Aprilia Libera: “Si avvicina il Natale. Milioni di lucine di ammalianti richiami nascondono le tenebre della storia”
“Forse ci fanno riflettere sul tradimento del messaggio di speranza natalizio, partito 2025 anni fa proprio dalla straziata, colonizzata, occupata Terra di Palestina? O forse ci fanno riflettere sul tradimento della nostra Costituzione e della Carta dei Diritti Fondamentali? Anche qui ad Aprilia esiste una parte di popolazione che da decenni è abbandonata alle conseguenze delle speculazioni, su un territorio non tutelato e sempre più cannibalizzato. Popolazione che respira miasmi, polveri, emissioni maleodoranti.
Così, cogliamo questo “Tempo della Luce” per accendere degli spot sugli angoli bui delle nostre periferie e sul buco nero della nostra amministrazione.
Abbiamo inviato decine di pec, mail, comunicati alle commissarie, organizzato sit-in, sperando di aprire un dialogo tra la loro roccaforte e le strade di Aprilia e auspicando un confronto pubblico. A consuntivo di questo sciagurato anno, non abbiamo ottenuto alcun riscontro. In compenso, leggiamo di nuovi impianti di trattamento rifiuti autorizzati; di altri impianti che emettono miasmi con permessi rinnovati; di pollifici intensivi che appestano case e chiese; di parchi deforestati, chiusi per lavori in corso mai fatti; di associazioni sportive senza più spazi per i ragazzi e di palazzetti dello sport mai aperti; di storiche associazioni culturali defenestrate con pretese di conguagli; di tradizioni consolidate, punto di forza della città, cancellate; di ricadute negative per errori e misfatti di pochi che si stanno riversando sull’intera comunità.
Sembrerebbe che ad Aprilia le commissarie, in perfetta continuità con i sindaci, stiano precludendo la partecipazione della popolazione al governo della città, ignorando le segnalazioni, paralizzando ogni forma di attività e contributo sano e colpendo proprio la parte più vitale della comunità: le associazioni senza fini di lucro.
Si impara così a non chiedere più niente alle istituzioni, davvero screditate ai nostri occhi, e a ricorrere a strumenti legali nel tentativo di arginare le brutture a cui siamo esposti e a denunciare le vergogne che ci soffocano, anche finendo in tribunale. Per questo, riteniamo utile indire per il 15 dicembre 2025, presso la sala del cdq Primo, una tavola rotonda tra cittadini che coscientemente si vogliono confrontare sull’insalubrità del territorio, sulle autorizzazioni “politiche” di industrie insalubri in contrasto con le norme vigenti, sulle ottemperanze che nessuno verifica, sui “benefici” del commissariamento, sulla “trasparenza” di questa amministrazione, sul consumo di suolo inarrestabile, sull’assenza di mitigazioni, sugli effetti cumulativi delle emissioni sulla salute umana e ambientale.
Forse ai più è sfuggito, ma dopo lo studio ERAS sulle ricadute sanitarie di impianti di rifiuti; dopo il goffo studio epidemiologico del 2018 del Comune di Aprilia, fermo al 2013, da cui emergeva un alto tasso di decessi oncologici senza un nesso causale; dopo la grande mobilitazione di popolo contro la turbogas nel 2005-10, tacitata prima con l’esercito e poi con la politica; dopo le prescrizioni autorizzative del MATTM del 2006, che imponevano a Sorgenia l’installazione di due centraline di monitoraggio; dopo le promesse nel 2014 dell’allora assessora sulle suddette centraline, con display in piazza Roma; dopo le nostre ripetute
richieste di installare centraline di monitoraggio dell’aria e del rumore a Campoverde e in corrispondenza dei poli industriali, oggi, dal sito ARPA Lazio, scopriamo che ad Aprilia esiste solo la vecchia e disfunzionale centralina di monitoraggio di Aprilia centro.
Sorgenia non è più stata monitorata, nonostante la prossimità con il centro abitato e le scuole, e nonostante le nubi scure che si levano nei giorni di bassa pressione su Campo di Carne.
Campoverde, coi suoi poli chimico-farmaceutici a rischio incidente rilevante e gli imponenti impianti di rifiuti tra le case, coi suoi miasmi e l’inquinamento atmosferico, con gli incendi di tali impianti, con la sua alta incidenza oncologica, con i decessi anche tra i più giovani, non è mai stata monitorata! Né la ASL ci fornisce il dato epidemilogico aggregato per quartieri.
Nella zona industriale di Aprilia, impianti chimici sversano liquami nel Fosso di Carrocetello- Leschione, avvelenando suolo, acqua e residenti, che da anni denunciano miasmi e distruzione dell’ambiente, ma nessun monitoraggio è in atto.
Poco distante, vicino Le Ferriere, da anni la popolazione lamenta molestie, miasmi e disagi dall’impianto di compostaggio, al quale si è aggiunto un impianto di biogas, ora posti sotto sequestro.
In compenso, a giugno 2025 la regione Lazio autorizza un impianto di produzione di combustibili da rifiuti tra le stesse case di Sacida.
Sempre a giugno 2025 e sempre la regione Lazio, anziché bonificare il tristemente famoso sito inquinato, autorizza a Sant’Apollonia una megadiscarica tra le case, su un territorio cosparso di decine e decine di siti contaminati mai bonificati.
Cosa stiamo lasciando alle generazioni future? Perché nessuno, sindaco, commissario, nemmeno ASL e ARPA, fa correlazioni tra ambiente contaminato e danni alla popolazione? Chi tutelano? Che qualità di vita affligge le periferie di Aprilia? Vogliamo generare ad Aprilia un altro Monte Inferno, come a Borgo Montello da 40 anni?
Ne parleremo ancora una volta presso la sala del Comitato di quartiere Primo il 15 dicembre 2025 alle ore 18:00 e, a seguire, invitiamo, chi lo gradisse, a condividere con noi una cena sociale, per raccogliere contributi alle spese legali dei ricorsi contro le autorizzazioni, davvero indecenti, della Regione Lazio.
Una parte di quanto raccolto lo invieremo a sostegno delle spese legali di un giovane palestinese scampato alle torture dei sionisti, innocente ma da 2 anni imprigionato nelle carceri italiane, con accuse infondate di terrorismo. Il servilismo della politica e dei governi agli interessi economici, anzichè ai diritti fondamentali universali, non ha più ritegno! In nessun campo.
La Speranza vive solo se c’è unione e organizzazione tra le persone e voglia di cambiare la realtà. I Palestinesi ne sono l’esempio vivente, ci stanno dimostrando che è possibile opporsi a occupazione, distruzione e genocidio”.
Così, in una nota, Rosalba Rizzuto (Aprilia Libera odv).
