“La Programmazione agricola europea copre un arco temporale di cinque anni (2023-2027). In questo momento ci troviamo nel biennio transitorio (2021-2022), che ha visto aggiungere 282 milioni di euro alla dotazione di 822 milioni riferita al periodo 2014-2020, per un totale di 1.105 miliardi.
La proposta per il biennio, dopo aver acquisito il parere favorevole del Comitato di sorveglianza, è stata presentata nel mese di settembre 2021 alla UE che l’ha approvata due mesi dopo. Molte risorse sono state destinate a scorrimenti di graduatorie esistenti anche al fine di favorire l’iniezione di liquidità nel comparto segnato dalla crisi economica seguita a quella pandemica. Penso, ad esempio, al pacchetto di recenti scorrimenti delle misure 4.1 e 4.2 per investimenti in aziende agricole ed agroalimentari (pacchetto da 50 milioni) e all’imminente scorrimento della graduatoria della misura 6.1 dedicata ai giovani. Negli scorsi mesi, abbiamo invece pubblicato i bandi per il biologico, le zone montane, il benessere animale.
Stiamo ora valutando l’opportunità, e la possibilità di programmare nuovi avvisi entro la fine dell’anno per l’insediamento dei giovani agricoltori e la diversificazione in agricoltura. Sul fronte dei pagamenti al momento abbiamo liquidato 624 milioni di euro della programmazione in corso e stiamo lavorando per andare avanti.
In attesa delle risorse sulla nuova programmazione, stiamo compiendo il nostro percorso e le nostre scelte d’indirizzo per lo sviluppo sostenibile e la riduzione delle diseguaglianze nell’ambito delle politiche pubbliche regionali ed europee 2021-2027: circa 167 milioni (30,3%) su Reddito e Competitività; 198 milioni su Ambiente e Clima (39,6%); 165 milioni su Sviluppo Economico e Aree Rurali (30,1%). Parliamo di: investimenti, sostegno al reddito, competitività, contrasto ai cambiamenti climatici, utilizzo responsabile delle risorse naturali, tutela della biodiversità, rinnovamento generazionale, qualità e salute. Il tema centrale resta l’applicazione dei criteri per l’assegnazione delle risorse: criterio storico e criterio oggettivo. C’è una profonda discussione in atto e noi non ci sottraiamo dal fornire la nostra posizione. C’è da dirlo chiaramente: il Lazio è penalizzato dallo sbilanciamento verso l’utilizzazione del criterio storico perché il proprio contesto produttivo e ambientale è profondamente mutato e cresciuto rispetto al passato e verrebbe favorito se vi fosse una lettura più attualizzata in base a PLV, numero di aziende, SAU. Noi spingiamo affinché vengano lette e riconosciute le nostre peculiarità ed esigenze. Staremo a vedere. Nel frattempo dobbiamo e vogliamo proseguire il confronto con il partenariato per condividere insieme la visione strategica, impegnarci per consolidare gli obiettivi individuati, fare un grande lavoro di semplificazione delle procedure per rendere il Lazio sempre più terreno fertile per il prossimo futuro.
Infine, a partire dalla prossima programmazione, ci sarà una importante novità: l’Autorità di gestione per il FEASR sarà unica a livello nazionale”.
Lo ha dichiarato l’Assessora Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Pari Opportunità durante il suo intervento al tavolo tematico sulla programmazione FEASR organizzato dalla Regione Lazio a Palazzo dei Congressi.