Accusato di violenza sessuale da una paziente: concluso il rito abbreviato per il professionista di Latina
È stato condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione il 46enne di Latina, di professione fisioterapista, accusato di violenza sessuale nei confronti di una paziente. La donna, nell’ambito del rito abbreviato, si è costituita parte civile ed è assistita dall’avvocato Simone Vittori. L’uomo, difeso dall’avvocato Luca Giudetti, è stato condannato dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mara Mattioli, che ha riconosciuto l’ipotesi lieve del reato di violenza sessuale.
Nel corso dell’udienza preliminare che si era tenuta lo scorso 2 aprile, il pubblico ministero Marco Giancristofaro aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione per il 46enne di Latina Scalo.
A novembre scorso, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mara Mattioli, aveva disposto una perizia per tradurre 14 articoli scientifici dalla lingua inglese che il consulente della difesa del fisioterapista di Latina Scalo aveva chiesto di acquisire per dimostrare la correttezza della manovra vaginale applicata alla paziente. Lo scorso maggio 2024, erano stati ascoltati i due consulenti di Procura e parte civile, Cristina Setacci e Giuseppe Manciocchi.
Il fisioterapista doveva rispondere dell’accusa di aver applicato, all’interno del suo studio professionale, una manovra vaginale interna a una paziente – all’epoca dei fatti una ragazza di 20 anni – che aveva un problema al pavimento pelvico. Secondo il pubblico ministero Marco Giancristofaro, che ha firmato le indagini per fatti accaduti nel 2020, l’uomo avrebbe in realtà abusato sessualmente della sua cliente la quale, successivamente, aveva sporto denuncia in Questura. Nessun consenso scritto alla manovra in questione, seppure, come ha ribadito a difesa, che ha svolto la sua arringa oggi, vi era stato un consenso verbale da parte della vittima.
Il 46enne è stato giudicato col rito abbreviato condizionato all’audizione dei medici legali, così come richiesto dalla stessa difesa. Dopo i due consulenti, il giudice per l’udienza preliminare Clara Trapuzzano (sostituita successivamente dalla collega Mattioli) aveva voluto ascoltare anche i due periti nominati dal Tribunale, tra i quali un professore dell’università di Tor Vergata che avrebbe stabilito di come la manovra fosse congrua al quadro sanitario della giovane. Una versione in contrasto con quanto stabilito dai consulenti di Procura e parte civile che, invece, avevano ribadito di come quel tipo di manovra non fosse assolutamente contemplata per il tipo di disturbo di cui soffriva la ragazza.
Oggi, 20 ottobre, è arrivata la condanna.