Nuovo arresto per il professore di religione: stavolta a provocare il provvedimento è la denuncia di una vittima
È stato interrogato dal Giudice per le indagini preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, il 49enne, originario di Terracina, ex insegnante di religione al Liceo “Ettore Majorana” di Latina, pluri-indagato per abusi sessuali e pedopornografia. Questa volta doveva rispondere dell’ultimo arresto scattato il 12 settembre per aver abusato sessualmente due volte, nel 2018, di un minore di 14 anni, figlio di amici.
L’uomo, difeso dall’avvocato Donofrio, si è avvalso della facoltà di non rispondere, a differenza della scorsa estate quando, in seguito, al primo arresto per abusi sessuali nei confronti di 4 vittime, tra cui alunni della scuola, aveva negato ogni accusa.
Quest’ultimo arresto è stato eseguito dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Latina, diretti dal Tenente Monica Loforese, che hanno concretizzato l’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari richiesta dal Procuratore Aggiunto, Carlo Lasperanza, ed emessa dal Giudice per il Indagini Preliminari presso il Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese. Le accuse nei confronti del professore di religione e diacono (poi sospeso dalla Diocesi pontina) sono quelle di violenza sessuale aggravata commessi ai danni del giovane, all’epoca dei fatti, minore di 14 anni. Si tratta, come detto, di una ennesima contestazione al professore che insegnava al liceo scientifico “Majorana”, già raggiunto da altri provvedimenti dell’autorità giudiziaria.
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Infatti, in questi mesi, sono proseguite senza sosta le indagini condotte dai Carabinieri di Latina e coordinate dal Procuratore Aggiunto per l’individuazione di ulteriori vittime del predetto indagato.
In particolare, secondo gli inquirenti e la denuncia del malcapitato, il professore, in due distinte occasioni, già nel mese di aprile 2018 e nel successivo mese di giugno 2018, approfittando del rapporto fiduciario intercorso con i genitori della vittima, aveva abusato sessualmente del minore di 14 anni, figlio di amici (che oggi ha 18 anni), dopo averlo contattato ripetutamente sulla messaggistica whatsapp con conversazioni a sfondo sessuale, per carpirne la fiducia.
La giovane vittima, a distanza di anni, ha trovato il coraggio di denunciare le violenze subite, affidandosi all’operato della Magistratura e dei Carabinieri, quando ha scoperto che la persona che stava scontando gli arresti domiciliari per gli episodi analoghi commessi nei confronti di altri ragazzi (alunni del Liceo), era la stessa che lo avevo sottoposto a violenza.
Tra i particolari più sconcertanti e gravi della vicenda, ci sono quelli riferiti dalla giovane vittima che ha raccontato di come, durante una partita di calcio, nel giugno 2018, il professore lo avrebbe spogliato e toccato nelle parti intime, non prima di avergli fatto vedere un “porno” dove a compiere atti sessuali era un prete.
La vittima era arrivata ad evitare di far incontrare la famiglia con il professore e alla fine di aver cancellato i contatti social con l’indagato.