Abbattuto il muro del Convento Sant’Antonio, interviene Maurizio Cippitani, Presidente del Comitato per la salvaguardia e la tutela del convento di Sant’Antonio Abate a Cisterna
“Non avrei mai voluto assistere a questo spettacolo indecente e indecoroso. L’ignoranza, ancora una volta, vince sulla storia e sulle nostre esili radici, il degrado della cosiddetta modernità abbatte la bellezza, il denaro detta le regole della trasformazione/involuzione urbanistica!
Per molti è una vittoria! È stato abbattuto un muro con l’arroganza e l’onnipotenza di chi pensa che si trattasse soltanto di un muro brutto, fatiscente e vecchio. Già da un esponente dell’ufficio tecnico comunale sono state rigurgitate le tipiche giustificazioni di carattere burocratico che, facendo spallucce, giustifica così l’accaduto: “il muro non era vincolato, era fatto di tufo ed è stato demolito con l’autorizzazione della Soprintendenza”. Senza poi spiegare il perché di tale demolizione e cosa andrebbe realizzato di tanto importante e indispensabile al posto di un muro cinquecentesco.
Questo muro, è vero, non era vincolato. A maggior ragione, secondo il mio modestissimo parere, in assenza di un qualsiasi tipo di vincolo archeologico, architettonico ed artistico, amministratori e tecnici comunali avrebbero dovuto farsi promotori per ottenere questo vincolo e nel contempo ostacolare iniziative tese alla deturpazione di un bene che, proprio perché non formalmente tutelato, è indifeso ed esposto ad ogni tipo di rischio. L’assenza di un vincolo non può considerarsi il lasciapassare per una selvaggia speculazione edilizia.
Per trent’anni, ininterrottamente, con il WWF prima e con il Comitato cittadino poi, di queste mura abbiamo richiesto la tutela (oltre agli affreschi, ai macchinari, alle grotte ecc) e di questa richiesta si sono rese partecipi tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute, compresa quella attuale. In molteplici occasioni si è chiesto alle varie amministrazioni supporto e condivisione di intenti così da inviare una richiesta congiunta alla Sovrintendenza, non tanto e non solo per tutelare e conservare il muro stesso ma anche per preservare l’area in esso contenuta e rimasta, da quando è stato edificato il Convento di S. Antonio, praticamente inalterata.
Questi silenzi e questo disinteresse, politicamente trasversale a tutti i colori politici, hanno portato un po’ di anni fa alla distruzione di un bellissimo volto di una santa affrescato all’interno della chiesa del convento e oggi all’irreparabile squarcio della cinta muraria. Dal 1994, anno in cui è stato decretato il vincolo architettonico del Convento/Mulino, richiesto ed ottenuto dal sottoscritto, si è cercato con tutte le amministrazioni comunali di istituire un tavolo di confronto per l’attuazione di dispositivi di tutela estesa oltre all’antico edificio, anche alle sue pertinenze altrettanto importanti. Non ce n’è stata una, nonostante la disponibilità espressa a parole e la concessione caritatevole di qualche incontro, che abbia sposato e condiviso tale proposta.
Questo muro è vero è fatto di tufo, con la presenza di frammenti di laterizio, pezzi di ardesia e di travertino… Come un tipico muro del Cinquecento cisternese! Se si entra nel chiostro di Palazzo Caetani, anche un giovane alunno della scuola primaria, che ha la sensibilità e l’occhio allenato per scrutare le cose belle che stanno intorno a lui non noterebbe alcuna differenza fra “muro di tufo” demolito e parti del muro dello stesso palazzo lasciate appositamente libere dall’intonaco per consentire di rilevare la loro struttura e la presenza dei materiali utilizzati.
Anche se, secondo quanto comunicatoci, l’abbattimento del muro è avvenuto con la presenza di un nulla osta della Sovrintendenza, questo non ci dà la serenità che detta concessione sia stata giusta. Si accerterà, dal solito rimpallo e reciproco scarico delle responsabilità, chi ha decretato questo scempio e, soprattutto, per quale motivo.
Per accertare che si siano messe in atto tutte le procedure necessarie al rispetto di un bene così antico, il Comitato per la Salvaguardia e la Tutela del Convento di S. Antonio Abate, ha intanto presentato un esposto al Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico e nei prossimi giorni chiederà accesso agli atti amministrativi al Comune di Cisterna.
La prima volta che ci siamo rivolti alle forze de ll’ordine per proteggere questa area è quando, nel 2001, il Comune di Cisterna ha pensato di fare un parcheggio pubblico nella parte retrostante l’edificio storico e aprendo (senza richiedere parere alla Soprintendenza) un accesso pedonale creando un varco proprio sul muro in questione. Poi la Magistratura dissequestrato il cantiere perché le ossa umane, affiorate con lo scavo delle ruspe, erano state considerate di dubbia provenienza. Oggi, nel 2024, si è proseguita ancor più indegnamente l’opera lasciata in sospeso.
La casa demolita apparteneva ad una cara signora alla quale, nel 1993, il Comune di Cisterna stava espropriando il terreno (con quelli di altri due concittadini) per realizzare i parcheggi necessari al centro commerciale che doveva essere realizzato al posto del Convento/Mulino. Dopo l’imposizione del vincolo architettonico che ha salvato automaticamente questa casa (e quella degli altri due proprietari) ho più volte assistito alla gratitudine, alla commozione e alle lacrime di questa anziana donna che, ormai da tempo vedova, poteva continuare a vivere dentro quei muri costruiti da lei e da suo marito con le loro mani. Ora ci sarà un bel palazzo che, a quanto pare, non poteva inspiegabilmente ergersi senza toccare la cinta muraria degli orti del convento.
Un altro pezzo di Cisterna se n’è andato per sempre e, a parer mio, si sta spianando la strada, in tutti i sensi, alla vergognosa e assurda speculazione edilizia intorno al Mulino/Convento.
Se la bellezza è, secondo una definizione condivisa e condivisibile, “la capacità di appagare l’animo attraverso i sensi, divenendo oggetto di meritata e degna contemplazione” un vecchio muro e il suo contenuto, cioè un antico sito (esistente nella zona “Sant’Antonio”) necessitano senza alcun compromesso la loro tutela e conservazione rispetto alla realizzazione di moderni palazzi senza anima e alla costruzione di anonime recinzioni. Sono certo che il diritto alla bellezza della città sia uno dei diritti fondamentali dei cittadini.
Il muro demolito è stato eretto dalle fatiche di chi lo ha costruito e, fino a pochi giorni fa, esisteva. Fino a pochi giorni fa esisteva un pezzo di racconto della nostra storia che oggi non esiste più.
Si spera che a seguito di questo terribile episodio l’Amministrazione comunale comprenda finalmente quanto sia indispensabile richiedere e pretendere opportuni vincoli per gli affreschi, i macchinari, per le grotte, per le mura e per tutte le pertinenze dell’edificio che sono parte integrante della sua identità e attualmente troppo indifese davanti alle volontà economiche. Ci auguriamo, inoltre, che avviino azioni concrete rivolte all’acquisizione al demanio pubblico del Convento/Mulino e di tutti i suoi elementi costituenti scelta che garantirebbe, a prescindere dai vari vincoli, la difesa, conservazione e l’uso compatibile al valore storico di questo sito”.
Così, sui social, Maurizio Cippitani.