La Questura di Latina ha comunicato un’importante azione di sequestro relativo a un ingente patrimonio immobiliare nei confronti di un noto pregiudicato di Aprilia.
La Polizia di Stato ha notificato un decreto di sequestro emesso dalla Sezione Penale del Tribunale, su proposta del Questore di Latina, a carico di Nino Montenero, soggetto costantemente coinvolto in attività criminose, a partire dal 1972, e in rapporti di frequentazione e correità con altri soggetti dediti al crimine.
Le laboriose indagini condotte dagli investigatori della Divisione Polizia Anticrimine in collaborazione con i detective della Squadra Mobile hanno consentito di accertare la vicinanza di Montenero ad altri pericolosissimi pregiudicati operanti nel basso Lazio ed in Campania, tra cui esponenti di vertice dei clan camorristici Contini, Nuvoletta e Gionta.
Sin da giovanissimo Montenero è stato un punto di riferimento per la gestione della stragrande maggioranza dei traffici illeciti del territorio in materia di rapine e stupefacenti ed intessendo negli anni rapporti con la mafia, la camorra e la criminalità organizzata albanese.
Ripetutamente denunciato e arrestato per rapine a mano armata commesse in concorso con altri criminali (tra cui suo fratello Rosario, nella rapina consumata nel 1995 a Castiglione del Lago) ai danni di banche e furgoni portavalori, come l’assalto ai danni della Cassa di Risparmio di Roma, in cui fu ucciso il metronotte Alberto Moriconi, a Lavinio nel 1981. Montenero è risultato più volte coinvolto anche in attività di spaccio e traffico di stupefacenti, come evidenziato dalle operazioni investigative Jumbo, Pittbull, Piazze Pulite, Airon e Las Mulas (dove fu coinvolto il figlio Dimitri e Marco Zuppardo), nell’ambito delle quali è stato colpito da ordinanze di custodia cautelare, che hanno rivelato i suoi strettissimi rapporti criminali con i citati clan camorristici campani, oltreché ai legami con i casertani trapiantati a Latina come il defunto Giovanni Giordano, il “padre costituente” del narcotraffico di Latina città, che ha letteralmente “svezzato” dal punto di vista criminale personaggi come Costantino “Cha Cha” Di Silvio e Gianluca Tuma.
Il Tribunale ha accolto e pienamente condiviso gli accertamenti della Divisione Polizia Anticrimine della Questura, secondo i quali i beni oggetti del sequestro sono stati acquisiti grazie alle disponibilità economiche derivanti dalle attività illecite poste in essere dal Nino Montenero fin dagli anni ‘70, ritenendo che le indagini hanno fatto emergere un’evidente sproporzione tra il valore del patrimonio familiare ed i redditi dichiarati al fisco da Montenero e la sua famiglia. Il decreto rileva, infatti, come minimi siano i redditi dichiarati dallo stesso, così come quelli dei genitori, i quali nel 1971 furono addirittura assegnatari di un alloggio popolare per le riconosciute condizioni di indigenza. I beni oggetto del sequestro sono: una villa insistente su un terreno di circa cinque ettari, sito ad Aprilia; un terreno seminativo; un fabbricato uso commerciale, ove insiste un bar gestito da altri soggetti; un appartamento di 5 vani nel Comune di Aprilia. Il valore del patrimonio sottoposto a sequestro è stato stimato in circa due milioni di euro. Il Tribunale ha fissato per il prossimo mese di giugno la prima udienza per la discussione della misura patrimoniale e per l’applicazione della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza con obbligo di soggiorno, anche questa proposta dal Questore.