ABC E RIFIUTI, L'OPPOSIZIONE FA SENTIRE LA SUA VOCE: PARALISI AZIENDALE, CASO PALMERINI E TARI ALLE STELLE

ABC E RIFIUTI, L’OPPOSIZIONE FA SENTIRE LA SUA VOCE: PARALISI AZIENDALE, CASO PALMERINI E TARI ALLE STELLE

Questa mattina si è tenuta la conferenza stampa dei gruppi consiliari di opposizione sul tema dell’azienda ABC e del servizio di igiene urbana e raccolta differenziata nel Comune di Latina

A intervenire i quattro capigruppo delle compagini politiche presenti nell’assise cittadina: Nazareno Ranaldi (Per Latina 2032), Valeria Campagna (PD), Dario Bellini (LBC) e Maria Grazia Ciolfi (Movimento Cinque Stelle).

BELLINI. “Avevamo avvertito più volte che la nomina del dott. Palmerini a presidente del CdA di ABC avrebbe comportato un evidente e pericoloso conflitto d’interessi nella gestione dei rifiuti. Purtroppo, le nostre preoccupazioni sono state ignorate, ignorate dalla maggioranza politica ma ignorate evidentemente anche da chi è preposto a tutti i controlli di legittimità dell’Ente. Ci chiediamo cosa faceva il responsabile anticorruzione del Comune quando accadeva tutto questo? E gli organismi di vigilanza dov’erano?

Oggi grazie agli approfondimenti dell’ANAC abbiamo accesso a dati che raccontano molto. E dobbiamo ringraziare l’Autorità Nazionale Anticorruzione perché del resto, da quando si è insediata questa amministrazione, ABC si è trasformata in un sommergibile in immersione permanente. Gli atti arrivano in Consiglio solo quando strettamente necessario e all’ultimo secondo, oppure con clamoroso ritardo come nel caso dei bilanci 2023 e 2024. E anche quest’anno ci apprestiamo ad approvare il bilancio NON nei tempi stabiliti.

Il management dell’azienda – che nella precedente consiliatura partecipava spesso a commissioni e sedute consiliari per relazionare sulle scelte operate – ora è del tutto assente dal confronto con i Consiglieri comunali, pur trattandosi di un’azienda del Comune al 100%. La trasparenza, evidentemente, è diventata un optional.

Un esempio lampante è la rimodulazione del calendario del Porta a Porta: una modifica che incide fortemente sul servizio, sulla vita dei cittadini e dei lavoratori ormai esausti e fortemente preoccupati, una modifica che non è MAI stata discussa né in commissione né in Consiglio comunale. Non un solo esponente della maggioranza ha avuto il coraggio di spiegare o motivare una decisione di tale portata. Eppure è stata concordata e condivisa con l’amministrazione Celentano. I danni prodotti da questa scelta sono evidenti a tutti.

I numeri parlano chiaro e sono numeri che contribuiscono a far aumentare la TARI. Nel 2021, anno di avvio in una piccola porzione di territorio del Porta a Porta, il Comune di Latina ha pagato a Rida Ambiente 7,2 milioni di euro per il conferimento dell’indifferenziato. Nel 2022, con l’estensione del servizio PORTA A PORTA al 90% del territorio comunale (escluso il centro), la cifra si è abbassata drasticamente a poco più di 4 milioni di euro: un risparmio enorme a beneficio della città e delle casse comunali.

Nel 2023, anche a causa dell’aumento del costo a tonnellata autorizzato dalla Regione (inflazione, crisi energetica, guerra in Ucraina), la spesa è nuovamente schizzata: il Comune paga 6,4 milioni di euro. Ma l’incremento va ben oltre l’aumento da inflazione ed è conseguenza diretta dell’inerzia e della gestione inefficace del ciclo dei rifiuti da parte dell’amministrazione Celentano.

La conferma di tutto questo arriva ancor di più nel 2024, quando il costo per il conferimento dell’indifferenziato sale ancora: dai 4 milioni di euro del 2022 a circa 7 milioni di euro del 2024. Un dato che mostra come la quantità di rifiuti indifferenziati, invece di diminuire, continui ad aumentare. Ricordiamo che per legge Latina dovrebbe raggiungere il 65% di raccolta differenziata. Il trend attuale va esattamente nella direzione opposta.

