Appalto per i moduli abitativi di via Monfalcone: “Gestione fallimentare e condizioni critiche prive di controllo”
Dura denuncia dei gruppi consiliari di opposizione del Comune di Latina: “Lavori scadenti, bonifiche non ultimate, famiglie ancora in attesa e fondi residui senza destinazione chiara. Così si sperperano soldi pubblici”
Una commissione delicata e urgente, convocata per fare luce sulla vicenda dell’ex campo Al Karama che da mesi solleva dubbi e preoccupazioni, soprattutto sulla sistemazione delle famiglie trasferite nel nuovo centro abitativo di via Monfalcone e sulle condizioni critiche in cui versano le strutture.
Si è tenuta questa mattina la commissione Trasparenza presieduta dalla consigliera Floriana Coletta e fortemente voluta dai gruppi consiliari di opposizione per esaminare le criticità legate all’appalto per la fornitura dei moduli abitativi e al complessivo stato dei luoghi. Un confronto serrato che ha coinvolto i diversi assessorati e uffici comunali interessati – lavori pubblici, patrimonio e servizi sociali – e che ha messo in evidenza lacune e ritardi.
“La zona intorno all’ex campo è ancora piena di rifiuti e dei residui dell’incendio divampato a giugno 2022, solo in parte bonificata» hanno denunciato i consiglieri di Lbc, Pd, M5S e Per Latina 2032. «Abbiamo invitato a sollecitare la Regione, che ha la competenza sulla bonifica. Nonostante l’impegno dei dipendenti comunali, la situazione resta grave dal punto di vista igienico-sanitario: infiltrazioni d’acqua, riflussi fognari, allacci elettrici e idrici precari, e perfino lo scuolabus che continua a non fare fermate”.
Secondo quanto emerso dalla relazione del direttore esecutivo del contratto al momento sono state realizzate 7 casette, 2 risultano in fase di completamento e dovranno essere consegnate, secondo gli ultimi termini contrattuali, entro fine mese.
“Dei 19 moduli abitativi previsti inizialmente con impegno di 1 milione di euro, ne verranno consegnati solo 9 – prosegue l’opposizione – perché alcune famiglie si sono allontanate spontaneamente senza fornire ragioni. Così il progetto perderebbe anche la sua dimensione multietnica originaria, concordata con Prefettura, Regione e associazioni convenzionate. Abbiamo chiesto chiarimenti sui fondi risparmiati e investiti ma senza ottenere risposte”.
Le critiche si allargano al metodo amministrativo: “Il modus operandi è quello consueto delle amministrazioni di centrodestra che hanno governato la città: rimandare scelte e interventi, ricorrendo sistematicamente ai debiti fuori bilancio. La Provincia ha più volte raccomandato al Comune un adeguato controllo, mai effettuato. Ora l’ente di via Costa si prepara ad aprire un contenzioso per i danni derivanti dall’occupazione dell’immobile di sua proprietà”.
La denuncia dell’opposizione è netta: “Filo conduttore della vicenda è proprio l’assenza di controllo. Nessun presidio stabile né all’ex Al Karama né all’ex Rossi Sud, dove i danni non sono per forza imputabili agli occupanti e dove si sono insediati anche ospiti non censiti. Lo stesso avviene nel nuovo centro. Il mancato controllo è il sintomo di una gestione fallimentare e al ribasso. Lo stesso Regolamento deliberato dal commissario prefettizio prevede solo 4 controlli all’anno”.
Non solo. I consiglieri tornano anche sulla qualità scadente dei lavori effettuati: “Sin dall’inizio del 2024 avevamo segnalato, insieme all’associazione Aifo che si occupa del progetto di scolarizzazione, la bassa qualità degli interventi. Le casette venivano montate pezzo per pezzo in loco, come in un cantiere artigianale, e non si trattava di prefabbricati come previsto dal contratto con la ditta affidataria. Il cronoprogramma parlava di sei mesi e tutto doveva essere pronto per dicembre 2023, come annunciato più volte da sindaca e assessore. Siamo a maggio 2025 e attendiamo ancora le ultime due unità abitative”.
Sarà solo dopo il 31 maggio, scadenza formale della consegna, che il DEC valuterà il rispetto contrattuale e la possibilità di rescindere il contratto.
“D’intesa con alcuni consiglieri di maggioranza, abbiamo stabilito di effettuare un sopralluogo presso il centro di via Monfalcone per verificare di persona lo stato delle casette e delle aree comuni”.
“Quanto emerso in commissione – concludono i consiglieri – dimostra chiaramente come la gestione di questa vicenda abbia comportato un grave sperpero di risorse pubbliche”.