Un’allieva del primo anno della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza dell’Aquila ha denunciato di essere stata violentata da un capitano. Tra gli indagati anche un formiano
La Procura della Repubblica dell’Aquila ha iscritto nel registro degli indagati quattro ufficiali della guardia di Finanza. Nei confronti del capitano, presunto autore delle violenze, il reato contestato è quello di violenza sessuale e lesioni aggravate, mentre per gli altri tre l’accusa è di maltrattamenti in concorso.
L’allieva ha raccontato di essere stata violentata a casa del capitano e di essere stata convocata più volte nel suo ufficio. Episodi che sarebbero stati successivamente commentati all’interno di una chat WhatsApp nella quale era presente il presunto autore degli abusi, insieme con tre suoi parigrado. Il Comando generale della Guardia di Finanza de L’Aquila ha deciso di allontanare immediatamente gli indagati, trasferiti in altre regioni con compiti operativi.
La vicenda risale allo scorso maggio, quando l’allieva, originaria della Puglia, ha deciso di denunciare le presunte violenze subite da parte di un capitano della Scuola di Coppito, una delle più prestigiose delle Fiamme Gialle a livello nazionale.
La giovane, al primo anno di corso, avrebbe riferito di essere stata vittima di abusi nell’abitazione dell’ufficiale, un 33enne originario della Sicilia, che si trova alla periferia dell’Aquila.
Sulla vicenda, sulla quale indaga anche la Procura militare, vige il massimo riserbo. Gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Ugo Timpano, hanno già acquisito la chat dove i finanzieri avrebbero commentato gli abusi.
Prossimamente, la giovane potrebbe essere ascoltata di nuovo dagli investigatori. L’ipotesi che si fa largo è che ci possano essere stati altri casi simili a quelli raccontati dalla vittima degli abusi, adescata con la promessa di un aiuto in vista degli esami. Secondo l’accusa, gli altri tre capitani indagati sono un 30enne di Formia, un altro trentenne di Battipaglia e un 29enne di Pescara. Questi ultimi, peraltro, avrebbero cercato di ottenere prestazioni sessuali da altre allieve di quella che viene considerata una Scuola modello per i finanzieri italiani.
Nel gruppo WhatsApp gli indagati si sarebbero scambiati informazioni e contatti delle allieve con tanto di foto e video. Tutto materiale che è finito all’interno del fascicolo sul tavolo dei magistrati che hanno disposto anche il sequestro dei dispositivi mobili e i computer. Ai quattro viene contestato l’aggravante di aver commesso il fatto approfittando della loro qualifica di ufficiali.