I Grillini Apriliani, con una corposa nota (che pubblichiamo integralmente), ripercorrono l’affaire dei crediti contestati dall’Azienda speciale Multiservizi Aprilia, la società comunale dei servizi pubblici locali istituita nel 2003, al Comune guidato dal sindaco Antonio Terra
La controversa vicenda, messa in evidenza nel 2015, doveva chiarirsi nel giro di un anno, mentre ne sono trascorsi quattro. Un arbitrato avrebbe dovuto stabilire se il Comune di Aprilia dovesse pagare gli oltre quattro milioni che da anni la Azienda Multiservizi pretende, a copertura di servizi che la municipalizzata avrebbe erogato a favore dell’Ente di Piazza Roma e da questo mai riconosciuti. Malgrado l’urgenza di arrivare ad una definizione della vicenda, nel 2016 fu scelta la strada dell’arbitrato (nell’era della preliquidazione) che si è però concretizzata soltanto a novembre del 2019, con la scelta del prof. Bernardino Quattrociocchi, esperto molto stimato in provincia. Il responso doveva arrivare 90 giorni dall’affidamento avvenuto il giorno 8 ottobre 2019, ma al momento non se ne sa nulla.
La nota di quadratura Finanziaria allegata al rendiconto 2015 ha messo in evidenza l’ammontare complessivo dei crediti che, secondo Asam, il Comune di Aprilia dovrebbe pagare alla società; si tratta di 4.830.698,88 euro una somma che l’ente di Piazza Roma formalmente non ha riconosciuto e, addirittura, in larga parte contestato.
L’Asam, di fronte a queste contestazioni, ha messo in mora il Comune di Aprilia che, al fine di riconciliare la situazione creditoria, ha istituito un tavolo tecnico di lavoro misto.
Il Comune, malgrado la messa in mora, sostiene di aver già avviato proficuamente la ricognizione, attuando ciò che il governo centrale ha imposto in tema di riassetto delle società partecipate in linea con il programma Cottarelli.
Il mancato riallineamento dei conti, secondo il Comune di Aprilia, avrebbe prodotto danni nei confronti dell’Asam (impossibilità a svolgere i servizi assistenziali, impossibilità a svolgere i servizi di manutenzione) e ancora di più avrebbe avuto riflessi negativi sui livelli occupazionali, mentre non si evince quale dovrebbe essere l’effetto negativo del mancato riconoscimento del debito del Comune di Aprilia, se non – ma questo per deduzione – il pagamento di servizi che lo stesso ente contesta, pertanto inesistenti?
Per risolvere la controversia, il Comune di Aprilia e l’Asam decidono di ricorrere all’arbitrato, poiché il ricorso alla giustizia civile ordinaria non avrebbe garantito la soluzione della questione in tempi certi e brevi e, pertanto, con la Delibera di Giunta Comunale n. 354 del 02/12/2016 decidono di affidare la soluzione della controversia ad un arbitro e autorizzano il sindaco a nominare, con atto separato, un professionista di comprovata esperienza in materie giuridico -contabili ed esperto di contabilità pubblica.
Per quasi tre anni, malgrado la controversia sia di comprovata urgenza, il sindaco non nomina alcun arbitrato; anzi la giunta si riunisce per revocare quanto fin lì deciso con la Delibera di Giunta Comunale n. 354 del 02/12/2016, ma solo nella forma perché nella sostanza sia il Comune che l’Asam ritengono ancora condiviso ed ottimale il ricorso all’arbitro unico.
Nella deliberazione della Giunta Comunale n. 56 del 10/04/2019 il numero della deliberazione richiamata nell’oggetto e che si intende revocare è sbagliato – si è preso atto ciò che il collegio dei liquidatori dell’Asam sollevava e cioè che dalla data della delibera con la quale si decideva di ricorrere all’arbitro – era il 2016 – lo scenario si era modificato a seguito della decisione del consiglio comunale del 2017 di porre in liquidazione l’Azienda speciale.
Pertanto di comune accordo si ribadisce di ricorrere all’arbitrato (unico arbitro) per ricomporre la controversia, ad un costo non superabile di 40.000 euro, al lordo degli oneri dovuti, addebitata pro quota a ciascuna parte del giudizio, prevedendo inoltre che le spese vive occorrenti per ciascuna delle parti in giudizio saranno anticipate pro-quota da ciascuna delle parti in giudizio.
Infine si stabilisce che per concludere l’arbitrato il termine sarà di 90 giorni dalla data di accettazione dell’incarico.
Il 20.06.2019 la giunta comunale approva con una delibera lo schema del rituale dell’arbitrato: l’Asam ha espresso gradimento nei confronti del prof. Bernardino Quattrociocchi (ndr: Professore Ordinario di Economia Aziendale all’Università La Sapienza di Roma, che vanta nel curriculum più incarichi in società partecipate d’Italia), pertanto si autorizza il sindaco a sottoscrivere il compromesso di arbitrato rituale per l’avvio della relativa procedura contenziosa e a nominare uno o più avvocati dell’Avvocatura comunale o del libero foro, per il patrocinio e l’assistenza tecnica dell’Ente nella vicenda di cui trattasi.
Il 25.11.2019 il responsabile del servizio Contenzioso e avvocatura, richiamate la deliberazione di Giunta n. 96 del 20/06/2019 e la nota del collegio dei liquidatori dell’Asam con la quale l’azienda esprimeva gradimento nei confronti del Professor Bernardino Quattrociocchi, stabiliva l’ammontare del compenso dovuto in 40.506,34 euro, determinava il compenso per il comune a 20.253,17 da pagare una volta giunta la fattura elettronica del professionista.
Nella determinazione non si fa nessun riferimento ai 90 giorni, precedentemente stabiliti, per la conclusione dell’arbitrato, né vi è traccia sull’albo pretorio del comune del decreto sindacale di nomina del professor Quattrociocchi.
Comunque qualora pure fosse confermato il termine per l’arbitrato nei 90 giorni precedentemente convenuti e si stabilisse la data del 25 novembre (data della determinazione del compenso) quale data di inizio dell’incarico, i 90 giorni sarebbero comunque scaduti il 24 febbraio 2020.
Pertanto, considerato che siamo al 12 maggio, è legittimo domandarsi che fine abbia fatto quell’arbitrato che sembrava tanto urgente? Se si è svolto e concluso e con quale atto è stato conferito l’incarico al professor Quattrociocchi?