Voto di sfiducia della Presidente Cinzia Marzoli: la manager è stata confermata nel corso dell’assemblea dei soci di Acqualatina
A salvare la Presidente Cinzia Marzoli è stato il voto contrario del socio privato, Italgas, e l’assenza di alcuni sindaci dell’Ato 4. I sindaci del Partito Democratico e di Forza Italia, ad aprile, avevano diffidato con una lettera la Presidenza Cinzia Marzoli e invocato le sue dimissioni proprio per la vicenda della Capo d’Anzio.
Alla base delle rimostranze dei sindaci, che hanno votato contro il ricco bilancio di Acqualatina, c’è il Disciplinare per la nomina del CdA di Acqualatina. Tale disciplinare vieta di ricoprire incarichi in Acqualatina coloro che abbiano svolto funzioni di amministrazione in imprese fallite o sottoposte a liquidazione coatta nei tre esercizi precedenti l’adozione del relativo provvedimento. Marzoli, secondo i primi cittadini, sarebbe stata ineleggebile.
Nella fattispecie della Capo d’Anzio, “Marzoli – secondo la ricostruzione dei sindaci PD-Forza Italia – ha cessato la carica il 23 aprile 2024, pochi mesi prima della sentenza di liquidazione giudiziale (luglio 2024), ma quando già il bilancio 2023 evidenziava l’impossibilità di garantire la continuità aziendale. La stessa Marzoli, in qualità di amministratrice unica, aveva infatti certificato il rischio di crisi “certo” e anticipato la messa in liquidazione”. Ecco perché secondo PD e Forza Italia Marzoli dovrebbe dimettersi, al netto del fatto che la manager era andata via prima che la Capo d’Anzio fosse posta in liquidazione.
Oggi, il voto di sfiducia contro la Marzoli non è passato, causando la nota di biasimo dei sindaci Dem e Azzurri.
“I sindaci sottoscritti, rappresentanti della componente pubblica di Acqualatina, esprimono profonda preoccupazione per quanto accaduto in occasione dell’ultima Assemblea dei soci – si legge in una nota –
Ancora una volta, il socio privato è intervenuto direttamente in una vicenda che riguarda la rappresentanza pubblica, contravvenendo a una prassi consolidata in oltre vent’anni di gestione, durante i quali si era sempre allineato alle decisioni assunte dalla maggioranza del socio pubblico.
Diciannove Comuni, rappresentanti i 3/5 della quota pubblica, hanno votato per prendere atto dell’ineleggibilità originaria della Presidente, dott.ssa Cinzia Marzoli. Il voto espresso dal socio privato ha però determinato la conferma della dott.ssa Marzoli alla Presidenza, consolidando così una situazione anomala in cui un Amministratore di nomina pubblica agisce come espressione della parte privata. Tale esito, a nostro avviso, rappresenta una violazione delle norme statutarie e regolamentari, alterando la natura stessa della società mista Acqualatina.
Riteniamo questo comportamento – continua la nota – un grave vulnus istituzionale, che rischia di compromettere in modo irreversibile l’equilibrio tra componente pubblica e privata, con possibili ricadute negative sul buon funzionamento della gestione del servizio idrico. Esprimiamo rammarico per l’atteggiamento di alcuni Sindaci, presenti alla discussione, che avrebbero potuto contribuire alla ricomposizione dell’unità della rappresentanza pubblica.
La loro scelta di abbandonare l’Assemblea prima del voto ha invece aggravato la frattura all’interno della comunità dei Sindaci, indebolendo la posizione pubblica senza assumersi la responsabilità di una decisione chiara. Alla luce di questi eventi – conclude la nota -, riteniamo urgente rafforzare il ruolo di vigilanza della Segreteria Tecnico-Operativa di EGATO4 riprendendo con determinazione il percorso per rafforzare maggiormente il controllo tecnico da parte di EGATO e valutando le azioni più opportune per ripristinare il ruolo pubblico connaturato al carattere “misto” della Società Acqualatina”.