Dimensionamento scolastico, LBC: “Profondo rammarico per la gestione del Comune di Latina. Pagano famiglie e quartieri”
“La sentenza del TAR Lazio richiama più volte l’atto della Provincia di Latina e mette in luce l’assenza di una delibera del Consiglio comunale: così il Comune si è presentato debole al tavolo regionale. Chiediamo subito una linea chiara e atti formali”.
I consiglieri comunali di Latina Bene Comune, Dario Bellini, Damiano Coletta, Floriana Coletta e Loretta Isotton e la segretaria del movimento Elettra Ortu La Barbera, commentano la recente sentenza del Tar del Lazio riguardante l’impugnazione della delibera di Giunta Regionale n. 1161 sul dimensionamento scolastico 2025/2026 che mette ulteriormente in rilievo l’incapacità gestionale della giunta Celentano, nonostante la “filiera di governo” nella questione accorpamento degli istituti comprensivi Don Milani e Vito Fabiano ma apre anche ad una potenziale fase di revisione delle scelte prese con quell’atto di Regione Lazio.
“Esprimiamo profondo rammarico per come il Comune di Latina – e l’assessora alla Scuola Francesca Tesone – hanno gestito il dimensionamento scolastico 2025/26. La recente sentenza del Tar Lazio del 22/08/2025 ha evidenziato ancor di più, come Lbc aveva già a suo tempo sottolineato, l’importanza degli atti formali degli enti territoriali ed il ruolo della Conferenza regionale permanente nella quale i rappresentanti preposti devono partecipare con posizioni chiare, decise, sostenute appunto da atti formali: passaggi che avrebbero dovuto rafforzare, e non indebolire, la posizione della nostra città.
Nelle motivazioni, il Tar richiama più volte la deliberazione del consiglio provinciale di Latina n. 33 del 31/10/2024, un atto politico-amministrativo chiaro che esprimeva la contrarietà della Provincia ad accorpamenti dei suoi Istituti scolastici motivando concretamente il diniego. Il Comune di Latina, invece, non ha approvato una delibera del consiglio comunale di analogo tenore, limitandosi a una dichiarazione in Conferenza regionale (“evitare accorpamenti sul Comune”) priva però della forza che solo un atto consiliare poteva conferire. È stata un’occasione mancata che ha indebolito la nostra città.
Intanto, Latina ha subito l’accorpamento – in realtà una vera e propria fusione – tra l’istituto Comprensivo “Don Milani” (quartieri Q4-Q5) e il “Vito Fabiano” di Borgo Sabotino, realtà distanti e con bisogni territoriali differenti. Le famiglie dei quartieri popolosi di Q4 e Q5 si trovano oggi a fare i conti con disagi concreti e con il rischio di vedere indebolito un presidio educativo e civico fondamentale per il quadrante, un raro punto di riferimento istituzionale e sociale in un quartiere del resto sprovvisto di servizi essenziali.
Alla luce della pronuncia del Tar – che ha annullato gli atti impugnati per vizi di procedura e motivazione, rimettendo alla Regione le determinazioni da assumere prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, è chiaro che la situazione sia particolarmente complessa con rischi di ricadute anche sulla vita di famiglie, studenti e lavoratori della scuola, altresì tutto ciò può aprire anche a nuovi scenari e rivalutazioni del caso e proprio in ragione di questo– chiediamo al presidente della commissione Istruzione, Mauro Anzalone, di portare immediatamente l’argomento in commissione, alla presenza dell’assessora Francesca Tesone ed invitando a partecipare i dirigenti scolastici interessati ed i rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale in modo che possano spiegare come intendano affrontare la delicata, conseguente situazione.
Questa vicenda è una lezione per tutti: il dimensionamento scolastico non può prescindere da scelte trasparenti, partecipate, motivate e basate sulla prossimità. Perché un caso come quello dell’accorpamento subito dal Comune di Latina non si ripeta più, servono decisioni che mettano al centro gli studenti e le comunità scolastiche, attraverso organismi che il Comune di Latina ha quale la consulta scolastica che invece questa amministrazione non ha mai convocato, non forzature calate dall’alto su territori così diversi tra loro”.