Abc, la maggioranza di centrodestra vota l’azzeramento dei compensi dei vertici dell’azienda che gestisce il servizio d’igiene urbana a Latina
Passa la mozione di centrodestra, con l’emendamento presentato dai consiglieri comunali dell’UDC, Maurizio Galardo e Emiliano Licata, che prevede l’azzeramento dei compensi di Presidente e membri del consiglio d’amministrazione dell’azienda speciale del capoluogo.
Il 13 ottobre scorso, la commissione Bilancio, presieduta dal consigliere Mario Faticoni, ha approvato la proposta di delibera che dispone le determinazioni sull’art. 12 dello statuto della azienda speciale ABC. Il provvedimento prevede che se l’azienda sarà beneficiaria di contributi in conto esercizio derivanti dalla finanza pubblica, che non rientrano nel contratto di servizio, potrà riconoscere ai membri del CDA e al presidente solo un gettone per il rimborso spese.
“In assenza di contributi di finanza pubblica che vadano ad alterare in aumento i valori di bilancio – spiegava Faticoni (Fratelli d’Italia) – invece, sarà possibile riconoscere ai membri del CDA e al presidente un compenso, rispettivamente di 1.000 e 2.000 euro. Fino ad oggi non è stato così, infatti, la precedente amministrazione ha permesso che al presidente fosse riconosciuto un compenso pari al 65% rispetto all’indennità del Sindaco, quindi 3.553 euro nel 2020, e che oggi nel 2023 riparametrati allo stipendio del sindaco ammonterebbero a 6.016 euro, mentre ai membri del CDA il 50% dei compensi del presidente. Una gestione che non è possibile sostenere – conclude Faticoni -, soprattutto alla luce dei risultati aziendali riportati fino ad oggi”.
Una sforbiciata rilevante che, però, l’emendamento dell’Udc, votato oggi in Consiglio Comunale, rende pallida. Infatti, secondo la delibera votata oggi, 19 ottobre, dalla componente di maggioranza dell’assise di Piazza del Popolo, Presidente e membri cda non avranno alcun compenso, se si eccettua il gettone da 30 euro lordi.
Una proposta rigettata da tutta l’opposizione negli interventi dei consiglieri comunale Dario Bellini (Lbc), Nazzareno Ranaldi (Per Latina 2032), Daniela Fiore (Partito Democratico), Maria Grazia Ciolfi (Movimento Cinque Stelle), Damiano Coletta (Lbc) e Valeria Campagna (PD). “Pazzia, populismo“, ha giudicato la misura, il consigliere comunale Dario Bellini, sostenendo che non ci sarà nessun assalto alla diligenza per sedere su un posto nel management di Abc. Concetti ribaditi anche dagli altri esponenti dell’opposizione che hanno sottolineato di come, non pagando i vertici, ci sarà una difficoltà nel reperire professionisti – secondo Ranaldi, avvocati e commercialisti per deontologia sarebbero esclusi – e un decadimento della qualità del prossimo cda e soprattutto nel lavoro che sarà messo in pratica. Senza compensi, questo è il ragionamento dell’opposizione, nessuno si farà in quattro per la città e farà il minimo indispensabile, a fronte di un’azienda con un bilancio di circa 20 milioni di euro: “Le competenze vanno pagate”, questo è stato il leit motiv dell’opposizione. Senza contare, ha sottolineato sempre Bellini, che la selezione del Sindaco avrebbe comunque messo al riparo dal cosiddetto “assalto alla diligenza”.
Fatto sta che la delibera è stata votata da tutta la maggioranza (18 consiglieri comunali su 19, Di Matteo era assente) e senza i voti dell’opposizione che non hanno partecipato uscendo dall’aula. In Abc, i vertici dovranno accontentarsi dei gettoni di presenza e un rimborso per le spese rendicontate.