ACQUALATINA, IL COMUNE DEL CAPOLUOGO VOTATA CONTRO L’AUMENTO DI CAPITALE

Oggi si è svolto il Consiglio comunale monotematico, richiesto dai gruppi di opposizione, sulla proposta del CdA di Acqualatina S.p.A. di modifica dellarticolo 6 dello Statuto e conseguente aumento del capitale sociale per 30 milioni di euro.

“Esprimiamo soddisfazione per l’esito della seduta: grazie all’iniziativa dell’opposizione, il Consiglio comunale di Latina ha finalmente colmato un ritardo dell’Amministrazione e, all’esito del dibattito in aula, ha approvato all’unanimità l’atto di indirizzo che impegna la Sindaca Matilde Celentano a esprimere voto contrario alla proposta di aumento di capitale nella prossima assemblea dei soci del 31 ottobre.

Un risultato importante, ottenuto dopo settimane di sollecitazioni e richieste di chiarimenti inevase: l’Amministrazione comunale fino ad oggi non era riuscita neppure a convocare le commissioni competenti, rendendo Latina uno dei pochi Comuni della provincia a non essersi ancora espresso.

Con l’Atto integrativo sottoscritto da tutti i gruppi di opposizione, abbiamo chiesto che il Consiglio deliberi di impegnare il Sindaco a votare non favorevolmente alla proposta di aumento di capitale da 23,6 a 53,6 milioni di euro.
Riteniamo infatti che la proposta del CdA sia priva dei presupposti di legittimità, di motivazione tecnica e di coerenza con i principi di efficienza e trasparenza dell’azione amministrativa.

Dopo il parziale insuccesso sul fronte tariffario — con il tentativo di aumento del 14%, poi del 9,5%, ridimensionato infine al 3,5% — il CdA di Acqualatina ha cambiato strategia, proponendo un aumento di capitale di 30 milioni di euro, formalmente presentato come “rafforzamento patrimoniale”, ma che nei fatti appare come un tentativo di copertura di difficoltà gestionali e finanziarie non documentate da alcun piano industriale o piano di ristrutturazione aziendale.

La documentazione fornita ai Comuni è insufficiente e non consente una valutazione seria.
Oggi non si tratta solo di contabilità, ma di scelte politiche e di responsabilità verso i cittadini: non accetteremo che si chiedano altri soldi pubblici per coprire errori e inefficienze gestionali.

Dalla lettura dei bilanci emerge una realtà diversa da quella rappresentata:
Acqualatina non è un’azienda in difficoltà, ma una società solida che nel 2024 ha registrato:

  • un utile lordo di 17 milioni e utile netto di 11 milioni,
  • un fatturato di 139 milioni di euro, in crescita,
  • un EBITDA del 37,5%, tra i più alti del settore,
  • 22,5 milioni di euro di disponibilità liquide e 101 milioni di riserve patrimoniali,
  • 7 milioni di euro in più di crediti riscossi rispetto al 2023.

A ciò si aggiungono gli oltre 80 milioni di fondi PNRR destinati a coprire parte degli investimenti strutturali.
Dunque, non serve “salvare” Acqualatina, serve garantire che le risorse già disponibili vengano gestite in modo efficiente e trasparente, senza gravare sui bilanci comunali e sulle tasche dei cittadini.

Ricordiamo inoltre che la concessione di Acqualatina scadrà nel 2032: non ha senso, né giuridico né economico, aumentare oggi il capitale di 30 milioni di euro caricando sulla collettività un rischio d’impresa che dovrebbe restare in capo alla società.

Restano però alcuni nodi irrisolti da chiarire.
In particolare, chiediamo di sapere perché la Sindaca Celentano abbia delegato a rappresentare il Comune di Latina il suo consulente legale, l’Avv. Giacomo Mignano, in contrasto con quanto previsto dal regolamento dell’Ufficio di Presidenza dell’Ato4, che stabilisce che, in caso di assenza o impedimento del sindaco, possa partecipare alle sedute solo un assessore o un consigliere comunale delegato; ci chiediamo altresì da chi sia partita la proposta avanzata dallo stesso Mignano a nome del Comune di Latina, di riconoscere un parziale aumento di capitale societario di Acqualatina , rinunciando ai crediti che i Comuni vantano nei confronti della stessa, proposta che non risulta condivisa né discussa in alcuna sede istituzionale comunale.

Ci chiediamo, dunque, chi abbia ideato e autorizzato un’iniziativa simile, che appare priva di legittimità e che nessun altro Comune della provincia ha finora fatto propria.

Il voto contrario all’aumento di capitale non è un atto di contrapposizione, ma un gesto di coerenza e di tutela del bene comune. Difendiamo l’acqua, i cittadini e la buona amministrazione, chiedendo chiarezza, trasparenza e responsabilità nella gestione di un servizio essenziale.

Oggi il Consiglio comunale di Latina, grazie al lavoro delle opposizioni, ha affermato un principio chiaro: i soldi dei cittadini non possono essere usati per coprire inefficienze, ma devono servire a garantire un servizio idrico equo, efficiente e sostenibile”.

Così, in una nota, i Gruppi di Opposizione del Consiglio Comunale di Latina LBC, M5S, PD e Per Latina 2032.

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