Nel frattempo la Rida Ambiente – società per la quale Palmerini ha svolto, e probabilmente ancora svolge, importanti attività di consulenza – continua a fatturare al Comune per il conferimento dell’indifferenziato. E chi gestisce ABC? Sempre Palmerini, in veste di Presidente. E’ chiaro anche ad un bambino che se la missione di ABC (da statuto: differenziare bene i rifiuti) VA MALE, chi ne guadagna principalmente è chi ha nel suo CORE BUSINESS la gestione dei rifiuti indifferenziati.

Un cortocircuito evidente, che oggi trova conferma nelle valutazioni dell’ANAC.

Anche il nuovo piano industriale va in questa direzione sbagliata: costerà ai cittadini altri 8 milioni di euro e rappresenta una scelta che lega ulteriormente Latina a impianti per il trattamento dell’indifferenziato, come quello della Rida Ambiente.

È noto infatti che i cassonetti stradali non consentono di raggiungere alti livelli di differenziazione dei rifiuti.

Con questo modello, ci condanniamo a dipendere da questi costosi impianti per i prossimi decenni, rinunciando a politiche ambientali fondate su riduzione, su riciclo e su riuso.

Così viene tradita anche la filosofia del: “chi ben differenzia, meno spende”, ovvero la tariffa puntuale, che con la raccolta stradale e quella condominiale, che questa amministrazione Celentano vuole applicare, sarà impossibile attivare.

Così rinunciamo a combattere l’evasione del tributo perché sarà facilissimo per gli evasori continuare a conferire i propri rifiuti accanto i cassonetti intelligenti o dentro quelli condominiali continuando a non pagare il servizio.

C’è un ultimo interrogativo che ci poniamo rispetto a quanto accaduto dalla nomina del dott. Palmerini a presidente di ABC, a Novembre 2023, ovvero la compatibilità del suo ruolo in ABC anche con quella di Curatore fallimentare della Latina Ambiente alla quale a dicembre 2023, un mese dopo la data di nomina di Presidente, il Comune paga un accordo transattivo da 6 milioni di euro”.

CIOLFI. “Parliamo oggi di rifiuti, di trasparenza, di scelte politiche. Parliamo di ABC. Un’azienda pubblica nata sulle ceneri della Latina Ambiente, società mista pubblico-privata, fallita dopo anni di gestione opaca. Per il management, gli organi legali, di controllo e di revisione dell’epoca, tutti indagati, il PM ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ipotesi di reato di bancarotta. Un disastro economico e politico costato milioni di euro alla collettività. Tra le ipotesi di reato: occultamento di perdite per oltre 18 milioni di euro. Tra gli indagati, anche una figura oggi centrale nella nuova amministrazione comunale: il consulente giuridico a titolo gratuito della Sindaca. Una posizione che, alla luce della costituzione di parte civile del Comune nel processo, presenterebbe profili di incompatibilità e conflitto d’interesse. La questione è stata oggetto di una recente interrogazione del M5S. 

Coinvolto nel processo anche un membro dello staff della Sindaca. Un’amministrazione incapace dunque di segnare un taglio netto con il passato. Al contrario: uno dei primi atti significativi della Giunta è stato evitare il contenzioso con la fallita Latina Ambiente, optando per una transazione da 6 milioni di euro in favore della curatela, rappresentata dal dott. Palmerini, poi nominato – sempre a titolo gratuito – presidente del CdA di ABC, alimentando dubbi su un possibile conflitto di interesse, sollevati dal M5S e da tutte le forze di opposizione in Consiglio Comunale, che si andrebbe ad aggiungere alla recente delibera dell’ANAC sull’inconferibilità del suo incarico. Una somma, quella della transazione monstre, che, secondo l’assessora Nasti, avrebbe dovuto chiudere ogni pendenza. Ma così non è stato: a gennaio 2024 emergono nuovi crediti e a marzo viene riaperto un tavolo tecnico dormiente da 10 anni, e del quale ancora non si conosce alcun esito. Nel frattempo ABC è paralizzata. Da tre anni opera in esercizio provvisorio.

