ANTINCENDIO AL TEATRO D’ANNUNZIO, ASSOLTA LA DIRIGENTE DEL COMUNE DI LATINA

Teatro D’Annunzio a Latina: si è concluso il processo che vede sul banco degli imputati una dirigente del Comune di Latina

Un paradosso, lo spiega nella sua arringa l’avvocato Dino Lucchetti, chiamato a difendere la Dirigente del settore “Manutenzioni e Decoro Urbano” del Comune di Latina, Micol Ayuso, nel processo che la vedeva sul banco degli imputati per il mancato adempimento delle prescrizioni dei Vigili del Fuoco in merito al Teatro D’Annunzio. La vicenda è quella annosa che ha riguardato il certificato antincendio del principale teatro della città, aperto per decenni in deroga alle leggi. A finire sul banco degli imputati – questo è il paradosso sottolineato dal legale difensore – è colei che ha lavorato affinché fosse messo in regola il certificato antincendio richiesto dai Vigili del Fuoco e prima di lei il dirigente che, come l’imputata odierna, ha subito un procedimento penale finito in prescrizione.

Davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Rosmunda Zampi, si è conclusa oggi, 24 giugno, la vicenda processuale. La dirigente Ayuso è stata assolta dal giudice, a fronte della richiesta del pubblico ministero che chiedeva di condannare la dipendente del Comune di Latina alla pena di 3 mesi di arresto e 5mila euro di multa. Il teatro, come noto, è stato riaperto, dopo anni, nel 2022, nel novantesimo di Latina e solo dal 2024 è stata finalmente programmata una stagione completa di spettacoli.

Era stato il sostituto procuratore di Latina, Marco Giancristofaro, che aveva condotto le indagini, a contestare le omissioni in riferimento all’entrata e all’uscita in sicurezza al e dal teatro. La tesi difensiva di Ayuso, assistita dall’avvocato Lucchetti, è che la situazione ereditata fosse annosa e che, comunque, nel 2022, di fatto, la struttura ottenne dai Vigili del Fuoco il certificato antincendio, dimostrando la validità del suo operato e dell’ente.

Tra i testimoni ascoltati, nel corso del processo, anche l’ex assessore della Giunta Coletta, Emilio Ranieri e l’ingegner Silvano Varsalona che si è occupato tra le altre cose anche dei lavori di adeguamento tecnico e funzionale ai fini antincendio del Teatro comunale Gabriele D’Annunzio.

Il professionista aveva ricostruito in breve l’iter che aveva portato alla formazione della Scia, descrivendo le varie fasi d interlocuzione che il Comune di Latina aveva avuto con i Vigili del Fuoco. Varsalona aveva ricordato che dapprincipio era stata dura superare lo scoglio della mancata approvazione dell’antincendio, in quanto il vecchio progetto, definito “inefficace”, era stato contro-dedotto dai Vigili del Fuoco con ben 45 prescrizioni a cui l’ente di Piazza del Popolo doveva adempiere per arrivare al beneplacito. Il lavoro dell’ingegnere si era mosso dalla progettazione del 2015, dopodiché il Comune aveva dovuto realizzare appalti e affidamenti per per sopperire ai deficit evidenziati dalle 45 prescrizioni dei Vigili del Fuoco. Fatto sta che, dal 2018 al 2022 – gli anni in cui Varsalona aveva dovuto lavorare per la riapertura -, il teatro non faceva spettacoli ed era stato chiuso.

Prima della sentenza, sempre oggi, l’architetto Ayuso aveva rilasciato dichiarazioni spontanee a favore del giudice chiamato a pronunciarsi.

La Dirigente ha spiegato che, a maggio 2018, non era ancora dipendente del Comune di Latina e già il suo predecessore aveva avuto un procedimento penale. Da sempre il teatro di Latina è stato aperto senza agibilità, ecco perché, quando arrivò a dirigere il settore, trovò una situazione critica. Occorrevano ingenti risorse ma, come ha spiegato Ayuso, un dirigente non ha autonomia di spesa e deve seguire un indirizzo che, all’epoca, con l’amministrazione Coletta, era impegnato a voler rendere fruibili gli spettacoli al teatro.

Diversi i punti contestati da Ayuso rispetto alle accuse che le sono state mosse: per quanto riguarda la sicurezza del luogo di lavoro, il dirigente si occupa meramente di manutenzione; nel verbale notificato al suo predecessore, sembrava come se il teatro fosse aperto, quando invece era chiuso; non vi era problema di sicurezza poiché gli impianti del gas erano staccati e non esisteva nessun rischio di innesco di incendio (così come dichiarato dal consulente della difesa); le prescrizioni dei Vigili del Fuoco non sarebbero state coerenti e, soprattuto, sarebbero state incessanti e continue ogni qual volta si sperava che l’agibilità fosse stata raggiunta.

Secondo la ricostruzione della difesa, è solo con l’intervento del sindaco Coletta che si recò al Ministero dell’Interno che la situazione cambiò, tanto che i Vigili del Fuoco concessero il via libero con deroghe. A catena, si ottenne dalla commissione centrale l’agibilità. Gli stessi Vigili del Fuoco locali, secondo la difesa, avrebbero assunto un atteggiamento ostile. Morale della “favola? Il teatro è stato rifatto dal Comune e, successivamente, sono state chieste determinate deroghe. A rimetterci, in ben due distinti processi, i due dirigenti del Comune di Latina che hanno dovuto affrontare altrettanti processi. Ayuso, essendo stato assolta, potrà chiedere di essere rimborsata dall’ente; il suo predecessore, prescritto, rimarrà a bocca asciutta.

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