Il Comune di Latina ha provveduto a ripristinare la corrente elettrica presso l’ex Rossi Sud, nei locali che ospitano parte dei residenti del campo Al Karama.
“L’attività avviata, su segnalazione dei Servizi sociali, con un coordinamento notturno che ha interessato i servizi comunali della Protezione civile e delle Manutenzioni e i servizi tecnici della Provincia, si è conclusa nel primo pomeriggio di oggi – ha spiegato il sindaco Matilde Celentano – Il ripristino dell’energia elettrica, garantito attraverso un gruppo elettrogeno di continuità, si è reso necessario a seguito del furto di cavi, come accertato da puntuali verifiche.
Cavi di collegamento con il quadro elettrico che sono stati sottratti furtivamente, la cui sostituzione sarà effettuata nei prossimi giorni. Nel frattempo si è provveduto con la fornitura del generatore elettrico. Ringrazio il vice sindaco Massimiliano Carnevale e l’assessore Michele Nasso per la particolare attenzione prestata per la risoluzione del problema venutasi a creare in un contesto abitativo particolarmente delicato, il personale e i dirigenti dei servizi comunali e provinciali coinvolti per il pronto intervento, e non ultumi il direttore generale del Comune Agostino Marcheselli che ha coordinato le attività, l’amministrazione provinciale nella persona del presidente Gerardo Stefanelli che ha offerto il supporto istituzionale per risolvere la criticità venutasi a creare all’interno della proprietà dell’ex Rossi Sud”.
“Da tre anni vivono da sfollate all’ex Rossi Sud dopo il terribile incendio che nel 2022 distrusse il campo di Al Karama. Sono decine di famiglie che attendono ancora una sistemazione dignitosa, donne, uomini e bambini dimenticati e umiliati, che da giorni si trovano anche senza corrente elettrica. All’ex Rossi Sud dunque si sta al buio, non si può conservare il cibo, non si può scaldare il latte per i più piccoli. Le condizioni igienico sanitarie sono al collasso”.
A tornare sulla situazione degli ex ospiti di Al Karama è il movimento Latina Bene Comune, con la segretaria Elettra Ortu La Barbera e il consigliere Damiano Coletta.
“Doveva essere un’accoglienza temporanea per rispondere a un’emergenza. Nel luglio del 2022 chiesi al presidente della Provincia la disponibilità di accogliere queste persone – sottolinea l’ex sindaco – Ma di lì a poco l’amministrazione è caduta e queste famiglie sono ancora lì. Per loro nulla è cambiato, se non in peggio. E le pochissime case prefabbricate consegnate nel nuovo villaggio dell’accoglienza presentano già molte criticità: infiltrazioni, carenze strutturali. Soldi pubblici buttati per opere fatte male e senza criterio. E i lavori, intanto, sembrano fermi”.
“Doveva essere un’accoglienza temporanea, un’emergenza. Ma queste famiglie sono ancora lì, abbandonate in condizioni disumane – aggiunge la segretaria Ortu La Barbera – Di fronte a questa ennesima situazione di disagio per la mancanza di corrente elettrica, assistiamo a un rimpallo di responsabilità. Ma il Comune resta in silenzio. Eppure è proprio all’amministrazione comunale che compete la gestione di queste persone, come pure la responsabilità di quanto sta accadendo, dei clamorosi ritardi con cui si stanno portando avanti i lavori dei nuovi nuclei abitativi di via Monfalcone, della mancata predisposizione di un adeguato servizio guardiania all’ex Rossi Sud che sta provocando danni economici. I fragili e gli invisibili continuano ad essere un tallone d’Achille per questa maggioranza, che dimostra scarso interesse e nessuna sensibilità nei confronti di questi temi.
La sindaca, lo ricordiamo, è la delegata Anci per il Welfare. A lei chiediamo: se queste persone invece di essere sfollate ad Al Karama fossero state residenti del centro e fossero state un bacino di consenso elettorale, sarebbero rimaste tutti questi giorni senza luce? Se non ci si prende cura delle difficoltà e delle criticità dei più fragili, come ci si può occupare dei cittadini? Il messaggio politico che questa amministrazione sta lanciando nei confronti degli ‘invisibili’ è ormai sempre più chiaro e ne siamo preoccupati”.