La maggioranza Celentano non ha portato in Consiglio comunale i bilanci di previsione per il 2023, il 2024 e ora anche il 2025, nonostante le nostre reiterate richieste. Un’anomalia grave: la mancata approvazione dei bilanci ha causato lo stato di esercizio provvisorio di ABC che per norma impedisce assunzioni e investimenti, quindi pianificazione. Il risultato è evidente e sotto gli occhi di tutti: una città sporca, un servizio inefficiente, una TARI alle stelle. A ciò si aggiungono gravi carenze degli organi di controllo dell’azienda speciale: il divieto di effettuare nuove assunzioni imposto dall’esercizio provvisorio non è stato rispettato: nel 2024 risultano assunte 44 nuove unità, in violazione della normativa, anomalie non segnalate dal Controllo Analogo, né i revisori dei conti di ABC avrebbero mai segnalato l’anomalia dell’esercizio provvisorio. Ad oggi l’attività del CdA in carica risulterebbe immobile, infatti sul sito di ABC non risultano adottati, né trasmessi al Comune i bilanci dell’azienda. ABC è stata una conquista: la gestione pubblica dei rifiuti è una scelta politica, costruita con fatica. Abbiamo lasciato alla nuova amministrazione un’azienda sana, avviata verso un ciclo virtuoso: raccolta differenziata in crescita, tariffazione puntuale pronta da essere attivata, lotta all’evasione concretamente perseguita, non come gli annunci di questa amministrazione che continua solo a fare accertamenti senza riscuotere. Siamo passati dal 19% della differenziata con la Latina Ambiente al 53% con ABC, grazie al Porta a Porta. Ma tutto questo oggi rischia di essere vanificato. Perché l’attuale amministrazione sembra pronta ad aprire alla possibilità di riportare la gestione al privato: si parla di trasformare ABC in una società per azioni o in una multiservizi, alimentando logiche spartitorie. 

Lo dimostra il braccio di ferro a cui abbiamo assistito tra Lega e Noi Moderati per la gestione del verde pubblico. È una vicenda che lascia sgomenti: per le modalità con cui si è chiusa la pagina Latina Ambiente e per come si sta oggi affossando ABC, lasciandola ancora dopo due anni senza un indirizzo chiaro, senza un piano industriale approvato, destinandola a una crisi senza precedenti. ABC, il fulcro del bilancio del comune di Latina, il pilastro dei servizi pubblici, responsabile della cura, dell’igiene e del decoro cittadino è lasciata allo sbando. 

Il M5S chiede una gestione dei rifiuti efficiente, trasparente e pubblica. Una politica libera da conflitti d’interesse. ABC deve tornare al centro di una visione moderna e partecipata della gestione ambientale. Ma per farlo, è indispensabile interrompere il cortocircuito tra politica, amministrazione e interessi partitici e rimettere al centro l’interesse pubblico”.

RANALDI. “L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha concluso la sua verifica sulla nomina del dott. Palmerini a presidente del CdA di ABC, avvenuta nel novembre 2023, dichiarando l’inconferibilità dell’incarico (delibera n. 157 del 16 aprile 2025). Va sottolineato che l’intervento dell’ANAC è stato rapido e si è svolto nel pieno rispetto dei tempi previsti per questo tipo di procedure.

L’intera vicenda trae origine da un’interrogazione che ho presentato al Comune di Latina. L’amministrazione ha risposto dichiarando la questione non di competenza, affermando che il quesito sulla presunta inconferibilità dell’incarico andava rivolto direttamente alla società ABC, azienda speciale del Comune di Latina. A seguito di ciò, oltre a trasmettere l’interrogazione ad ABC, è stato inoltrato un quesito all’ANAC, che ha avviato un’istruttoria volta a verificare l’eventuale presenza di irregolarità o comportamenti contrari al codice dei contratti pubblici, tramite accesso agli atti e richiesta di chiarimenti alle parti coinvolte.

A questo proposito, sarebbe opportuno un chiarimento da parte dell’amministrazione sul motivo per cui non è stata coinvolta l’Avvocatura comunale nella difesa rispetto alle osservazioni dell’ANAC, preferendo invece ricorrere a un consulente esterno. Dal punto di vista politico, va evidenziato come questo risultato sia frutto di un lavoro di squadra portato avanti dalla minoranza da due anni, con riferimento alla gestione dei rifiuti nella città di Latina. L’opposizione ha svolto il proprio ruolo: analizzare gli atti, studiarli in profondità e trarre conclusioni, coinvolgendo tutte le autorità competenti. Purtroppo, da questa vicenda emerge ancora una volta la superficialità delle scelte dell’amministrazione e la carenza di controlli interni. Attendiamo di capire se gli approfondimenti necessari siano stati effettivamente svolti oppure no – resta aperta anche questa possibilità.

