La spedizione “Acque senza veleni” si protrarrà fino a fine ottobre, toccando almeno 220 città in tutta Italia.
In ogni tappa verranno raccolti campioni d’acqua potabile per analizzare oltre 60 diverse molecole appartenenti al gruppo PFAS. Il progetto non si limiterà però alla raccolta dati: durante la spedizione incontreremo anche i comitati locali già impegnati nella lotta contro la contaminazione da PFAS e cercheremo di sensibilizzare cittadini e cittadine su un problema che sta guadagnando sempre più spazio anche sui media internazionali.
Tra le città monitorate anche Latina e Aprilia. I PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) sono usati in numerosi processi industriali e prodotti di largo consumo per via delle loro proprietà idro e oleorepellenti, ma una volta rilasciati nell’ambiente si degradano molto lentamente. Questo porta a un grave inquinamento che può contaminare l’acqua potabile, l’aria e persino le coltivazioni. Le conseguenze sulla salute sono preoccupanti: basti pensare che il PFOA, una delle molecole che appartiene al gruppo dei PFAS, è stato classificato come cancerogeno. Altre molecole PFAS possono provocare danni alla tiroide, al fegato, al sistema immunitario, oltre a incrementare il rischio di diabete e causare tumori al rene e ai testicoli.