APRILIA, CONFISCA BENI DEI PIATTELLA: CASSAZIONE RESPINGE RICORSO

La Corte di Cassazione respinge il ricorso dei Piattella contro la confisca dei loro beni eseguita nel 2020 dallo Stato

La Corte di appello di Roma, con il decreto del 10 gennaio 2022, confermava quello del Tribunale capitolino, Sezione specializzata per le misure di prevenzione, che aveva disposto la confisca dei beni ritenuti nella disponibilità diretta o indiretta di Antonino Piattella.

L’uomo (classe 1964), nel 2017, era stato tratto in arresto dalla Polizia di Stato nell’ambito dell’operazione Dark side”, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.i.p. presso il tribunale di Roma, nonché destinatario di un provvedimento di sequestro preventivo, che aveva interessato i beni e le aziende nella sua disponibilità, poiché ritenuto al vertice di un sodalizio criminale dedito all’illecito smaltimento di rifiuti, che venivano interrati in una ex cava in via della Cava alle porte di Aprilia, in località Tufetto, senza alcuna autorizzazione al loro trattamento e senza alcun tipo di preventiva “preparazione” del sito, volta ad evitare che i rifiuti potessero disperdersi ed entrare in contatto con l’ambiente, arrecando grave danno all’intera collettività.

Le attività investigative avevano consentito di accertare come il citato imprenditore, avendo la disponibilità dei citati terreni, fosse il promotore e gestore dei menzionati traffici delittuosi, conducendo le attività illecite con il sostegno e la partecipazione dei familiari i quali, oltre ad organizzare l’attività di conferimento abusivo, provvedevano ad incassare i compensi per i vari “scarichi” illeciti.

La confisca (immobili, terreni e fabbricati quasi tutti ad Aprilia) ha raggiunto per un verso beni intestati a Antonino Piattella, come anche beni ritenuti nella disponibilità dello stesso in quanto intestati fittiziamente alla coniuge Roberta Lanari, nonché ai figli Riccardo e Mario. Il ricorso in Cassazione è stato proposto da tutti e quattro i famigliari.

Ad ogni modo, la Suprema Corte ha respinto i vari ricorsi presentati dai famigliari, riuniti in unico procedimento, ritenendoli inammissibili. In particolare, per quello del capo-famiglia, Antonino Piattella, il ricorso è stato giudicato inammissibile perché “a tal riguardo deve evidenziarsi che per il proposto, nel caso di confisca di un bene ritenuto fittiziamente intestato a terzi, è da ritenersi inammissibile per
carenza di interesse il ricorso per cassazione allorché si limiti a dedurre l’insussistenza del rapporto fiduciario e, quindi, ad affermare la titolarità effettiva del bene in capo al terzo intestatario”.

In sostanza, se Piattella sostiene di non avere a che fare con i beni confiscati, non ritiene la Corte di Cassazione avere alcun interesse in merito.

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