L’ANAC, nella sua delibera, precisa infatti: “…di rimettere all’ente conferente con il supporto del RPCT (Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza) competente l’accertamento del rispetto delle disposizioni di cui all’art. 20 d.lgs. n. 39/2013, anche in merito all’eventuale applicazione del comma 5 del medesimo articolo”

“di rimettere al RPCT competente, in relazione all’art. 18, commi 1 e 2, del d.lgs. 39/2013 e secondo anche quanto chiarito nella delibera ANAC n. 833/2016, la valutazione dell’elemento soggettivo in capo all’organo conferente, tenendo conto delle peculiarità del caso di specie”.

“Per ciò che concerne l’art. 18, si precisa che: il procedimento deve essere avviato nei confronti di tutti coloro che, alla data del conferimento dell’incarico, erano componenti dell’organo conferente, ivi inclusi i componenti medio tempore cessati dalla carica; il termine di tre mesi di cui all’art. 18, comma 2, del d.lgs. n. 39/2013 decorre dalla data di comunicazione del provvedimento conclusivo del procedimento instaurato dal RPCT nei confronti dei soggetti conferenti; i componenti dell’organo non possono per tre mesi conferire tutti gli incarichi di natura amministrativa di loro competenza ricadenti nell’ambito di applicazione del decreto n. 39/2013, così come definiti dall’art. 1, comma 2”.

Attendiamo ora le risultanze del RPCT – che, secondo quanto richiesto da ANAC, dovranno arrivare entro 45 giorni – e che dovranno accertare la veridicità o la mendacità delle dichiarazioni rese nei mesi scorsi in atti ufficiali, così come l’eventuale danno economico arrecato al Comune di Latina. Nelle prossime settimane valuteremo nel dettaglio le conclusioni della relazione del RPCT e le conseguenze che la dichiarazione di inconferibilità comporta, tra cui la possibile nullità degli atti adottati. Senza alcuna preclusione verso gli esiti dell’istruttoria e senza allarmismi, riteniamo però che la situazione debba allertare l’amministrazione comunale, che a nostro avviso sta sottovalutando le possibili conseguenze di una vicenda gestita con grande approssimazione.

Note

Art. 18 – Sanzioni (d.lgs. n. 39/2013)

  1. Gli organi che abbiano conferito incarichi dichiarati nulli sono responsabili per le conseguenze economiche degli atti adottati;
  2. I componenti degli organi che abbiano conferito incarichi dichiarati nulli non possono per tre mesi conferire incarichi di loro competenza.

Art. 20 – Dichiarazione sulle cause di inconferibilità e incompatibilità (d.lgs. n. 39/2013)

  1. All’atto del conferimento dell’incarico l’interessato presenta una dichiarazione sull’assenza di cause di inconferibilità di cui al presente decreto;
  2. La dichiarazione mendace accertata dalla stessa amministrazione comporta l’inconferibilità di qualsivoglia incarico di cui al presente decreto per un periodo di cinque anni”.

CAMPAGNA. “Sei milioni di motivi per dire la verità. E cambiare rotta. Ci sono momenti in cui la politica ha il dovere di fare nomi, di denunciare responsabilità e di restituire ai cittadini la verità che troppo spesso viene nascosta dietro formule tecniche, narrazioni accomodanti e interviste rassicuranti. Quello che sta accadendo a Latina con la TARI 2025 e con il rendiconto finanziario dell’amministrazione Celentano è un caso esemplare di malagestione travestita da normalità.

Una TARI fuori controllo: milioni in più, milioni da restituire.

Nel 2023, l’amministrazione ha aumentato il Piano Economico Finanziario dei rifiuti da 26 a 36 milioni di euro. Un aumento del 38%, completamente fuori scala e fuori legge visto che il limite massimo di crescita è fissato al 10%. L’ARERA – l’Autorità nazionale – ha aperto un procedimento. Se confermasse l’irregolarità, il Comune sarà obbligato a restituire fino a 10 milioni di euro ai contribuenti. Un fatto senza precedenti. Nel frattempo, però, si gioca a minimizzare. L’assessora parla di rischio remoto, ma intanto nel bilancio 2025 è già comparso un accantonamento da sei milioni. Non è prudenza, è la prova che la giunta sa benissimo di aver sbagliato. E cerca ora di correre ai ripari in silenzio, a spese di tutti.

