AGGREDIRONO CARABINIERE SULL’AUTOBUS A LATINA: CONDANNATI A 10 MESI I DUE GIOVANI

Latina, giudicati i due cittadini tunisini per il reato di lesioni personali aggravate, violenza privata e resistenza a Pubblico Ufficiale in concorso

Hanno dovuto rispondere nel giudizio abbreviato che si è celebrato oggi, 16 dicembre, del reato di lesioni ai danni di un Carabiniere che era intervenuto su un autobus di linea a Latina per placare la loro arroganza nei confronti di altri passeggeri. Il pubblico ministero Giuseppe Miliano ha chiesto per loro due pene rispettivamente di 4 anni e 4 anni e 4 mesi. Si tratta di due tunisini, rispettivamente di 22 e 26 anni, difesi dagli avvocati Silvia Perciballe e Ernesto Renzi. All’esito della camera di consiglio, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Barbara Cortegiano, ha condannato entrambi a 10 mesi e 20 giorni ciascuno, con pena sospesa, disponendo la scarcerazione che durava da circa 9 mesi.

Arrestati dai Carabinieri a marzo scorso, i due tunisini erano stati interrogati con l’accusa di aver aggredito un Carabiniere libero dal servizio che aveva difeso una ragazza, poco prima importunata su un autobus di linea a Latina. I due giovani avevano negato tutte le accuse dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Laura Morselli.

Il loro arresto era arrivato all’esito di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Latina. I Carabinieri della Stazione di Latina avevano tratto in arresto entrambi, con l’accusa di di lesioni personali aggravate, violenza privata e resistenza a un Pubblico Ufficiale in concorso.

I due soggetti erano ritenuti gravemente indiziati della violenta aggressione al Carabiniere che era intervenuto a tutela della ragazza a sua volta aggredita sull’autobus, sul quale i due extracomunitari avevano già disturbato ed impedito la discesa agli altri presenti.

Le investigazioni dei Carabinieri avevano permesso di ricostruire quanto accaduto su di un autobus di linea che viaggiava a Latina. I due giovani avrebbero dapprima infastidito tutti i passeggeri del mezzo pubblico attraverso l’utilizzo di una cassa altoparlante ad altissimo volume, affrontando con fare minaccioso una persona anziana che li aveva invitati ad abbassare il volume della musica. Subito dopo i due si sarebbero posti con fare minaccioso nei confronti degli altri passeggeri, posizionandosi proprio davanti alle porte per la discesa dei passeggeri, ostacolandone il passaggio.

Proprio all’atto della discesa di una ragazza, uno dei due giovani le avrebbe tirato i capelli e poi spinta verso l’uscita, facendola quindi uscire in precario equilibrio dall’autobus. A seguito delle urla della ragazza, il militare era intervenuto, prendendone le difese e tentando di salire sul pullman, per poi venire raggiunto da un pugno in pieno volto.

Nonostante ciò, il militare dell’Arma, dopo essersi qualificato per ben due volte, aveva intimato agli aggressori di fermarsi ed era stato ancora colpito con calci e pugni dai due che, dopo la violenta azione, avevano causato al Carabiniere lesioni — tra cui la frattura del setto nasale. I due, dopo l’azione violenta, si erano allontanati a piedi.

“I militari della Stazione Carabinieri di Latina – spiegava una nota dell’Arma – erano riusciti a individuare i due indiziati, altresì riconosciuti dalle parti interessate, compendiando la loro condotta, evidenziandone la particolare violenza nell’azione e circostanziando ed approfondendo tutti gli elementi raccolti con numerosi riscontri oggettive. All’esito di una complessa e articolata attività di indagine, l’Autorità Giudiziaria ha emesso nei confronti dei due indagati una ordinanza di custodia cautelare in carcere”.

I due tunisini erano stati protagonisti, a fine agosto, insieme ad un alto connazionale del furto di scarpe in un negozio di Latina. Erano stati riconosciuti in un video da un Carabiniere come anche gli autori dell’aggressione al Carabinieri sull’autobus di linea. Da qui era nata l’indagine sui due uomini i quali, ultimamente, avevano stabilito la loro dimora in un appartamento del Palazzo Pennacchi, in via Don Morosini. Anche per il furto, difesi dall’avvocato Renzi, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, non aveva convalidato l’arresto.

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