Il Comune di Sermoneta sostiene le produzioni agricole locali: la giunta firma contro il cibo sintetico
La giunta comunale di Sermoneta, sostenendo e condividendo le preoccupazioni di Coldiretti Latina, ha convintamente sottoscritto la petizione contro il cibo sintetico, per sostenere le produzioni del nostro territorio e arginare la “minaccia” alla nostra tradizione agroalimentare, in vista dell’approvazione di una legge nazionale che vieti la commercializzazione del cibo prodotto in laboratorio in Italia.
“Come amministrazione da sempre promuoviamo la nostra tradizione agricola, valorizzando le produzioni locali, tanto da aver istituito un marchio di qualità “De.C.O. per le eccellenze produttive agroalimentari ed enogastronomiche, oltre che artigianali presenti sul nostro territorio», spiega il sindaco Giuseppina Giovannoli, che nei giorni scorsi ha incontrato Lino Conti, segretario di zona di Coldiretti Latina, insieme alla giunta per sottoscrivere l’atto da inviare al ministero delle Politiche agricole.
La petizione di Coldiretti a cui ha aderito il Comune di Sermoneta sostiene la necessità di escludere dall’Italia la produzione e la commercializzazione di cibo sintetico, “soprattutto alla luce del fatto che alcune multinazionali hanno deciso di investire milioni di euro in stabilimenti che, nel nord Europa, produrranno cibo sintetico”, si legge nel testo della petizione. Un impegno concreto a favore del cibo naturale, salutare e sostenibile, e contro i surrogati biotecnologici spacciati per alimenti.
Tanti i motivi per contrastare il cibo sintetico. Tra questi: il cibo sintetico non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali; non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare; non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore.
“Soprattutto, il cibo sintetico rappresenta una minaccia alle nostre produzioni – aggiunge l’assessore all’agricoltura Bruno Bianconi – di cui Sermoneta va fiera e rappresenta una parte importante della propria economia. La nostra vocazione agricola, fatta di decine di aziende e produzioni di eccellenza sono minacciate dal cibo sintetico: dalla bistecca fatta nel bioreattore al latte senza mucche. Un attacco alle stalle italiane e all’intero Made in Italy a tavola. Non possiamo accettarlo”.