Acqualatina, Pd: “Da Veolia a Italgas cambia il socio privato, ma rimane il tema del miglioramento del servizio. Parte pubblica traini scelte future”
“Non vorrei andare troppo indietro nel tempo ma, per onestà e completezza, il contesto storico va sempre ricostruito. In questo caso partendo dal riconoscimento che l’esito del referendum 2011 sull’acqua pubblica è stato tecnicamente tradito. Gli italiani sancirono il no alle privatizzazioni e decisero che la gestione del servizio idrico non poteva determinare profitti. La storia e la politica sono andate in altra direzione un po’ ovunque. In Italia e in tutta Europa sono stati applicati variopinti modelli di gestione – pubblica delegata, privata, partecipata, pubblica – e le regole comunitarie si limitano a determinare gli standard minimi di servizio da garantire in tutti gli Stati membri.
Ciascuno può avere la propria idea a riguardo ma, per tutti, restano i numeri a raccontarci la realtà. Recentemente l’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva ci ha fatto notare come la bolletta dell’acqua sia aumentata esponenzialmente negli anni arrivando, nel 2022, a raggiungere una media di 487 euro annui a famiglia. La seconda impietosa cifra è che oltre il 40% dell’acqua trasportata dalle reti idriche colabrodo va dispersa (ISTAT).
In questo scenario, che era doveroso ricostruire seppur in sintesi, si inserisce l’attualità locale dove registriamo il cambio del socio privato di Acqualatina: da Veolia a Italgas.
Il management di Italgas si presenta indubbiamente bene con un comunicato che lascia sperare in una stagione di rilancio degli investimenti necessari. Parlano di “sicurezza ed efficienza energetica, decarbonizzazione, produzione di energia locale” e manifestano la volontà di voler “rendere più efficiente il servizio e restituire ricchezza alle comunità e ai territori”. È prevedibile che non manchino loro le risorse per realizzare gli obiettivi dichiarati ed il know-how acquisito in anni di attività nel settore del gas.
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Ma quel che ci preme dire è che serve una nuova fase di intenso impegno da parte dell’Ato 4 Lazio Meridionale (i Sindaci) affinché si realizzi appieno l’interesse pubblico e l’interesse generale delle comunità. Questo significa, pur riconoscendo l’impegno fin qui profuso, che va fatto il massimo per orientare e determinare le scelte strategiche. Significa controllare ma anche, e soprattutto, decidere.
Il privato, al netto di tutte le buone intenzioni, persegue un legittimo interesse economico d’impresa e va dunque indirizzato con sempre più decisione dalla parte pubblica verso scelte di interesse generale non rinviabili: miglioramento del servizio, ampliamento della rete, riduzione della dispersione idrica, riduzione del costo delle bollette, innovazione e digitalizzazione, contrasto all’evasione. Questo a partire dalle ingenti somme del PNRR e degli altri fondi della programmazione europea per buona parte già intercettati.
Come PD ci impegneremo, per quanto di nostra competenza, a stimolare una guida decisa di tali processi.
Al di là di come la si pensi, e del modello di gestione, il principio ispiratore delle istituzioni deve risiedere in quanto sancito dalla Risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 28 luglio 2010 che definisce “il diritto all’acqua un diritto umano universale e fondamentale”.
Lo dichiara, in una nota, il segretario provinciale del Partito Democratico, Omar Sarubbo.