ANTENNE RAI A SEZZE: LA PROROGA BYPASSA I DEMANIO CIVICO

Le antenne della Rai sui terreni del demanio civico a Sezze: la Giunta proroga la concessione nonostante la legge non lo permetta

Una storia lunga che si perde nella notte dei tempi. Quasi 30 anni fa, nel 1993, il Comune di Sezze e la Rai rinnovano un contratto di costituzione del diritto di superficie della durata di 29 anni che va in scadenza il prossimo 31 maggio 2022. La zona concessa alle antenne della Rai Radiotelevisione Italiana S.P.A., a cui poi nel 2002 subentra una società del gruppo, RaiWay Spa, si trova in località Monte Trevi nel Comune di Sezze. Si tratta di un’area da 3940 metri quadri.

Fin qui tutto liscio anche perché, come ricorda la delibera di Giunta votata dall’esecutivo Ludici oggi, 27 maggio, gli impianti RAI garantiscono l’esercizio e la gestione delle reti di comunicazione elettronica funzionali allo svolgimento delle attività di pubblico servizio: ossia, senza questo tipo di impianti, gli utenti non possono vedere i loro programmi preferiti che vanno in donna sulla Mamma delle reti televisive nostrane.

Accade, però, che nel 2018, la Direzione Regionale Agricoltura e Sviluppo Rurale, Caccia e Pesca, Usi Civici, Credito e Calamità Naturali del Lazio approva una determina per la verifica dei terreni del demanio civico appartenenti al Comune di Sezze. Dalla verifica regionale, emerge che che la particella in cui ricade il diritto di superficie concesso a Mamma Rai dal Comune di Sezze nel 1993 è inserita nell’elenco dei terreni del demanio civico.

Il problema è che i terreni di demanio civico devono ritenersi appartenenti alla collettività e non sono alienabili, usucapibili e commerciabili, a meno di una deroga autorizzatoria da parte della Regione Lazio. È per questo che la Giunta Lucidi prende atto che “alla luce della suddetta ricognizione di terreni del demanio civico assegnati alla gestione del Comune di Sezze, non è possibile, allo stato attuale, procedere al rinnovo del contratto di costituzione del diritto di superficie a favore della RAI WAY S.P.A., in quanto tale rinnovo è in contrasto con la normativa vigente in materia di domini collettivi“. Ma c’è un “ma” in quanto “non si può interrompe la continuità e la qualità del servizio pubblico radiotelevisivo nonché la gestione degli impianti per le reti di comunicazione elettronica, funzionali allo svolgimento delle attività di pubblico servizio“.

Talché il Comune di Sezze, a marzo scorso, affida al perito demaniale dell’ente, l’ingegnere Giuseppe Cavone, l’onere di trovare la “quadra” con la Regione Lazio e dall’analisi congiunta “è emersa la necessità di procedere con un “progetto di permuta” per la sistemazione dell’area interessata“, se non altro perché la concessione Rai-Comune di Sezze va in scadenza a fine mese mariano.

Dunque, il 25 maggio, il perito dell’Ente arriva a predisporre i progetti di permuta e il mutamento di destinazione d’uso dell’area che comunque dovranno passare in Consiglio Comunale e anche in Regione Lazio.

Tuttavia, nelle more dell’iter amministrativo che vedrà coinvolti assise cittadina e Regione, la Giunta Lucidi si trova costretta a prorogare il contratto con la Rai “per il solo tempo necessario alla definizione della pratica presso i competenti uffici” e proprio perché il servizio pubblico non può essere interrotto.

Infine, l’ultimo indirizzo della Giunta Lucidi: il Settore Ambiente procederà con le dovute verifiche di misurazione dei campi elettromagnetici emessi dall’impianto a Monte Trevi.

Non c’è che dire: passati 29 anni, in una situazione di irregolarità da almeno il 2018, scandagliare l’elettromagnetismo, adesso, ha il sapore del contentino.

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