Abuso edilizio alla grotta trasformata in abitazione sull’isola di Ventotene: il Comune ordina la demolizione al commissario dell’ex carcere di Santo Stefano, Giovanni Maria Macioce
Arriva alla conclusione il provvedimento che, a inizio gennaio, sfociò nella prima ordinanza di sospensione dei lavori abusivi avviati all’interno di una grotta, patrimonio storico e ambientale dell’isola di Ventotene. I lavori abusivi sono in capo all’ex generale della Guardia di Finanza Giovanni Maria Macioce (78 anni), attuale commissario straordinario del Governo per la messa in sicurezza del carcere di Santo Stefano, e degli imprenditori Luigi ed Ercolino Sportiello, 33 e 30 anni, figli dell’ex vicesindaco Modesto Sportiello.
A gennaio, una ordinanza dell’Area 3 tecnica aveva disposto la “sospensione dei lavori per opere di manutenzione straordinaria per il frazionamento della cavità ipogea, muri esterni di recinzione e realizzazione di un locale tecnico, in via Calanone”. Dal sopralluogo eseguito dall’ufficio tecnico comunale e dalla polizia locale era emerso che sulla particella 909 ci sono unità abitative distintive: una parte di cui risulta titolare il commissario Macioce, un’altra di cui invece hanno la titolarità i due imprenditori.
Nella porzione del commissario Macioce, costituita da due livelli e un giardino, è stata riscontrata la presenza di una tettoia addossata al muro di ingresso, con una copertura di travi e tavole in legno, con altezza di circa tre metri; all’interno dell’immobile diviso in due piani comunicanti tra loro attraverso una scala, era presenta un bagno per piano e un vano cucina completo di impianti. Le opere erano già state realizzate e concluse ma il Comune rileva che non risulta alcuna documentazione per le opere elencate. Per tutti i lavori in cemento armato, “non c’è traccia di autorizzazione e dei relativi calcoli strutturali”. Agli atti catastali inoltre la struttura dovrebbe misurare 4,80 metri, mentre al momento della verifica è risultata essere di 6,20. Nella porzione di cui risultano titolari Luigi ed Ercolino Sportiello è stata accertata la presenza di un locale su due livelli soppalcato con una struttura lignea, un locale adibito a servizio igienico già completo e rivestito, impianti, una scala di collegamento, pavimento in legno, un locale esterno di 8 metri quadrati.
Ora, tramite una ulteriore ordinanza dell’Area 3 del Comune di Ventotene, viene disposta la demolizione, con il ripristino dei luoghi, delle opere di manutenzione straordinaria per il frazionamento della cavità ipogea, muri esterni di recinzione e la realizzazione del locale tecnico eseguite presso l’immobile in Via Calanone. Un’ordinanza che arriva a seguito delle contro-deduzioni presentate da Macioce e i due Sportiello rispetto al primo provvedimento di sospensione dei lavori. Con una differenza: le osservazioni degli Sportiello sono state accolte dal Comune, mentre quelle di Macioce no.
Ecco perché sarà Macioce a dover demolire gli abusi edilizi. Una vicenda che si intreccia al processo penale che riprenderà il prossimo maggio presso il Tribunale di Cassino e che vede, come imputati, il medesimo Macioce, l’ex vicesindaco Modesto Sportiello e i figli Luigi (attuale consigliere comunale a Ventotene) ed Ercolino.
Secondo la denuncia e la successiva indagine della Guardia di Finanza di Formia, per cui il Procuratore di Cassino Luciano D’Emmanuele ha chiesto la citazione diretta in giudizio, Macioce e Sportiello avrebbero proceduto a realizzare un’abitazione in quella che era una grotta in località Calanone, sottoposta a vincoli paesaggistici e idrogeologici, oltreché ad aver agito insieme per la compravendita di alcuni magazzini adibiti ad abitazioni (secondo l’esposto, Sportiello e Macioce risulterebbero persino residenti nella stessa locazione). Indagato per abuso edilizio, lo stesso Macioce, allora delegato del sindaco Carmine Caputo per l’Area Marina Protetta e Riserva Naturale Statale delle isole di Ventotene e Santo Stefano, aveva preannunciato l’incarico di commissario con una nota al primo cittadino.
I quattro imputati devono rispondere di falso in atto pubblico e dichiarazioni mendaci, per fatti che si sarebbero verificati a novembre 2021 davanti a un notaio di Sora, considerato dalla Procura parte offesa in quanto tratto in inganno. Secondo gli inquirenti, la compravendita ha previsto il passaggio di tre unità immobiliari tramite una scrittura privata. Passaggi che si sono dipanati dal 2010 fino al 2021 e che hanno riguardato Sportiello, Macioce e i figli in tre diverse fasi per importi che si aggirano sui 75mila euro totali.