Arriva la confisca definitiva dei beni dei Bruno Migliorini, 76enne di Aprilia, colpito dal provvedimento della Guardia di Finanza di Latina
Una vita dedita al crimine secondo la Guardia di Finanza che, nel 2015, gli sequestrò beni immobili, beni mobili registrati, quote societarie e conti correnti per un valore stimato di 3,8 milioni di euro, in applicazione del “codice antimafia”. Le indagini dei finanzieri di Aprilia permisero al Tribunale di Latina, su richiesta dell’allora sostituto procuratore della Procura di Latina Luigia Spinelli (oggi alla Procura-DDA di Roma), di emettere il provvedimento di applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali. Bruno Migliorini era stato coinvolto, negli anni, in numerose indagini svolte sul territorio nazionale per gravi reati: ricettazione, truffa, usura, estorsione, esercizio abusivo di attività finanziaria, bancarotta fraudolenta.
L’attività investigativa aveva evidenziato una notevole sproporzione tra il patrimonio posseduto e i redditi dichiarati dall’intero nucleo familiare dell’uomo, inidoneo a giustificarne l’elevato tenore di vita sostenuto. Nei suoi confronti è stato quindi formulato un giudizio di pericolosità sociale, in quanto è stato appurato che i proventi dell’attività delittuosa hanno costituito il suo unico flusso di ricchezza.
L’operazione della Gdf consentì di sottrarre all’uomo un patrimonio che si aggirava sui 4 milioni di euro, costituito da 28 immobili nei Comuni di Aprilia, Roma, Pomezia, Ciampino e Leonessa, un’auto, una moto, 21 rapporti bancari e finanziari presso istituti di credito, quote azionarie di società con sede ad Aprilia, Roma, Castel Gandolfo e Saronno, operanti nel settore immobiliare, edilizio, finanziario e del commercio all’ingrosso e al minuto di prodotti alimentari.
Lo scorso 17 giugno, la Corte d’Appello di Roma confermò il provvedimento del Tribunale di Latina: confiscati tre terreni, diversi fabbricati in capo alla Augusta immobiliare 55 srl (confiscata anch’essa), 5 fabbricati, di cui quattro intestati alla moglie di Migliorini, oltre che ad altre quote societarie e conti correnti intestati a prestanome.
Ora, la Corte di Cassazione, a cui è ricorso il 76enne apriliano, ha confermato la confisca poiché “Migliorini si è dedicato per tutta la sua vita a reati di carattere lucrogenetico che hanno comportato la ingiustificata accumulazione patrimoniale di una ricchezza valutabile in circa 5 milioni di euro, nonostante il predetto non risulti avere mai svolto attività commerciale”. La confisca, sostiene la Cassazione, “non è un illecito, ma una condizione generale di pericolosità, non intesa come sembrerebbe fare il ricorrente come pericolo per l’incolumità di una generalità di persone, ma piuttosto come abitudine a vivere anche in parte dei proventi di attività delittuosa, desumibile anche da rapporti e frequentazioni ed elementi di prova indiziari tratti da procedimenti penali ancora non conclusi o definiti con epilogo assolutorio”.
Migliorini ha ancora in corso procedimenti penali in ordine a reati di usura e bancarotta fraudolenta.