APPALTI TRUCCATI, DDA CHIEDE 15 ARRESTI: INDAGATI GLI IMPRENDITORI DEI RIFIUTI CON INTERESSI A TERRACINA E VENTOTENE

Chiesti gli arresti per imprenditori, manager e politici coinvolti nella maxi indagine della DDA: indagati anche i Ciummo

Sono indagati anche i Ciummo, come riportato da “Latina Tu” a marzo scorso, nella maxi indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, a firma dei sostituti procuratori Vincenzo Ranieri e Maurizio Giordano, che coinvolge 34 persone tra politici e imprenditori all’ombra del clan dei Casalesi.

La ditta riconducibile agli imprenditori campani, la Super Eco, ha ottenuto il miglior punteggio nella gara per aggiudicarsi la nettezza urbana a Terracina, oltreché ad aver avuto un affidamento per curare la raccolta rifiuti nel Comune di Ventotene. La Super Eco, con sede a Cassino, è arrivata prima nell’e offerta economica, sopravanzando la Teknoservice srl e la De Vizia Spa, ossia la società che ha gestito per anni la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Terracina. La gara per il trasporto, lo smaltimento e il recupero dei rifiuti a Terracina è molto ambita, avendo un valore complessivo di quasi 93 milioni di euro per cinque anni di gestione, più tre di proroga e uno di deroga. In tutto nove anni, già stabiliti a monte. Nelle more della gara, vi sarebbe stato anche un ricorso di una delle ditte perdenti a Terracina che non ha trovato accoglimento nella invocata sospensiva al Tar di Latina.

La ditta di Cassino, Super Eco srl, è guidata dall’amministratore e socio unico, Carlo Ciummo. La Super Eco, nel 2021, è finita dentro una interrogazione parlamentare presentata dal senatore Domenico De Siano (Forza Italia). Nell’interrogazione si ricorda che la Super Eco srl, società con sede a Cassino fondata nel 2015, nel 2016 è subentrata alla EGO ECO, rilevando il ramo dell’azienda. Le cessioni dalla Ego Eco alla Super Eco sono continuati anche nel 2022 e nel 2024. All’interno della Super ECO S.r.l., dall’analisi della visura ordinaria del registro delle imprese della camera di commercio di Frosinone risulta che il socio unico e rappresentante è Carlo Ciummo, figlio dell’ex amministratore della EGO ECO S.r.l. Vittorio Ciummo. Quest’ultimo risulta condannato in via definitiva a 5 anni di reclusione per reati nell’ambito degli appalti della nettezza urbana.

Ciummo senior, ad ogni modo, dal 2023, risulta indagato insieme al figlio, Carlo Ciummo, nell’indagine della Dda di Napoli. Al centro della attenzioni investigative il sistema che ruoterebbe attorno a Nicola Ferraro, imprenditore di Casal di Principe ed ex consigliere regionale dell’Udeur. Tra i reati contestati nell’indagine quello di concorso esterno in associazione camorristica per fatti gravitanti sempre nel campo del businness dei rifiuti. Ferraro è noto per una maxi confisca subita per un valore di circa 2,5 milioni di euro. Per la Dda l’ex politico Udeur sarebbe al centro “di un gruppo di imprenditori che ha fatto cartello, ossia ha monopolizzato il settore della sanificazione di strutture della sanità pubblica campana”.

Ferraro, dopo aver scontata la pena per un altro procedimento, sarebbe tornato in libertà come punto di riferimento per i clan dei Casalesi e per le cosche Alfieri e Nuvoletta, infiltrando gli appalti pubblici, soprattutto nel settore della raccolta rifiuti e della sanificazione ospedaliera. Ferraro, secondo gli inquirenti, avrebbe utilizzato una rete di aziende a lui vicine per ottenere il controllo di gare d’appalto, con l’obiettivo di assegnare i contratti a ditte riconducibili ai clan.

Nell’elenco degli indagati, compaiono, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, Domenico Romano, per gli inquirenti vicino ai clan Alfieri e Nuvoletta (per lui non è stata proposta misura), Antonio Moraca, che avrebbe fatto da ‘factotum’ di Ferraro, Luigi Bosco, già consigliere della Regione, che sarebbe intervenuto sui dirigenti delle Asl per favorire le ditte riconducibili a Ferraro, Felice Foresta, Giuseppe Rubino, Antonio Montanino, i fratelli Giuseppe e Luigi Rea, Carlo e Vittorio Ciummo (solo indagati), Paolo Verolla, tutti considerati dai magistrati antimafia imprenditori beneficiari delle ipotizzate prestazioni camorristiche di Ferraro.

Sono accusati di turbativa d’asta, invece, Aniello Ilario, legale rappresentante della Czeta, consorziata del Ciclat, Angelo Ciampi, ex sindaco di San Giorgio del Sannio, e Pietro Buonanno: avrebbero manipolata la gara per il servizio di igiene urbana per il paesino beneventano datata 2022.

L’obiettivo, secondo gli inquirenti, era far arrivare l’appalto al consorzio Ciclat, a cui aderiva la Czeta di Ilario, ma per un errore di formulazione dell’offerta, il servizio fu assegnato a un’altra società. Ciampi, Buonanno e Aniello Ilario, in concorso con Virgilio Damiano, Giuseppe Ilario e Vittorio Fuccio, rispondono anche di corruzione, reato contestato con l’aggravante mafiosa ancora ad Aniello Ilario, Giuseppe Guida, sindaco di Arienzo, e Ferraro. Avrebbero turbato la gara nel giugno 2023 per i rifiuti a Frattamaggiore, inoltre, ancora Ferraro, Romano, Vincenzo Agizza, Luigi Grimaldi, ex consigliere comunale di Frattamaggiore e attuale componente dell’Assise di Napoli, Domenico Raimo, dirigente tecnico di Frattamaggiore, e Ilario Aniello.

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