Si è concluso davanti al Giudice di Pace Penale di Latina un procedimento civile durato 2 anni e mezzo nei confronti di un agricoltore di Aprilia. A dare la notizia il segretario Uila di Latina Giorgio Carra
L’agricoltore di Aprilia era accusato di aver aggredito aggredito e minacciato un bracciante agricolo di nazionalità indiana che chiedeva di essere pagato. Al bracciante è stato offerto un risarcimento per la mancata retribuzione e per i danni morali e materiali subiti a seguito dell’aggressione di cui rimase vittima. Ancora aperto, invece, il procedimento penale per caporalato e sfruttamento, aperto dalla Procura della Repubblica di Latina nei confronti del datore di lavoro
“Due anni e mezzo – spiega il segretario Uila di Latina Giorgio Carra – sono un tempo lunghissimo ma come organizzazione sindacale siamo soddisfatti per il risultato raggiunto, anche perché ha dimostrato che, attraverso una adeguata assistenza sindacale, anche i lavoratori sfruttati possono sperare di vedere sanzionati i datori di lavoro, riconosciuti i propri diritti e, soprattutto essere risarciti”.
Il 5 settembre 2020 Singh Inderbir, un giovane bracciante agricolo residente nel comune di Aprilia, fu aggredito e e minacciato dal suo datore di lavoro per aver “osato” chiedere di essere pagato per il proprio lavoro. La Uila fu immediatamente coinvolta dal responsabile della Comunità indiana del Lazio, Singh Gurmuk e, dopo aver accompagnato Singh Inderbir al pronto soccorso, è rimasta sempre al suo fianco, fornendo tutta l’assistenza legale necessaria attraverso l’avvocato Michele Saveriano incaricato dalla Uila-Uil.
“Il problema principale nelle situazioni di sfruttamento e caporalato è la difficoltà e i tempi biblici necessari per riuscire a far valere i diritti salariali, previdenziali e assistenziali dei lavoratori coinvolti. Questi ritardi – continua Carra – minano profondamente la fiducia dei lavoratori nella possibilità di denunciare gli sfruttatori e, di conseguenza, ottenere un risarcimento. Purtroppo” prosegue Carra “mancano ancora nella legislazione, dei tasselli essenziali a garantire queste certezze. È un problema che tutti i progetti promossi da soggetti istituzionali e privati nell’ambito dei tanti finanziamenti pubblici previsti dal piano nazionale contro il caporalato, non hanno mai affrontato”.
“Nel salutare il positivo risultato raggiunto per Singh Inderbir, grazie all’impegno e al sostegno della Uila-Uil – conclude il segretario generale Stefano Mantegazza – ribadiamo con forza la necessità di introdurre delle norme che prevedano la possibilità per i lavoratori di ottenere, in tempi brevi, la mancata retribuzione. Pensiamo, ad esempio, alla costituzione di un fondo di garanzia gestito dall’Inps che, a seguito di una diffida accertativa emessa dai servizi ispettivi, intervenga a favore dei lavoratori erogando loro il credito accertato, senza doverli costringere a inseguire questo diritto attraverso complicate e lunghe procedure legali”.