La scelta politica è chiara: far pagare i cittadini per coprire gli errori.

Davanti a un sistema che si inceppa, l’unica risposta che arriva dalla giunta è il potenziamento dell’ufficio TARI. Più personale per smaltire le pratiche arretrate. Ma attenzione: i nuovi dipendenti saranno pagati attraverso la TARI stessa, non dal bilancio comunale. Si chiamano costi CARC, e andranno a finire dritti nelle bollette dei cittadini. Più accertamenti, più costi, nessuna soluzione strutturale.  Nell’intervista su Latina Oggi, l’assessora non spende una parola su come si intenda abbassare la TARI. Nessuna riflessione sul sistema di calcolo, nessun cenno alla tariffazione puntuale. Eppure, Latina sarebbe pronta: i mastelli dotati di chip elettronici (RFID – Radio Frequency Identification) sono stati acquistati nel 2021 proprio per questo. Ma oggi restano inutilizzati. Perché? Perché la maggioranza non ha ancora deciso come gestire la raccolta nel centro urbano. E finché non sceglie, blocca tutto. Non solo l’equità, ma anche il futuro.

Una maggioranza immobile, una città condannata a pagare.

Le scelte – o meglio, le non-scelte – della giunta Celentano producono un effetto a catena. Si preferisce l’immobilismo, la gestione per inerzia, la manutenzione dell’esistente. Ma intanto il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, che misura l’incapacità del Comune di riscuotere tasse e tributi, esplode: da 144 a 164 milioni in due anni. Il tasso di riscossione effettiva è molto basso, permane ad un livello insufficiente, 33% contro un minimo previsto del 47%. Si fanno accertamenti, ma non si incassa. Si aumentano le tariffe, ma non si migliorano i servizi. È un sistema inefficiente, ingiusto e, soprattutto, insostenibile.

La narrazione della giunta non regge ai numeri.

L’amministrazione parla di equilibrio di bilancio, ma ciò che emerge è una rigidità strutturale, un margine di manovra sempre più risicato, un Comune che accantona cifre enormi solo per coprire i propri fallimenti. Il rendiconto 2024 lo dice chiaramente: la situazione è grave e non si può risolvere né con qualche post su Facebook né con promesse che svaniscono al primo Consiglio comunale.

Le risorse ci sarebbero, ma vengono ingessate da scelte sbagliate. I cittadini pagano di più per un servizio che peggiora. I residui attivi – cioè i crediti non riscossi – vengono stralciati in silenzio, con effetti devastanti sul bilancio di competenza.

Latina è governata da chi non decide. E chi non decide, sbaglia.

Il Comune di Latina oggi non è solo inefficiente: è paralizzato. È ostaggio di una maggioranza divisa, litigiosa, incapace di darsi una direzione. Ogni scelta viene rimandata, ogni nodo viene rinviato. Il risultato è un’amministrazione che si accontenta di tirare avanti, che preferisce il silenzio al confronto, che scarica sui cittadini i costi della propria inattività. Eppure, le alternative esistono. Si può introdurre la tariffazione puntuale. Si può differenziare meglio. Si può recuperare in modo efficace, senza pesare sempre sugli stessi contribuenti. Ma servono coraggio, competenza e visione: tre parole che oggi, purtroppo, mancano del tutto in chi guida la città.

La nostra proposta: equità, giustizia, verità.

Il Partito democratico chiede trasparenza sull’indagine ARERA e verità sui numeri reali del bilancio. Chiede la rimozione di ogni conflitto d’interesse nella gestione dell’azienda ABC. Chiede una riforma del sistema di raccolta e della tariffa che premi i cittadini virtuosi e abbatta i costi per tutti. Chiede scelte. Perché una città non può essere governata a colpi di silenzi. 

Chi guida una comunità ha il dovere di scegliere. Latina ha bisogno di una classe dirigente all’altezza, che affronti i problemi senza nasconderli e che dica con chiarezza dove vuole andare.

Noi, questa rotta vogliamo cambiarla. E lo faremo, insieme ai cittadini, con la forza della verità e il coraggio della politica”.

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