ACCUSATO DI AVER UCCISO IL PADRE A FONDI: RIDOTTA LA PENA IN CASSAZIONE

Accusato di omicidio per aver ucciso il padre nel dicembre del 2019: Cassazione riduce la pena a carico di Bruno Micci

La Corte di Cassazione ha ridotto la pena a carico del 63enne di Fondi, Bruno Micci, condannato a 11 anni di reclusione in primo e secondo grado. I giudici della Suprema Corte hanno reso definitiva la condanna dell’uomo, difeso dall’avvocato Maurizio Forte, alla pena di 6 anni e 8 mesi.

A gennaio 2023, si era celebrata l’ultima udienza che vedeva sul banco degli imputati Bruno Micci, accusato di aver ucciso il padre provocandogli ferite al corpo al culmine di un litigio.

Micci doveva rispondere di omicidio preterintenzionale: l’uomo, il 17 dicembre 2019, avrebbe colpito a calci il padre – Luigi, 86 anni al momento del decesso – tanto da costringerlo al ricovero in ospedale con multiple fratture. L’uomo, dopo pochi giorni, morì al “Fiorini” di Terracina. Come aveva spiegato nella sua requisitoria il Pubblico Ministero Martina Taglione, il padre di Micci, dopo il ricovero, assunse farmaci che gli causarono l’ulcera fatale. Il processo si svolgeva dinanzi alla Corte d’Assise presieduta dal Giudice Gian Luca Soana, alla presenza della giuria popolare.

Prima che la Corte dichiarasse conclusa l’istruttoria e le parti – Pm e la difesa di Micci, rappresentata dagli avvocati Maurizio Forte e Paolo Sotis – svolgessero in aula, rispettivamente, requisitoria e arringa difensiva -, l’imputato Bruno Micci aveva voluto legge in aula una dichiarazione spontanea.

Micci aveva sostenuto che la mattina dell’incidente ha soccorso il padre, verso il quale non aveva nessuna acrimonia, e non era stato responsabile di ciò di cui lo si accusa, ossia di aver picchiato l’uomo portandolo alla morte. L’uomo, secondo la sua stessa ricostruzione, sarebbe stato avvertito dalla moglie che il padre era caduto e che aveva bisogno di cure.

Conclusa la dichiarazione dell’imputato, il legale di parte civile aveva chiesto alla Corte di poter ascoltare un uomo che era stato ricoverato con il padre di Micci e che avrebbe potuto riportare una testimonianza dirimente. La richiesta non è stata supportata dal Pm Taglione e la Corte l’aveva rigettata.

Alla fine della requisitoria, il Pubblico Ministero aveva ribadito che Micci ha preso a calci il padre provocando lesioni al bacino e alla spalla sinistra, chiedendo per lui la condanna a 12 anni di reclusione. La sentenza fu di 11 anni gli anni di reclusione decisi da Corte e giuria popolare, poi confermata anche dalla Corte d’Appello. Ora, la riduzione decisa dalla Cassazione.

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