ACCESSO ALL’INSEGNAMENTO, GILDA LATINA: SCIOPERIAMO CONTRO INVASIONE DI CAMPO DEL GOVERNO

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Il mondo della scuola si ferma per lo sciopero indetto dalle sigle sindacali per il 30 maggio. Docenti in piazza contro il nuovo sistema di reclutamento e formazione

I docenti di Latina e provincia sono pronti alla mobilitazione “contro l’invasione di campo operata dal Governo in materie come salario, carriera e reclutamento che sono di esclusiva competenza della contrattazione”. Ad annunciarlo la Gilda Insegnanti del capoluogo pontino, per voce della coordinatrice provinciale Patrizia Giovannini.

Si profila una chiusura dell’anno scolastico incandescente. Il mondo della scuola, infatti, si fermerà per lo sciopero generale, indetto da tutti e sei i sindacati di categoria, lunedì 30 maggio. L’appuntamento per gli insegnanti di tutt’Italia è a Roma, in piazza Santi Apostoli, a partire dalle 10,30.

Oggetto della contestazione, il decreto legge n.36, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 30 aprile, che riforma il sistema di accesso all’insegnamento e che dovrebbe essere convertito in legge entro il 29 giugno.

“Il nuovo sistema per l’abilitazione e l’immissione in ruolo introdotto dal dl – spiega la segretaria della Gilda di Latina – è iniquo e lesivo del precariato poiché non risolve in tempi brevi l’annosa questione dei docenti precari, piuttosto allunga i tempi per la stabilizzazione determinando, tra le altre cose, un vero e proprio mercato dei crediti. É un sistema oneroso, oltre che farraginoso, in quanto prevede una formazione iniziale obbligatoria per l’accesso ai concorsi: non basterà la laurea, ma occorrerà acquisire 60 crediti formativi attraverso una prova scritta e orale. Solo una volta “promossi” a tali prove, si può partecipare ai concorsi superati i quali sarà necessario seguire un altro percorso di formazione con ulteriori test e valutazione conclusivi. Questo è solo uno dei percorsi previsti dalla riforma del reclutamento; diversamente, la proposta della Gilda, sposata anche dagli altri sindacati, consentirebbe di accelerare i tempi per arrivare all’immissione in ruolo e stabilizzare immediatamente il precariato, storico e non”.

“Lo stesso decreto – continua la Giovannini – mette in discussione la preparazione dei docenti obbligando a una formazione permanente, con percorsi triennali in cui sono previste prove intermedie e valutazioni finali per tutti i docenti, sia per i neoassunti che per quelli in ruolo da anni. La partecipazione a questi percorsi avverrebbe al di fuori dell’attività scolastica, in orari aggiuntivi, con chiara prevaricazione dell’aspetto contrattuale che dovrebbe essere di competenza del comparto sindacale. Ancora, è prevista l’istituzione di una scuola di alta formazione, diretta dal Ministero con la partecipazione dell’Invalsi e dell’Indire, tutti componenti esterni alla scuola chiamati a formare anche docenti con anni di esperienza alle spalle, addirittura sulle metodologie didattiche e le competenze linguistiche e digitali, con la previsione di obiettivi specifici e indicatori di performance con cui applicare la valutazione intermedia e finale. Dunque si interviene anche sulla valorizzazione del personale docente, bypassando le competenze del collegio dei docenti oltre che quelle contrattuali”.

La Gilda e tutti gli altri sindacati rappresentativi della scuola chiamano la categoria alla mobilitazione contro un provvedimento elaborato fuori da ogni forma di confronto, che introduce un sistema premiale e competitivo, divisivo della categoria e quindi inaccettabile. “Chiediamo lo stralcio dal decreto di tutte le materie di natura contrattuale, – sottolinea la Giovannini – la restituzione della formazione alla libera sfera di competenza dell’autonomia scolastica e del collegio dei docenti, modalità semplificate di reclutamento con l’obiettivo di stabilizzare il precariato esistente, l’equiparazione retributiva del personale della scuola ai dipendenti del pubblico impiego, la revisione degli attuali parametri di attribuzione degli organici, con riduzione del numero di alunni nelle classi, e tutte quelle rivendicazioni portate all’attenzione da anni ma rimaste sempre sul piatto”.

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