Accusato di aver palpeggiato la figlia minorenne della compagna: emessa la sentenza per un 40enne residente a Fondi
Il primo collegio del Tribunale di Latina, composto dalla terna di giudici Soana-Taglienti-Brenda, ha condannato il 40enne W.M.K. (le sue iniziali), di nazionalità pakistana, residente a Fondi, difeso dall’avvocato Daniele Ciccarelli. L’uomo, accusato di violenza sessuale su minore, ha rimediato una condanna a 6 anni di reclusione, con interdizione dai pubblici uffici e da qualsiasi incarico e divieto di avvicinamento nelle scuole.
Il 40enne è stato condannarlo anche al risarcimento della minore, costituitasi parte civile tramite l’avvocato Enrico Ronchini, da calcolarsi in separata sede. 2500 euro la condanna per le spese di giudizio. Il pubblico ministero Valentina Giammaria, al termine della sua requisitoria, che aveva riassunto le accuse mosse all’imputato, aveva chiesto una condanna a 8 anni e 9 mesi di reclusione.
Si è concluso così con una pesante condanna il processo a carico del 40enne, accusato di violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima. All’uomo sono stati contestati alcuni episodi tra i quali l’aver palpeggiato nelle parti intime – in particolare seno e didietro – la ragazzina di 14 anni, figlia della compagna dell’uomo.
I fatti, accaduti nel 2023 a Fondi, sono stari rivelati privatamente dall’adolescente alla sua professoressa di scuola media che, ascoltata come testimone, così come la dirigente dell’istituto scolastico, ha confermato tutto. La ragazzina ha raccontato alla docente di aver subito l’abuso sessuale quando la madre, anche lei di nazionalità pakistana, con cui l’uomo ha avuto un bambino, era fuori dall’Italia.
Tra le circostanze contestate dalla Procura di Latina, che ha coordinato le indagini del Commissariato di Polizia di Fondi, anche l’episodio in cui l’uomo – che di mestiere è dipendente in un’azienda nel ramo ortofrutticolo – mostra alla ragazzina le immagini del proprio membro sul cellulare. Peraltro, come ricordato dal pubblico ministero, gli inquirenti hanno rinvenuto nel suo cellulare immagini pedopornografiche, senza contare che tra le ricerche su Internet c’erano anche link che rimandavano a minorenni.
Esasperata dai comportamenti del patrigno, che sarebbero avvenuti sempre all’insaputa della madre, la ragazzina si è confessata con la docente scolastica. Dopodiché è partita la denuncia alla Polizia di Stato che ha avviato le indagini.
Oggi, la sentenza per il 40enne, tuttora destinatario del provvedimento di divieto di avvicinamento alla vittima.