Pontina nel territorio del Comune di Ardea. L’ipotesi è che i tre accusati, per cancellare ogni traccia, hanno nascosto il mezzo in una zona isolata per poi darlo alle fiamme. Inoltre, dopo che l’uomo il 20 ottobre ha sporto denuncia a carico dei tre soggetti, la donna avrebbe provato a contattare la vittima intimandogli, con minacce di morte, di ritirare la medesima denuncia.

Difesi dall’avvocato Andrea Gatto, i tre sono comparsi davanti al Gip Molfese per l’interrogatorio di garanzia nell’ambito del quale è stato convalidato l’arresto. Sulle ragioni dell’aggressione non trapela nulla di definitivo, se non qualche screzio o insulto che sarebbero alla base dell’aggressione: pare che l’uomo, vittima di pestaggio e sequestro, avesse rivolto insulti e minacce nei riguardi di una conoscente della coppia Santafede-Pedrazzi. La difesa ha puntato sulla circostanza per cui non vi era volontà di uccidere poiché l’uomo è stato rilasciato, seppur in periferia e senza cellulare.

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LA NOTA DEI CARABINIERI –

Nelle scorse ore i carabinieri di via Tiberio hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare personale, emessa dal GIP del Tribunale di Latina, su richiesta del Pubblico Ministero presso la locale Procura della Repubblica, nei confronti di 3 persone (2 in carcere ed 1 agli arresti domiciliari) ritenute responsabili, a diverso titolo, dei reati di tentato omicidio e sequestro di persona in concorso, violenza privata e minaccia.

Il provvedimento cautelare scaturisce dalle risultanze acquisite dalla citata Sezione Operativa, nell’ambito dell’indagine originata dalla denuncia proposta dalla parte offesa in ordine alle gravissime lesioni patite il 20 ottobre 2022, ad Aprilia.

In occasione dell’evento delittuoso un cittadino italiano del luogo è stato sequestrato e successivamente condotto in più luoghi appartati nell’ambito della giurisdizione di questo Comando, nonché nell’ambito del Comune di Nettuno, dove è stato ripetutamente colpito in più parti del corpo, tra cui il cranio e la zona toracica, provocando gravi lesioni, mediante l’utilizzo di una spranga in metallo e sotto la costante minaccia di una pistola, oggetti compatibili con i referti medici, fino a procurargli lesioni gravissime giudicate guaribili in tempo superiore ai quaranta giorni, in grado di poterne potenzialmente determinare la morte, non sopraggiunta per cause estranee alla volontà dei soggetti colpiti dall’odierna misura cautelare.

Sulla base dei primi elementi investigativi raccolti, veniva avviata una minuziosa indagine grazie alla quale venivano estrapolati dati e riscontri afferenti la denuncia della parte offesa e sulla scorta dei quali lo sviluppo della successiva manovra investigativa, coordinata dalla locale Procura, permetteva, attraverso una puntuale attività di analisi degli elementi investigativi acquisiti, di individuare gli autori dell’ efferato crimine, nonché dell’autoveicolo utilizzato per il suo compimento, che gli stessi autori, al fine di cancellare tracce pertinenti allo stesso reato, provvedevano dapprima ad occultare e successivamente a condurre in zona isolata nella campagne di Ardea dove i militari della stessa Sezione Operativa lo individuavano diversi giorni dopo, completamente carbonizzato.

Il G.I.P., concordando pienamente con tutte le risultanze investigative prodotte dalla Procura di Latina che a sua volta concordava con le indagini condotte dalla Sezione Operativa del NORM del Reparto Territoriale di Aprilia emetteva le misure custodiali oggetto dell’odierna operazione.

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