Il Sindaco di Formia, Paola Villa, ha denunciato il rappresentante legale di Acqualatina Spa al commissariato di Polizia.
Quattro giorni fa, le trionfali dichiarazioni da parte del Presidente della Provincia, Carlo Medici, sull’approvazione dell’accordo di programma per la realizzazione di interventi di miglioramento del Servizio Idrico e sul finanziamento di 4.115.600 euro che la Conferenza dei Sindaci avrebbe ottenuto a fondo perduto al fine di realizzare i succitati interventi senza alcun aggravio sulle tariffe future.
Ieri, invece, uno scenario completamente diverso per il gestore dei servizi idrici in provincia e nell’Ato4. Il sindaco di Formia, Paola Villa, infatti, si è recata al commissariato di Polizia e ha presentato un’articolata denuncia nei confronti del rappresentante legale di Acqualatina Spa, con all’oggetto diversi punti tra i quali la non potabilità e la torbidità dell’acqua che, da qualche tempo, se non anni, tempesta la vita dei formiani e di altre zone del sud pontino.
“In qualità di sindaco di Formia e massima autorità sanitaria locale – ha dichiarato il primo cittadino Villa – mi sono recata presso il commissariato di Formia per denunciare il legale rappresentante della società che gestisce il servizio idrico integrato, Acqualatina S.p.A.
Nella denuncia si sono messe in evidenza le seguenti notizie;
– nessuna comunicazione arrivata dal gestore e dall’Asl per supportare la emissione di ordinanza di non potabilità dell’acqua;
– tra la fine del 2018 e dicembre del 2019 sono state emesse 6 ordinanze di non potabilita’, solo in quest’ultima,il gestore ha messo a disposizione il servizio sostitutivo autobotti per la popolazione formiana;
– la Carta dei Servizi del servizio idrico integrato approvata nel 2002, impone all’art. 1 che il gestore fornisca 150l/giorno a persona per gli usi domestici degli utenti Ato4, ciò durante i fenomeni di torbidita non avviene, con un ovvio interruzione di pubblico servizio;
– la Carta dei Servizi del Servizio Idrico Integrato recita al punto 4.7 che il gestore è responsabile della distribuzione di acqua secondo il DPCM del 1999, tale decreto parla di servizio Idropotabile e non “semplicemente idrico”, ciò non sta avvenendo provocando una interruzione di pubblico servizio“.
“Ad oggi il gestore non dà notizie circoscritte sulla captazione delle sorgenti – ha concluso Paola Villa – non mette in atto i lavori già stabiliti negli anni passati per attenuare il fenomeno della torbidità, non dà spiegazioni su che fine abbiano fatto tali risorse economiche, pensa che attraverso la messa in rete dell’acqua proveniente dai pozzi dei 25 Ponti, sui quali mancano ancora i risultati delle analisi chimico-biologiche dell’Asl e le risultanze degli studi fatti dall’Università degli studi di Roma, sul cuneo salino, si possa risolvere. Inoltre si è reso noto alle forze dell’ordine, la situazione incresciosa dell’autobotte ubicata a Castellonorato, dove l’acqua risultava torbida a chi si recava per farne provvista. Non credo che la strada delle denunce sia la migliore, ma credo che è responsabilità per chi amministra un territorio informare chi di dovere di come si stia, ormai da troppi anni, gestendo un servizio pubblico di primaria importanza, come il servizio di distribuzione della risorsa acqua.