L’ennesima storia di stalking avvenuta a Latina tra un ex compagno troppo geloso e una donna: di mezzo il loro bambino
È arrivato alle battute finali il processo per stalking che vede sul banco degli imputati un quarantenne di Latina, S.K. (le sue iniziali), difeso dagli avvocati Fabrizio Mercuri e Alessandro Mariani, tuttora detenuto in carcere per i fatti contestati. Il processo, che si svolge davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Roberta Brenda, vedrà la fine dell’istruttoria il prossimo 27 novembre.
Il contesto è quello di Latina, tra abuso di alcol e sostanze stupefacenti. Alla sbarra, con giudizio immediato, il quarantenne, arrestato lo scorso dicembre 2024 per aver violato il divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico. Una misura emessa dall’autorità giudiziaria per tutelare la ex compagna, di Latina anche lei e agente della Polizia Locale.
Le accuse sono quelle di atti persecutori. Nel corso dell’udienza odierna, è stato esaminato l’imputato che ha minimizzato quanto a lui contestato, spiegando che in una occasione sarebbe stato lui ad essere stato aggredito dal nuovo compagna dell’epoca della sua ex. Un’aggressione che si sarebbe consumata presso un distributore sul lungomare di Latina: il compagno della ex avrebbe messo le mani addosso all’imputato per poi fuggire. Tutto alla presenza della ex e del bambino avuto insieme.
In un’altra circostanza, raccontata in aula da una donna, chiamata a testimoniare, la ex, parte civile nel processo, avrebbe dato uno schiaffo all’imputato davanti al bambino. Una reazione dovuta a un ennesimo contrasto.
Lo scorso 18 marzo fu la parte civile, ossia la ex compagna dell’uomo a testimoniare. I fatti più gravi, almeno così come raccontato dalla donna, interrogata dal pubblico ministero, sarebbero avvenuti tra settembre e novembre 2024, alcuni dei quali quando l’imputato era già stato raggiunto dalla misura del divieto di avvicinamento. Il prontuario di ingiurie ricevute dalla donna, negli anni, è quello tristemente solito: “Puttana, ti levo nostro figlio, ammazzo te, tua madre e tuo padre”.
Tra i particolari più gravi raccontati dalla vittima, ci sono diverse audio e immagini inviati tramite Whatsapp in cui l’imputato le mostra l’organo genitale e le varie fasi della masturbazione. Un aspetto che la vittima ha raccontato con lucidità.
“Era geloso, non ha mai accettato che mi sono rialzata e che ho trovato un lavoro”. In altra circostanza, l’uomo le avrebbe sputato e tirato addosso una sigaretta. A fare le spese di tali comportamenti un bambino di cinque anni, avuto dalla coppia quando ancora erano insieme. “Ero intimorita che potesse far male al bambino, è per questo che l’ho denunciato”. Un uomo descritto come un violento che, secondo la ex compagna, deteneva anche una pistola, mai vista, nascosta in uno scantinato.
A settembre 2024, l’episodio raccontato anche oggi in aula. Seconda la versione della donna, l’ex si sarebbe appostato su Via del Lido, vicino al distributore di benzina. È in questo momento che, vista la ex con un altro, nacqua una colluttazione tra i due uomini. Successivamente, il 31 ottobre 2024, quando l’imputato avrebbe dovuto già avere il braccialetto elettronico (non ancora montato per problemi burocratici e di reperibilità dello strumento), raggiunse la donna e il loro bambino nei pressi della sua casa in centro a Latina. A novembre, un altro episodio di violazione della misura. Ecco perché, a dicembre 2024, era scattato l’arresto dell’uomo tuttora vigente in carcere..