ALLOGGI PER SENZATETTO SOTTO LA SCUOLA MATERNA A CORI: “DALLA MAGGIORANZA GESTIONE INQUALIFICABILE”

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“Gestione inqualificabile della maggioranza PD/Autonomisti”

“Anche la vicenda della costruzione degli alloggi per “senzatetto” conferma lo stile della maggioranza De Lillis: nessuna trasparenza, nessuna condivisione e disprezzo dei ruoli istituzionali dei Consiglieri”, a dichiararlo, in una nota, sono i tre consiglieri comunali d’opposizione Evaristo Silvi, Aristide Proietti e Germana Silvi.

“La decisione di realizzare la casa di accoglienza per il recupero di persone senza dimora con problemi di salute mentale e in condizione di disagio socio-abitativo nei locali sottostanti la scuola materna di Cori fu approvata dalla Giunta nel 2022 con un progetto di massima dell’ingegnere comunale Luca Cerbara. 

Si trattava di una richiesta di finanziamenti PNRR promossa dal Distretto Socio-Sanitario di cui Cori fa parte, con Aprilia comune capofila, per la realizzazione di tre strutture analoghe, una in ciascun comune.

Nemmeno la delegata ai Servizi Sociali, nonché presidente del Consiglio Annamaria Tebaldi, si era preoccupata di indire una semplice Commissione Welfare, per spiegare le finalità di quell’intervento e le ragioni per la localizzazione a Cori accanto alla scuola materna. 

Il finanziamento di 500mila euro per il completamento dei locali grezzi al piano inferiore della scuola materna, doveva essere gestito dal Comune di Cori, tanto che nell’agosto 2023 la Giunta approva lo schema di accordo per il trasferimento delle relative somme al comune di Cori. 

Ma, dopo quella data, la struttura di Cori fu esclusa dal progetto, come affermato dal Sindaco in un Consiglio comunale a seguito di interrogazione della minoranza, anche se non chiarì le ragioni dell’esclusione.

Tanto che dal 2023 in poi il comune di Cori non emette più atti relativi a quel progetto: né il progetto esecutivo né l’assegnazione del contratto per la ristrutturazione.

Si spensero i riflettori su quella scelta, infelice, di realizzare un servizio così sensibile proprio accanto alla scuola materna, senza il minimo coinvolgimento dell’istituzione scolastica né tantomeno dei consiglieri né di cittadini e genitori.

Ma in quei locali, a fine 2024 compare il cartello di cantiere che parla di “straordinaria manutenzione”; che riporta come Committenza la Cooperativa Il Quadrifoglio, e come progettisti e direttor una serie di professionisti non del territorio.

Tutte informazioni dalle quali non era possibile risalire al progetto Housing First.

Qualche voce comincia a circolare e, dopo l’interdizione della sovrastante scuola materna a causa di crolli, come consiglieri di minoranza nel luglio 2025 abbiamo richiesto accesso agli atti al Comune di Cori per conoscere la finalità di quella ristrutturazione.

Seguendo le indicazioni della maggioranza, gli uffici comunali non hanno mai risposto.

Allora abbiamo cominciato ad indagare sul comune di Aprilia e lì abbiamo scoperto che, invece, il progetto di Cori era entrato nel finanziamento PNRR, insieme alle altre due strutture di Cisterna e di Aprilia. 

Nell’aprile 2024 il Comune di Cori comunica ad Aprilia, che ne prende atto, la sostituzione del Responsabile del procedimento che passa dall’ing. Luca Cerbara all’ing. Junior Annalisa Tognin, che il mese successivo verrà promossa a responsabile dell’urbanistica e dell’area tecnica. 

Qualche settimana fa, il caso è scoppiato perché i residenti della zona hanno informalmente scoperto quale sarà la destinazione e hanno manifestato tutta la loro preoccupazione per la sicurezza e per la qualità della vita in quell’area. 

Il sindaco De Lillis,  concede un incontro di carattere personalistico ai residenti, tanto che la comunicazione viene data su Facebook da un semplice cittadino residente nella zona. 

Come consiglieri di minoranza abbiamo immediatamente e formalmente scritto al sindaco se confermava la notizia dell’appuntamento fissato per il giorno dopo. Ed il sindaco De Lillis, con il solito dispregio delle istituzioni, ha confermato con un post su Facebook.

Comportamento indegno della carica istituzionale che ricopre e che conferma il suo “qui comando io” con il quale se ne uscì in un recente Consiglio Comunale.

L’incontro con i residenti si è tenuto, mercoledì 17 settembre alle ore 15,30. Giorno ed orario infelici per un’ampia partecipazione. Ma questa volta il sindaco si è guardato bene dal mandare l’incontro in diretta streaming sui social, perché sapeva che non poteva contare, come in altri casi, sulla benevolenza degli interlocutori.

Infatti, ci risulta che l’assemblea sia stata molto movimentata, ed il Sindaco ha preso a male parole chi lo incalzava con domande puntuali sugli atti di questo progetto, atti che non sono stati pubblicizzati, almeno a Cori.

Ci risulta che l’incontro si sia concluso con un verbale nel quale il Sindaco si impegna a garantire la sicurezza, lanciandosi in promesse di telecamere, vigilantes, ed altre cose alquanto ridicole che il comune non può garantire con le proprie casse.

Infatti si tratta di servizi che non rientrano negli ulteriori 210mila euro di finanziamenti PNRR che serviranno a pagare per 3 anni le figure di assistenti sociali che seguiranno gli ospiti. 

Resta il fatto che il PNRR prevede che quei locali, patrimonio comunale, per almeno 20 anni dovranno conservare quella destinazione e pertanto sono stati concessi in uso a qualche ente/istituzione: a chi? con quale atto?

Ci attendiamo che De Lillis commenterà, con lo stile autoritaristico che lo contraddistingue, che “potevamo tacere”.  Ma siamo ancora in democrazia.

Ci attendiamo che distrarrà l’attenzione su quale sia la nostra posizione in merito all’housing first.  Ebbene, noi siamo favorevoli alle iniziative di sostegno alle persone fragili. 

Ma siamo abituati a parlare sulla base della conoscenza dei documenti, che al Comune di Cori non mettono mai a disposizione, e sulla base di un dialogo aperto e trasparente prima che si prendano le decisioni.

Intanto la scuola materna, che si trova al piano superiore, resterà chiusa fino a quando non si risolveranno i seri problemi strutturali che per anni hanno precluso l’uso delle vie di fuga ai bambini e agli operatori che hanno continuato a frequentarla”.

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