AL CAPOLINEA LA VITA DI KARIBU E AID, MINISTRO: “LIQUIDAZIONE DELLA COOP E SCIOGLIMENTO DEL CONSORZIO”

Marie Therese
Marie Thérèse Mukamitsindo, Presidente e fondatrice della cooperativa sociale Karibù (fonte YouTube.com).

L’istruttoria ministeriale sulla cooperativa Karibu si è conclusa con la proposta della messa in liquidazione coatta amministrativa per eccessivo indebitamento

A dirlo è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy (ex Sviluppo Economico), Adolfo Urso in un Question Time andato in scena alla Camera dei deputati oggi, 30 novembre.

Il Ministro del Governo Meloni ha annunciato che si appresta a “nominare i liquidatori” per la coop di Marie Terese Mukamitsindo, la suocera del deputato di Sinistra Italiana-Verdi Aboubakar Soumahoro.

Adolfo Urso
Adolfo Urso

Gli ispettori del ministero delle Imprese e del Made in Italy inviati a Latina a verificare le irregolarità nelle cooperative amministrate da Mukamitsindo e dai suoi figli hanno proposto non solo la liquidazione della coop Karibu ma anche lo scioglimento del consorzio Aid.

Il Mimit “alla luce dei fatti e delle circostanze di pubblico dominio, ha disposto immediate ispezioni. Il 28 novembre scorso è stato effettuato l’accesso presso la sede legale del Consorzio Aid”, ha detto il ministro.

“Le circostanze rilevate e la documentazione controllata hanno consentito agli ispettori la redazione del verbale e la immediata notifica dello stesso agli amministratori presenti. Gli ispettori hanno riscontrato irregolarità non sanabili nel merito dei seguenti aspetti: assenza di un reale e autentico scambio mutualistico; assenza di partecipazione dei soci alla vita democratica e alle decisioni dell’ente. Inoltre, è stata accertata la natura di cooperativa e non di consorzio, in quanto l’Aid di Latina non risulta espletare attività di coordinamento di cooperative collegate. In ragione di quanto detto, gli ispettori hanno proposto lo scioglimento. In questi giorni la proposta sarà valutata con il procedimento e le garanzie previste dalla legge”.

Sulla cooperativa Karibù, invece, gli ispettori inviati dal Mimit “al primo tentativo di accesso hanno trovato i locali chiusi. Dopo aver avuto finalmente accesso a seguito di diffida, hanno acquisito la documentazione rilevante. Si è conclusa ieri l’istruttoria culminata con la proposta di messa in liquidazione coatta amministrativa per eccessivo indebitamento. Mi appresto dunque a nominare i commissari liquidatori”, ha concluso Urso.

Un epilogo quasi scontato. Basti pensare che, come ha detto il Ministro Urso, la Prefettura di Latina, tra il 2017 e il 2019, ha elevato 491mila euro di sanzioni alla coop Karibu dopo 22 ispezioni e, tra il 2018 e il 2022, a seguito di 32 ispezioni, è stata comminata la multa di 38mila euro. Inoltre, gli ispettori ministeriali stanno monitorando i conti della coop da oltre un anno e tali informazioni finiranno direttamene nel fascicolo della Procura che indaga per malversazione, truffa e reati fiscali vari. Ad oggi, come noto, l’unica indagata è Marie Therese Mukamitsindo.

Da ultimo, ha spiegato Urso, Karibu ha ottenuto per di più tra il 2020 e il 2021 curca 110mila euro dal Fondo di garanzia per le Pmi.

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Intanto, nella giornata di oggi, Liliane Murekatete, la moglie del parlamentare Aboubakar Soumahoro, ha parlato ai cronisti dell’Adnkronos: “Io descritta come cinica, griffata, adesso basta. Porto in tribunale chi mi ha diffamato”.

Liliane Murekatete in abiti tradizionali durante una sfilata di manufatti prodotti dai rifugiati ospiti della Karibù

“Posso capire, senza giustificarli, gli attacchi politici, ma la narrazione della maggior parte dei giornalisti è stata improntata ad un teorema fondato sulla colpevolezza certa e manifesta, con buona pace della presunzione di innocenza: colpevole io, colpevole mia madre, colpevole il mio compagno. Il sapiente, malizioso utilizzo di espressioni quali la ‘cooperativa della moglie di Soumahoro’ (mentre non faccio più parte della cooperativa né come membro del Cda, né come socia né tantomeno come dipendente) o ‘la cooperativa della famiglia di Soumahoro’ che ha connotato sin da subito la campagna mediatica è particolarmente odioso in quanto volto a sollecitare distinguo, prese di distanza, ripudi, magari accuse reciproche, tutti rigorosamente pubblici, nella peggiore tradizione dell’Autodafé”.

“La costruzione del racconto mediatico volto a rappresentarmi come una cinica “griffata” e ad affibbiarmi icastici titoli derisori, una che pubblica selfie (peraltro dello stesso tenore di quelli di centinaia di migliaia di giovani donne occidentali e non) mentre i lavoratori della cooperativa non ricevono gli stipendi è artatamente falsata. Falsa anche la gran parte delle foto”, perché risalgono “al 2014/15”, ovvero “quando non avevo alcun incarico nella cooperativa Karibu e quando non avevo ancora conosciuto il mio compagno”.

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